Capitolo 1

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-Sono seduta sul divano,sfoglio il mio libro, libro che ho riletto centinaia di volte, ma che mi ha sempre lasciato in lacrime. Per consolarmi mangio il mio gelato, mi sento sola ma non lo ammetto.
Le mie amiche sono uscite ed io non ho voluto, preferivo rimanere a casa,le serate sono sempre uguali, non mi interessa buttare il mio tempo nella spazzatura inutilmente. Ma quella sera, quella dannata sera mi sentivo isolata dal resto del mondo, quando ad un tratto...

-Squilla il telefono

-Oh, è Arline, rispondo?... mi sono chiesta

-Continua a squillare, ma non rispondo.

-Drinnnnnnnnnnn , drinnnnn , drinnnn... ha smesso, lascio il cellulare e torno a leggere.

-Hai un messaggio in segreteria.
«ESTELAAA! Sono io, so che non stai dormendo,rispondi ti prego, sono con Grace e Dana, preparati dai, noi ti aspettiamo , siamo giù casa tua, in macchina. Signorina, non vogliamo un no come risposta, hai 10 minuti, scendi e senza lamentarti»...questo è ciò che mi disse, la sua voce è sempre stata acuta,non lo faceva apposta...era proprio così.
-E ora che faccio?, non voglio uscire, non ne ho la minima voglia, tra l'altro non ho nulla da mettermi.
Ora le mando un messaggio, mi capiranno.
Mentre compongo il mio messaggio, sento il campanello.
-Din don, din donnnn, din donnnn.
«Un attimo! Sono a letto, fate piano mia madre potrebbe svegliarsi». Dissi loro un po' infastidita.
-Dai Estela, sappiamo che non sei a letto e che non stavi dormendo,aprici o resteremo qui fino a domani!...
-«D'accordo...»...sbuffai,non volevo farle restare fuori tutto il tempo, sapevo che non sarebbero andate via.
Mi infilo le pantofole e mi dirigo alla porta...eccole, le mie amiche, con loro non mi vedo quasi mai da quando è terminata la scuola, ma sono qui, pur di non farmi restare sola, sono venute a prendermi.
Non le ringrazierò, non riesco, sono molto fredda come persona, anche se le voglio bene non riesco a
dimostrarlo a parole.

«Entrate, accomodatevi sul divano.
Allora? Cosa volete?...sappiate che non uscirò», ero davvero convinta, pensavo di dissuadere il loro pensiero di farmi uscire.
Arline batté le palpebre, scoppiò in una piccola risata e disse: «Si si, come no. Va a prepararti,stasera ci aspetta una sola cosa, "divertimento". Te lo meriti anche tu, hai studiato tanto, sei sempre stata a casa sui libri, quindi ora va a vestirti.»
«Dai alza quelle chiappe dal divano, e basta leggere diventerai pazza!», controbatté Dana, lei portava armonia al gruppo, forse la ragazza più estroversa che ho mai conosciuto in vita mia.
«Ahahaha, dai Dana sei sempre la solita, Estela sai che abbiamo ragione, vai ti prego, ci divertiremo», disse Grace.
«Okay! okay! Ora basta, vado»...in realtà non ne avevo proprio voglia, ma loro erano da me, per farmi divagare, non potevo farle andare via.
Salgo le scale e mi dirigo al piano di sopra, apro l'armadio e sono a corto di idee.
-UFFAAA!!! Non ho nulla, come faccio adesso.
Dopo aver lanciato i miei vestiti dappertutto, mi accontento della mia comoda e umile tuta.
Per fortuna avevo lavato i capelli, metto un po' di trucco e sono pronta.
«Eccomi, e sappiate che non resterò tanto, non più di un ora, poi tornerò a casa».
-Arline disse: «Ma sei pazza? Dove vorresti andare conciata così?... andiamo ad una festa non a correre con il personal trainer». Sapevo che aveva ragione, ma non mi sentivo a mio agio con i vestiti.
Grace: «Dai ragazze, andiamo di sopra a sceglierli qualcosa di più consono per la vera Estela».
«Ragazze, fate piano, ricordate che mia madre sta dormendo, e sappiate che non metterò nessun vestito», dissi un po' agitata, non volevo che svegliassero mia mamma e soprattutto non volevo indossare nulla che non fosse un pantalone lungo.

Saliamo di nuovo,cercando di non far rumore e andiamo in camera mia, la mia voglia di uscire si è azzerata ancor di più, ma sapevo che ogni tentativo di fuga era vano...nessuna scusa era utile, mi avrebbero trascinata fuori con la forza.

Le mie amiche scelgono il vestito che secondo loro dovrei mettere, ma non ho voglia di indossarlo. Non volevo assolutamente metterlo, ripetetti di nuovo.
«Ragazze, grazie davvero, ma ultimamente non vado d'accordo con il mio corpo, preferisco restare con quello che ho indosso ora», non ci credevo nemmeno io in realtà, mi avrebbe fatto piacere vedermi vestita bene, ma ultimamente non mi accettavo, era tanto difficile riuscire ad amare il mio corpo.

Dana con un tono calmo mi disse, «Estela, non essere sciocca. Sei bellissima, indossalo, ti guarderanno tutti». Ed era proprio questa la mia paura, non volevo essere guardata da nessuno.
-Grace: «Dana ha ragione, sei stupenda non devi essere insicura del tuo aspetto, guardati, sei divina».
«Va bene ragazze, mi avete convinta!...», avrei voluto dire loro che sono speciali, e che ho la fortuna di averle nella mia vita, ma non ci sono riuscita, non ne ho mai avuto il coraggio. Dimostrare affetto a parole era la cosa più complicata del mondo per una come me.
Dopo aver trascorso quasi un'ora a cercare qualcosa, eccomi pronta, con indosso un vestito, mi hanno obbligata a mettere anche i tacchi, povera me.
Qualcosa di positivo c'era però, il vestito viola, il mio colore preferito, almeno mi sentirò più a mio agio...forse.

- «Guardati, sei bellissima, un incanto! Ti vogliamo bene»...dissero in coro.
Dopo di che, scendiamo e facciamo attenzione a non far rumore, lascio un foglio sul tavolo dove scrivo a mia mamma che sono uscita con Arline e le altre e che non farò tardi. Saluto Spank...il mio cane, prendo la borsa, le chiavi e chiudo lentamente la porta.
Ci dirigiamo alla macchina e siamo pronte per andare.

«Ma dove si trova questa festa?», con un tono pauroso chiesi alle mie amiche, non volevo davvero sentirmelo dire, ma dovevo capire.
-Dana: «In un posto nascosto, credimi è da urlo, sarà la festa dell'anno. L'ha organizzata il ragazzo più bello della città!».
Io la risposi dicendo: « Stai parlando di Herman?...lui sarebbe il più bello della città?...ma se è patetico.
Arline: «Dai Estela, ammettilo è carino, solo perché ha tante ragazze non puoi dire il contrario».

Le mie amiche non capivano, lui non aveva solo tante ragazze, ma giocava con ognuna di loro, era come tutti gli altri, quindi non aveva nulla di speciale.
Questa serata si stava già trasformando in quello che pensavo, noiosa, come tutte le altre. Però ormai ero lì, non potevo tornare indietro... chissà cosa mi aspetterà, pensai.

~LA TELA DELL'AMORE~ Quando la sfiducia minaccia i legami il cuore vacilla.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora