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Tutto il team si lanciò verso i due piloti, sotto al podio per festeggiare una doppietta strepitosa; insieme a loro una marea rossa aveva invaso la pista, le immagini dai maxi schermi era davvero impressionanti.

<Da brividi vero?> disse una voce dietro di me

<Vale? Che ci fai qui?> domandai stupita quando mi voltai e lo vidi

<Tutto il mondo sa che sei qui, ma non sa dove, è partita una caccia al tesoro a quanto pare> sghignazzò Rossi

< E tu hai vinto allora> gli ressi il gioco

Parlammo un pò, Valentino Rossi fu la mia spalla per molto tempo, mi insegnò ad andare in moto, a provare il brivido della velocità, dello spingersi al limite, senza paura. Quando la cerimonia del podio finì, i piloti rientrarono con il team al box, Charles venne verso di noi, lo abbracciai e mi congratulai con lui, così come fece anche Vale; Sainz, restò a distanza e si limitò a osservarci. Prima di andare via, il mio amico mi poggiò una mano sulla spalla, si guardò intoro e poi tornò a guardare me

<Puoi fidarti di loro> mi disse serio, <Di lui soprattutto> aggiunse indicando con il capo lo spagnolo.

<Grazie per essere venuto Vale> risposi sorridendogli

<Senza paura> dicemmo in coro battendoci il pugno, questo era il nostro saluto.

Andai incontro a Carlos, aveva un bellissimo sorriso in volto, andare a podio con la Ferrari in Italia, davanti ai propri tifosi è sempre un'emozione unica, la prima volta, poi, non la scordi mai. Era andato a podio anche in altre gare precedenti, ma non era mai stato raggiante come oggi, poi era qui, stava bene e questo mi rincuorava più di ogni altra cosa. Sainz ed io non parlammo, ci demmo un abbraccio veloce, fugace, perché i nostri sguardi parlavano da soli e meglio di ogni parola.

Mentre Carlos era occupato nelle interviste, io rimasi nel box, cercai un angolino appartato in cui rifugiarmi, avrei aspettato che si svuotasse l'intero paddock prima di andare via, sarei stata l'ultima ad abbandonare la nave. Le luci intorno al circuito si stavano man mano accendendo, per permettere agli addetti di sgombrare il paddock; il sole stava calando e un venticello fresco si stava alzando. I miei occhi non riuscivano a vedere nient'altro se non quella curva, involontariamente le mie dita percorsero la cicatrice sul mio fianco, gli occhi lucidi;

<Quel giorno non lo dimenticherò mai> mi disse Arthur, il quale mi aveva trovato

<Come mi hai trovato?> chiesi

<Ti ho cercato in lungo e in largo, se non lo avessi fatto Carlos mi avrebbe ucciso> confessò il minore dei Leclerc
Lo guardai confusa, un sopracciglio alzato, poi mi scappò una risatina.

<Saresti stata tra i migliori sicuramente> aggiunse Arthur

<Non lo so.. qui è tutto diverso> sospirai rumorosamente

<Io ne sono certo, in Formula 2 si parlava solo di te, la nuova promessa del motor sport> disse fiero

<Guarda com'è finita però> dissi rannicchiandomi

Crollò un silenzio improvviso, iniziavo ad accusare la pesantezza del weekend e l'adrenalina iniziava a svanire; Arthur mi salutò e andò da Charles, il quale aveva finito di fare le interviste e volevano tornare a Maranello. Rimasi sola, ad osservare come le luci della sera abbracciavano il circuito; improvvisamente un giacchetto rosso si poggiò sulle mie spalle e accanto a me comparse il mio pilota.

<Non è carino minacciare i più piccoli, il tuo è abuso di potere> dissi ridendo

<Beh almeno si è reso utile a qualcosa> borbottò Sainz

Gara d'amore // Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora