7 || Confidenze

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2 Aprile 2019, IPM d Napoli, 10:40

Massimo era alla sua scrivania, leggendo dei documenti quando vide Paola arrivare dal ballatoio con un fascicolo in mano. "Che ne pensi della nuova arrivata?" Disse porgendogli il fascicolo. Massimo era incuriositi, non si erano rivolti la parola per giorni, ed ora eccola lì, che gli parlava di una cosa a caso. Cercò di rimanere vago. "Di storie semplici qua dentro ne ho viste poche, anche se fuori.." Disse porgendole il fascicolo, lei si scansò e si avvio verso l'ufficio. "Lo vuoi un caffè?" 

Massimo la seguì, lui si sedette sul divano e lei sulla poltrona. Pronti  i caffè, Paola decise di rompere il silenzio imbarazzante. "Allora..io e te nell'ultimo periodo non abbiamo parlato molto."  "Eh già, dobbiamo rimediare." Disse lui. "Cosa è successo?" Disse lui indicando il bastone. "Ero incinta, ero in macchina con il mio all'ora marito, mi ha distratta alla guida e un ubriacone ci ha preso in pieno. Hanno dovuto asportarmi l'utero." Disse lei, cercando di non piangere. Lui le prese la mano e la guardò nei suoi bellissimo occhi azzurri. "Mi dispiace, non è stata colpa tua." Disse lui, lei si alzò e si sedette vicino a lui. "Dillo a lui." Massimo le fece una carezza sul viso. "Ho visto delle foto sulla tua scrivania, il bambino è tuo figlio? Ora dov'è?"

"Sua madre lo ha portato in Brasile con lei dopo il divorzio, non riesco ad ottenere l'affidamento condiviso perché lei è la madre e vive in un altra nazione, molto lontana, essendo il padre la legge non mi favorisce particolarmente. Non lo vedo di persona da quasi un anno, mi manca così tanto." Disse  Massimo, rattristatosi pure lui. "Io penso che noi due abbiamo più in comune di ciò che pensiamo." Disse di nuovo. "Dici?" I due si sorrisero, un sorriso complice.

"Grazie per il caffè, sicuramente ne prenderemo altri." Disse Massimo alzandosi e uscendo.

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IPM, 17:30

"Ma quindi lo aveva fatto-fatto?" Disse Beppe mentre parlavano. "Si, ovvio, cos'altro se no." Disse Massimo irritato dalla domanda stupida. "Non lo so, non mi ha parlato  per settimane e poi di punto in bianco Pam, mi  rivolge la parola, però è stato bello." Beppe lo guardò confuso. "In che senso scusa?" "È bello stare in sua presenza, mi fa sentire bene e quando parla mi sento libero." "Fino a 1 mese fa la odiavi a morte." "Lo so, lo so, ma...qualcosa è cambiato.." Disse Massimo con voce leggera. "Forse avevi ragione, non è così male, andava solo capita." "E tu dovevi fartela per capirla? A volte vorrei il tuo modo di fare." Disse Beppe ridacchiando, per beccarsi uno sberlone sulla testa.

Massimo e Beppe si trovavano a discutere della recente interazione tra Massimo e Paola mentre si trovavano nell'ufficio dell'IPM. Beppe era visibilmente confuso dal repentino cambiamento di atteggiamento di Massimo nei confronti di Paola.

"Ma quindi, state insieme ora?" chiese Beppe, cercando di comprendere la situazione.

"No, no, non esageriamo", rispose Massimo, leggermente irritato. "Quindi è stata un botta via?" Massimo gli fece un'occhiataccia. "Semplicemente abbiamo iniziato a parlare di nuovo e a condividere alcuni momenti insieme. È stato bello, tutto qui."

Beppe sollevò un sopracciglio in segno di perplessità. "Non capisco come possa essere così positivo dopo tutto quello che hai detto su di lei in passato. Mi sembra che le tue opinioni siano cambiate improvvisamente."

Massimo si prese un momento per riflettere prima di rispondere. "Hai ragione, Beppe. Ero molto critico nei confronti di Paola, ma forse mi sono reso conto che non la conoscevo davvero. Credo che sia una persona complessa, con una storia dolorosa alle spalle. Adesso mi rendo conto che andava capita, che c'è molto di più dietro la sua apparente freddezza."

Beppe sorrise e scosse la testa. "Sei proprio un caso strano, Massimo. Prima la odiavi e adesso la difendi. Ma se ti fa sentire bene, chi sono io per giudicare dopo tutto?" 

Massimo disse scherzando. "L'amore è cieco dopo tutto no?". "In questo caso zoppo." Disse lui mettendosi le mani in tasca.

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Non si resero conto che la porta dell'ufficio di Paola era aperta e lei poteva sentire tutto. Quando sentì Massimo parlare in quel modo di lei sorrise, era felice che la vedesse al suo stesso modo. I due poi cambiarono argomento quindi  lei tornò al lavoro.

Oltre a Massimo, Paola aveva un altro problema, Naditza, era uscita in permesso quel giorno lì e di  punto in bianco è passata da non voler andare al campo a insistere per uscire, probabilmente era per Filippo ma non approvava la sua scelta. Per sicurezza le aveva lasciato il numero di telefono e l'indirizzo ma comunque non era tranquilla. Non aveva ancora chiamato, era un buon segno? Probabilmente si, o no. Paola era angosciata dal pensiero che le fosse successo qualcosa.

Napoli, 20:30

Paola era in casa, aveva appena cenato ed era in terrazzo ad osservare il mare, stava pensando alle parole di Massimo. Anche lei provava la stessa cosa ma lui era in una situazione complicata, non voleva aggiungersi, poi le sue precedenti relazioni dopo l'incidente non durarono molto, perché o volevano figli si stancavano di stare con una zoppa. All'inizio sembravano tutti diversi, ma poi finiva sempre allo stesso modo. Lei non poteva garantire un futuro certo e lui già aveva un presente complicato. 

Poi erano solo sentimenti, magari col tempo si sarebbero placati, magari erano passeggeri, almeno per lui. Mentre era assolta nei suoi pensieri, suonarono alla porta. Era Nad.

Paola la vide, aveva un vestito strappo, il trucco rovinato e le lacrime agli occhi. "Dottorè tenevate ragione, al campo non ci dovevo tornare." Disse buttandosi tra le sue braccia, piangendo. Paola non sapeva cosa fare, chissà cosa le avevano fatto. "Vieni, accomodati sul divano.". "Me lo vuoi dire cosa è successo?" Nad con una faccia un po' più tranquilla disse di no co la testa. "Allora, se vuoi, puoi dormire qui. Divano?" Nad la guardò con occhi spalancati e annui contenta. 

Paola la fece cambiare e le portò una coperta, ma la trovò già appisolata sul divano, così decise di non svegliarla e di mettere la coperta addosso.

l cuore di Paola si riempì di compassione per Nad e la sua situazione difficile. Nonostante le sue preoccupazioni riguardo a un possibile coinvolgimento sentimentale con Massimo, si sentì chiamata a essere lì per Nad in quel momento.

Paola si alzò in silenzio, coprì Nad con una coperta e si avviò verso la sua stanza. Il suo cuore era pieno di speranza e desiderio di trovare una soluzione che potesse portare gioia e felicità nella vita di entrambi. Ma per il momento, il suo compito era prendersi cura di Nad, una persona bisognosa di aiuto e sostegno.

Si sdraiò sul letto, ma il sonno tardò ad arrivare. La sua mente era piena di pensieri su Massimo, Nad e su ciò che avrebbe potuto riservare il futuro. Si chiese se avrebbe mai potuto trovare la felicità e la serenità che tanto desiderava. Ma sapeva che doveva essere paziente e lasciare che il tempo e le circostanze decidessero il corso della sua vita.

Con queste riflessioni, alla fine si addormentò, sognando un futuro incerto ma pieno di speranza.

Mare fuori || Comandante e direttrice|| E se fosse stato diverso?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora