5 || Errori

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12 Marzo 2019, Napoli, 21:30

Per Paola quella giornata era stata devastante, non stava passando un bel periodo, si stava pentendo amaramente di aver accettato il trasferimento, ma ormai era tardi per tornare in dietro.

Visto che le consolazioni, per lei, in quel periodo erano veramente poche, decise di rintanarsi in un bar cercare di non ubriacarsi troppo. Si mise una maglietta un po' più lunga e larga della sua taglia, blu scuro, dei jeans a zampa di elefante e una giacca lunga nera, in pelle; degli occhiali da sole, inutili ma chic, e i capelli raccolti in una mezza coda chiusa da un mugno; degli stivali neri con pochissimo tacco.

Era un look molto diverso dal solito, era abituata a vestisi in modo formale: gonna, camicetta, giacca e tacchi. Si vestiva così solo per uscire con le amiche, in occasioni poco formali, ma in questo caso era sola.

Prese un taxi e si avviò verso il primo bar che le venne in mente, non era una zona affollata visto che non era in centro ma comunque c'era un po' di gente. SI sedette al bancone e ordinò il primo gin, poi il secondo, poi il terzo.

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Massimo parcheggiò davanti al suo bar preferito, dopo la separazione si trovava lì con Beppe quasi tutte le sere. Quella sera però Beppe gli aveva dato buca ma lui aveva lo stesso voglia di bere. Quella giornata era stata particolarmente stressante, sopratutto per colpa della direttrice. Beppe diceva di darle una possibilità ma lui non riusciva ancora a far trasparire nulla in lei, l'unico episodio fu quello di Naditza. Doveva ammettere che quel giorno aveva esagerato a portare Carmine fuori senza permesso, ma ci teneva troppo a vederlo felice e sapeva quanto quell'ecografia fosse importante per lui.

Massimo entrò e si guardò in torno, sempre la solita gente, tranne che per una persona. C'era un donna, probabilmente della sua età, bionda e sola al bancone. Visto che Beppe non c'era con qualcuno avrebbe dovuto parlare. Si sedette vicino a lei, aveva un aspetto famigliare, e 2 bicchieri di gin davanti, e 1 in mano.

La donna si girò verso di lui e potè vederla in faccia, era la direttrice.

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Paola si voltò a lato per vedere chi si era seduto vicino a lei, era il comandante. La situazione era un po' imbarazzante. "Chi l'ha scaricata dottoressa?" Disse lui mentre ordinava la birra. "A me Beppe. Chi è il cavaliere che non si è presentato dalla principessa stasera?". "Ma lei non era sposato?" Disse lei, per cercare di creare più distanza e salvarsi dalla situazione imbarazzante di essersi fatta trovare in un bar a bere da una persona che lavorava per lei."Come fa a saperlo? Comunque separato.". "Fascicoli lavorativi, comunque mi dispiace, non lo sapevo." Esitò un secondo, comunque la loro situazione era ostinata e doveva mantenere una rapporto profes-- ma chi se ne frega lei era lì per bere. "Nessuno, una botta di disperazione ha preso il sopravvento." Disse lei sorseggiando dal bicchiere. "Colpa mia?" "Abbastanza." Il comandante fece una finta faccia triste. "Davvero? Mi dispiace." Paola gli fece un'occhiataccia e riprese a bere. "Comunque siete diversa dal solito, look più rilassato.".

"Ma se ci prendessimo un tavolo?" Chiese lei, ormai non le importa mantenere la distanza, e magari quello era un buon momento per chiarire, posto ambiguo ma chissene. "Vabbuò". I due si accomodarono a uno dei tavoli liberi. "Oggi volevo venire a far pace ma qualcuno aveva deciso di scappare." Disse lei, l'alcol stava cominciando a fare effetto. Lui, alla seconda birra, disse "Lo so e mi dispiace, tanto, ma quell'ecografia era troppo importante.". "Capisci che tra noi la collaborazione è importante, non puoi sempre fare come ti pare." Disse lei. "Si ma neanche fare la stronza serve a qualcosa, sappilo." I due si misero a ridere e ordinarono altro alcol.

I due continuavano a bere, ridere e scherzare. Ormai nessuno dei due era più lucido, le loro inibizioni erano sparite e le barriere abbattute. Più che il comandante e la direttrice sembravano due amici ubriachi al bar. Tra i due ormai non c'era più nessun filtro dettato dalla formalità. Paola si sfogò sul trasferimento, sulla sua insoddisfazione sulla città, su come avesse fatto la stronza solo perché era frustrata. Massimo a sua volta le parlò di sua moglie che voleva portargli via il figlio e che era in Brasile al momento, dei continui problemi all'IPM e della sua versione delle cose. Si creò una certa intimità tra loro, la comunicazione era più fluida e onesta. Si resero conto che tra loro non c'era poi così tanta differenza.

Ormai erano entrambi arrivati al 6 / 7 bicchiere. "Ma lo sai che sei proprio bella, Paola?" "Lo so, e so che lo sai, pensi che non ti veda mentre mi guardi il culo?" Disse ridendo, con voce tremante e chiaramente non sobria. "Lo so, ma se è bello è bello" Anche lui ormai era andato. "Comunque anche te sei niente male, quando sono arrivata mi aspettavo un vecchietto ciccione, tipo Gennaro." "Ma dai...Stupita del risultato almeno?" "Eccome.." I due si guardarono negli occhi e di lì partì un bacio.

Napoli, 23:00

Paola era schiacciata contro il muro dal suo corpo. Le aveva già tirato giù i pantaloni mentre lei pensava alla sua camicia. Ansimavano e si mangiavano, prima sulle labbra, poi sul collo e poi più giù. Massimo la stava divorando, lei lo stava stuzzicando togliendosi la maglia e rivelando il reggiseno, toccandogli i pantaloni e sussurrando quello che avrebbe voluto le facesse. Lui le obbediva come un cagnolino.

Stancatosi del muro, Massimo la prese in braccio e la portò in camera da letto, la posò sdraiata sul letto. Lei si tirò su e gli tirò giù i pantaloni, rivelando ciò che lei stava aspettando. Lui se ne liberò completamente e si sdraiò su di lei. Ormai erano entrambi in biancheria e si infilarono sotto le coperte, Massimo riemerse e mentre cercava Paola si senti tirare da li sotto, poi capì dov'era. Dopo un po' si tirò su e gli prese una mano, si mise sotto le copereo e gli sussurrò "Ti aspetto". Da lì in poi la serata si fece intensa. "Direttrice non la....facevo..così.." Disse lui tra ansimi e sospiri. "Così.. come?" Disse lei, mesa peggio di lui. "Energica." "Guarda che zoppa non vuole dire zitella eh." Disse lei ridendo. Di lì in poi le cose per i due si fecero complicate, poi crollarono per la stanchezza molto tempo dopo.


OK FORSE HO ESAGERATO, MA NON MI PENTO DI NIENTE

Mare fuori || Comandante e direttrice|| E se fosse stato diverso?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora