19.

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Ero in riunione con Andrea quando due braccia possenti mi strinsero forte e delle labbra si posarono sul mio collo.

<Carlos!> esclamai stupita dal suo gesto

<Che c'è? Ora non ci nascondiamo più> mi rispose fiero

<Stiamo lavorando> lo rimproverai ridendo

Carlos mi caricò di peso sulla spalla e mi portò nel suo stanzino.

<Mettimi giù! Pappamolle!! > urlai provando a dimenarmi per la vergogna

Lo spagnolo entrò, chiuse la porta, mi poggiò sul lettino dei massaggi, mi accarezzò le gambe dolcemente e piano piano le divaricò per farsi spazio.

<Bisogna fare delle pause ogni tanto bambolina> affermò maliziosamente Sainz

<Mm.. e sentiamo, cosa hai in mente?> chiesi provocatoriamente

<Meglio che te le mostri> rispose lui a un soffio dalle mie labbra

Carlos annullò ogni distanza, mi diede un dolce bacio sulle labbra, poi passò ai lati della bocca, poi piano piano lasciò una lunga striscia di baci umidi sul mio collo.

<Carlos.. > ansimai leggermente

<Dimmi, sono tutte orecchie> rispose lui contro la mia pelle, sorridendo soddisfatto dell'effetto che ha su di me

Gli alzai il viso con due dita sotto il mento, poi presi in mano la situazione, feci scontrare le nostre labbra, lo baciai con foga, chiesi subito accesso alla bocca per far danzare le nostre lingue insieme, risposta che non tardò ad arrivare; Sainz aveva le sue mani salde sul mio fondoschiena, avvicinando il più possibile il mio corpo al suo. Le mie mani vagavano tra i suoi capelli, poi iniziarono a giocare con il bordo dei pantaloni, iniziando piano piano a intromettersi al loro interno.

<Che fai..> mi chiese ansimante Carlos, con un sorriso beffardo

<Ti restituisco il favore, amore> lo provocai per poi smettere all'improvviso

Qualcuno ci interruppe, bussando alla porta, facendo grugnire lo spagnolo, deluso.

<Pausa finita, continuate in albergo, è ora di lavorare> ci richiamò all'ordine Andrea

<Arriviamo> risposi divertita nel vedere l'espressione sul volto di Carlos, era così deluso da risultare buffo.

Quando uscimmo da lì, Andrea mi aspettava, braccia conserte, appoggiato alla parete.

<Contenetevi vi prego, almeno davanti a me> ci supplicò divertito lui

<Che c'è Andre, sei geloso?> lo presi in giro dandogli un leggero colpetto sul bicipite

<Ma guarda te questa piccolletta impertinente> mi avvolse un braccio intorno al collo, stringendomi e scompigliandomi i capelli, trascinando tutti in una risata fragorosa.

Tornammo presto seri, il lavoro chiamava, dovevamo preparare i piloti al meglio in vista delle qualifiche che si sarebbero tenute oggi.
Carlos e Charles erano concentrati, speravano di fare una buona figura, avevamo bisogno di risposte ma soprattutto di punti, dovevamo affermarci come seconda forza nel mondiale e avvicinarci alla RedBull il più possibile.
Purtroppo per noi, le qualifiche dello spagnolo non sono durate molto in quanto non è riuscito a entrare nel Q3.

Carlos era così deluso che quando rientrò ai box, non rivolse la parola a nessuno, ancora con il casco indossato, si recò a passo svelto nel suo stanzino e chiuse violentemente la porta a chiave, praticamente a un soffio dal mio viso.

Gara d'amore // Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora