chapter 7.

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Emisi un respiro profondo, mi recai verso la cucina ed iniziai a cucinare, era un modo per svagare.

Cercai di cucinare, ma mentre maneggiavo la padella in cui cucinavo gli spaghetti,iniziai a sentire tremare le mani.

Lasciai la padella con all’interno gli spaghetti dove stava, presi un piatto dallo scaffale e lo frantumai in tanti pezzi per terra.

Smisi di cucinare e mi spostai in camera mia.

Avevo bisogno di fracassare qualunque cosa, perciò per sfogarmi cominciai a tirare pugni contro il muro.

Sfogai tutta la rabbia che portavo dentro, il dolore, la delusione, la tristezza ; emozioni che scaricavo tramite la violenza.

Emozioni che da quando son nata mi hanno sempre accompagnato, senza lasciarmi vivere serenamente, perché in questo mondo di merda,tra persone che ti giudicano,persone false, tra chi ti illude e chi ti usa, alla fine si può contare solo su se stessi, e io dovevo farmi forza da sola, combattendo contro tutti quelli che di me, non conoscevano un cazzo.

Vivevo in un mondo in cui le persone non mi capivano,ero diversa da chiunque altro, nessuno provava sentimenti veri verso di me, se non erano odio o gelosia, e per questo, ogni giorno , dentro di me qualcosa si rafforzava, mi faceva crescere sia mentalmente che psicologicamente,ma non era positivo.

Dopo aver lasciato delle crepe sul muro,ricordai le parole di mia madre:
"Se sei arrabbiata cerca qualsiasi modo per smettere di esserlo."

Se mia madre fosse stata presente, avrebbe trovato la soluzione al problema, anzi non ci sarebbe stato , perché lei risolveva ogni piccolo disastro da me combinato, ma senza di lei ero persa.

Il mio modo per smettere di essere arrabbiata fu quello di fumarmi un intero pacco di sigarette in meno di un'ora.

Le mie nocche arrossate cominciarono a fare un dolore atroce, un dolore che mi piaceva, perché mi sentivo come se me lo meritassi , come se io fossi lo scarto umano.

Mentre finivo l'ultima sigaretta in scatola, ipotizzai che senza lavoro mi avrebbero sfrattato.

Feci per tornare in cucina.

Quando mi rimisi a preparare gli spaghetti, la porta cigoló.

Mi girai e ritrovai Mandy.

Si avvicinò a me con una faccia dispiaciuta, mi strinse verso di lei e mi trasportò in un abbraccio.

In quel momento tutta la rabbia che provavo verso di lei scomparì in un attimo, come la neve si scoglie al sole.

Tutti i ricordi mi attraversarono l'anima e la figura che mi teneva stretta era tornata la mia carissima amica, che nonostante i suoi difetti e i suoi modi di fare, è la migliore persona che esista sul pianeta, che, in questo mondo infame, riesce a stampare un sorriso in faccia a chiunque.

M: Mi sei mancata.
T/N : Cerchiamo di dimenticare ciò che non ci unisce, non siamo uguali, ma ci completiamo.
M: Ti voglio bene.

Dopodiché, finimmo di cucinare gli spaghetti piacevolmente, eravamo tornate quelle che eravamo.

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