Amici in comune, bagno a mezzanotte - Fabio Quartararo

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Ho realizzato questa
storia su richiesta di
sferremi07

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«Ho un amico da presentarti, che secondo me ti piacerà.»

Olivia, l'amica con cui ero venuta in vacanza in Costa Azzurra, non mi dice nulla di più sul programma della nostra seconda serata francese.

Ceniamo in albergo prima di uscire, con molto più slancio rispetto a ieri, quando eravamo esauste dal viaggio.

Fa caldo, ma l'aria che tira dal mare mitiga un po' la temperatura, quantomeno all'ombra; nonostante il sole sia molto basso, riesce ancora a scaldare tanto.

Ci prendiamo un gelato e facciamo due passi, ma non mi riesco a liberare della curiosità di sapere chi sia quel suo amico.

Non ho peli sulla lingua, specialmente con lei, quindi glielo chiedo direttamente, senza mezzi termini.

«Ti ricordi Tony, quello che veniva alle elementari con noi?»

Annuisco aspettando che continui, consapevole che non è Tony l'amico che mi deve presentare.

«Qualche mese fa l'ho incrociato mentre era fuori con questo suo amico, Fabio. Un tipo simpatico, ma non fa proprio per me. Però è il tuo tipo, sicura al 100%»

Annuisco ancora, guardandola di sbieco e sorridendo.

«E come sarebbe il mio tipo esattamente?»

Ride, piegandosi drammaticamente in avanti e indietro.

«Beh, divertente, abbastanza attraente, più grande... E un pilota, come Tony ma in MotoGP. E non osare rifilarmi la balla che non ti piacciono i piloti.»

Ridiamo, e lei finisce per sporcarsi di gelato il vestito.

Cerco di pulirla un po', mentre continuiamo a ridere come due idiote.

Presa come sono nel rimuovere la macchia di gelato alla vaniglia dal vestito di Olivia non mi accorgo di Tony e del suo amico, Fabio, che ci si avvicinano.

Abbraccio Tony, che non vedevo da anni, e lascio che mi presenti a Fabio.

Quasi senza accorgercene cominciamo a camminare a vuoto in giro per Nizza, parlando un po' di come le nostre vite siano cambiate durante tutto questo tempo e di noi più in generale così che anche Fabio possa fare parte della conversazione.

Fabio è un tipo di quelli che hanno tanto da raccontare, dentro e fuori dal mondo delle corse, ed ha anche un certo senso dell'umorismo; Olivia ci aveva preso quando aveva detto che mi sarebbe piaciuto.

C'è anche da dire che è anche parecchio attraente, non solo perché oggettivamente un bel ragazzo ma anche per il suo modo di fare rilassato e spigliato.

Il sole tramonta lentamente e prima di quanto pensassi fa buio.

Tony guarda l'orologio che ha al polso un paio di volte, alzando lo sguardo solo per incrociare quello di Olivia ed il mio, entrambi confusi.

«Non vorrete davvero dirmi che siete qui a Nizza per andare in spiaggia solo di giorno. Quando si viene qui il bagno a mezzanotte è d'obbligo.»

Ci spiega poi Tony, chiedendo conferma con lo sguardo a Fabio, che preso alla sprovvista sorride e annuisce, facendo un cenno con la mano che sembra dire "Naturalmente è così".

Sorrido anch'io, che già immagino il sale sulla pelle e l'acqua gelida e scura, ma Olivia scuote la testa e incrocia le braccia.

«Se volete andare fate pure, io non ci penso nemmeno. L'acqua sarà gelida, in più è buio.»

Con una punta di delusione faccio spallucce, accettando che il bagno a mezzanotte non si farà.

«Io l'ho già fatto, posso tranquillamente saltarlo per una volta. Magari potreste farlo solo tu e Fabio, mentre io e Olivia stiamo in spiaggia ad aspettarvi.»

Suggerisce Tony con quel suo modo di fare che fa sembrare tutto semplice.

Nella teoria sarebbe anche una buona idea, ma nella pratica non so quanto mi piaccia. O meglio, l'idea è ottima ma farlo mi mette un po' a disagio.

Ancora con quello sguardo sorpreso, confuso e divertito Fabio annuisce, portando anche me ad annuire.

Camminiamo ancora parecchio prima di arrivare alla spiaggia, e la mia voglia di fare il bagno a mezzanotte continua a crescere.

Con il buio come amico mi sfilo il vestito e comincio ad entrare nell'acqua che, come aveva detto Olivia, è gelida.

Quando l'acqua mi raggiunge le ginocchia mi fermo istintivamente, mentre Fabio raggiunge subito un'altezza adatta a potersi tuffare.

Lo seguo a ruota, smettendo di respirare per un attimo nell'acqua fredda.

Faccio qualche bracciata allontanandomi dalla costa nuotando nell'acqua nera ascoltando Fabio per sapere dove sia.

Dalla costa ci raggiunge qualche luce, ma più ci allontaniamo più diventa buio.

Giochiamo come bambini, schizzandoci e nuotando per sfuggirci l'un l'altro.

Lascio che mi strattoni e io faccio lo stesso, apprezzando il calore del suo corpo vicino al mio.

Il gioco si fa via via sempre più fisico – evidentemente anche a lui non dispiace sentirmi vicina – finché non ci ritroviamo ad una distanza minima.

Arrossisco e ringrazio il buio che mi nasconde senza però non lasciarmi vedere i riflessi delle luci nei suoi occhi.

Rimango congelata nel momento, finché lui non colma la distanza e mi bacia.

«Scusa. Non avrei dovuto.»

Mi dice subito dopo allontanandosi come a volte fuggire da una tentazione.

«Non ti devi scusare.»

***

Sulla sabbia mi strizzo i capelli e cerco di asciugare come riesco la pelle prima di rimettere il vestito.

Fortunatamente, dopo l'imbarazzo iniziale è tutto tornato come prima, anzi c'è forse un po' più di intesa tra me e Fabio.

Ci ricongiungiamo a Olivia e Tony e andiamo a prendere un tavolo ad un bar, dove stiamo per un'oretta prima di tornare in albergo.

Ci scambiamo i numeri di telefono e i due ragazzi si offrono gentilmente di riaccompagnarci in hotel.

Mentre camminiamo, ormai raggiunta l'entrata del nostro albergo, Fabio mi afferra con gentilezza un gomito e mi si avvicina quanto basta perché gli altri non possano sentire.

«È stata una bella serata, ci sentiamo presto. Ti chiamo io, promesso.»

Sorrido, annuisco, saluto entrambi ed entro nell'hotel, senza più il buio a nascondere le mie guance arrossite.

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