chapter 5.

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Appena i Gallagher,notando le mie condizioni se ne andarono, le mie emozioni si lasciarono andare.

Dopo essermi ripresa, ricominciai ciò che avevo iniziato, volevo giustizia per mia madre.

Rientrai in casa,ripresi la mazza che avevo buttato per terra e mi presentai dal colpevole dell’incidente.

T/N: Ti farò passare l’inferno bastardo.
Mia madre non meritava tutto ciò,tu dovresti essere in coma in questo momento! Se la giustizia non farà il suo dovere ci penserò io.
Il suo guardo mi colpì,aveva degli occhi azzurri che sembravano ghiacciati, in quello sguardo lessi paura e colpevolezza.
Gli mostrai la mazza per minacciarlo nuovamente.

Dopo avergli detto ciò mi sentivo leggermente realizzata,ma mi sentivo un vuoto dentro.

Tornai in casa, era tutto vuoto, senza mia madre era tutto diverso, non sapevo come comportarmi, quando mia madre era ricoverata io venivo portata nelle famiglie affidatarie in quanto minorenne, ma da quando ho compiuto diciott’anni tutto era diverso. Dovevo cavarmela da sola, non sapevo quando mia madre sarebbe ritornata.

Per svagare un po' , incominciai a fare le pulizie in casa. Senza rendermene conto erano passate circa tre ore.
Non avevo pranzato, ma non avevo fame, non avevo voglia di fare assolutamente nulla. Entrai nella mia stanza e mi buttai a peso morto sul letto, rimasi impassibile per qualche minuto , per poi cedere in un sonno profondo.

Mi svegliai da un rumore proveniente dalla finestra, la aprì e sotto riconobbi la faccia di merda di Ian Gallagher.
T/N:Che cazzo vuoi?
I: Scendi.

Un cuore in due.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora