Benvenuti a Singapore, una delle piste che più ho amato in assoluto, era tra le mie preferite perché qui, a causa delle alte temperature, puoi spingere veramente il tuo corpo al limite, sia fisicamente che mentalmente. Sono arrivata qui con il jet privato di Max e tutto il suo piccolo entourage, purtroppo Kelly è volata a New York per la fashion week e poi correrà a Milano per continuarla, quindi mi ritrovo ad essere l'unica ragazza in un mondo fatto di soli uomini, o quasi.
Durante il viaggio ho cercato di rimanere sveglia il più possibile per adattarmi al jet lag, ve lo giuro, anche se lo fate abitualmente, abituarsi ai vari fusi orari è una tragedia. Ho pensato molto in questo tragitto, soprattutto alla storia tra me e Carlos, che nell'ultimo periodo è stata un pò turbolenta. Sono pienamente consapevole che starmi accanto non è facile, dall'incidente sono sempre stata abituata a cavarmela da sola, a non esternare i miei sentimenti, ma soprattutto, non mi sono mai legata veramente a qualcuno per paura di perderlo. Un giorno, in un'intervista un personaggio di spessore disse che noi siamo tante piccole biglie all'interno di un pallottoliere, tutto fila liscio e ordinato, fino a quando, qualcuno non lo prende in mano e lo scuote, creando solo scompiglio. Non ho mai trovato una descrizione più vera di questa. Ho sempre invidiato le persone come Carlos, amano la vita, sono sempre attive e cercano di viversela al massimo delle loro possibilità; io non sono così e forse non lo sono mai stata. Ho convissuto sin da piccola con il concetto di malattia e perdita, sono cresciuta in fretta e il mondo magico che di solito vedono i bambini io non l'ho mai conosciuto, almeno fino a quando lo spagnolo non è entrato nella mia vita. É stato l'unico a dare senza mai chiedere, si è preso cura di me e preoccupato per me sempre, anche dinanzi ai miei rifiuti e a quei muri che mi sono costruita per non soffrire ancora; Carlos è sempre stato presente, silenziosamente, una certezza costante alla quale, senza nemmeno rendermene conto, mi sono aggrappata. Mi sono più volte sentita in colpa per averlo abbandonato come trainer, ma in quel momento mi sembrava la cosa più giusta da fare, solo che ora, il mio unico desiderio è stare con lui; guardo Max e penso a quanto sono fortunata ad avere come cliente il campione del mondo in carica, ma più lo osservo e più vorrei vedere lo spagnolo.
Una volta arrivati a Singapore, ci recammo subito in albergo, feci il check-in e poi mi diressi verso la mia stanza; mentre camminavo in cerca della mia camera, una voce alle mie spalle, mi fece sussultare
<Penultima porta sulla destra>
Mi voltai e vidi un raggiante Carlos Sainz, in piedi alle mie spalle. Le mie labbra si piegarono in un sorriso spontaneo difronte all'immagine dello spagnolo con una polo nera abbastanza attillata e un paio di cargo beige.
<E sentiamo.. come fai a saperlo?> domandai curiosa
<Perché è ovviamente anche la mia stanza, o credi che ti avrei lasciata dormire da sola bambolina?> affermò avvicinandosi lentamente a me
<Che gentiluomo, salvi le donzelle dai mostri sotto al letto?> lo provocai avvolgendogli le braccia intorno al collo
<Non tutte, solo la donna che amo> rispose a un soffio dalle mie labbra per poi, poco dopo, annullare ogni distanza
Sistemai le mie cose in camera, mentre lo spagnolo non si perdeva ad analizzare ogni mio movimento.
<Hai finito di osservarmi? É inquietante> sghignazzai
<Mi spieghi perché ti sei portata così tanti vestiti?> domandò curioso lui accigliato
<Beh perché starò fuori casa per due settimane di fila, mi sono portata un cambio per ogni possibile occasione> gli spiegai
<Il concetto di viaggiare leggeri a voi donne non piace proprio> mi prese in giro lo spagnolo
<Non capisci proprio niente> lo rimbeccai sorridendo
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Gara d'amore // Carlos Sainz
Romance< Perché era una vita che non ero così felice e non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri. Io ho deciso di fare quello che mi fa stare bene e penso che dovresti farlo anche tu; guarda che le occasioni non capitano due volte > A...