Epilogo.

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«Promosso a capocameriere? Dobbiamo festeggiare.»

Harry scrollò le spalle, anche se non riuscì a reprimere un sorriso. «Non è chissà quale impresa.» E davvero, se l'aumento di paga non gli dispiaceva, non provava particolare entusiasmo per quella notizia. L'approvazione di Louis, però era sempre un prezioso guizzo di euforia che gli scaldava il petto.

«È la tua prima promozione.»

«Penso che sia metà perché gli ho fatto vedere come me la cavo con lo spiedo e metà perché mi vorrebbe scopare.»
Il sorriso di Louis svanì in una durezza pericolosa.

«Deve solo provarci.» lo avvertì, in un basso ringhio che gli strappò un brivido. Non poté impedirsi di accarezzargli la guancia con un piccolo ghigno, mentre si abbandonava alla presa possessiva sui propri fianchi.

«Potrei sempre farmi beccare mentre mi scopi.»

«Sei incorreggibile.» Louis si abbassò a baciarlo, a quel punto, con più denti che labbra, mentre lui accoglieva quell'assalto sulla propria bocca con un mugolio.
Non avrebbe mai smesso di sorprendersi che Louis lo desiderasse, non come strumento, ma come persona.

Qualche settimana prima ne avevano parlato. «Sai che non devi per forza stare con me?» Quell'esordio lo aveva impietrito mentre era in procinto di asciugare il piatto che Louis gli aveva appena passato.
Aveva alzato lo sguardo su di lui con il cuore che gli assordava la mente.

«Cosa vuoi dire?» 

Se si trattava del suo modo per scaricarlo, non era sicuro di volerlo stare a sentire.
«Che non devi sentirti legato a quello che c'è stato tra noi.» Louis aveva sospirato, prima di chiudere il getto d'acqua, asciugarsi le mani su un canovaccio e girarsi verso di lui.

«Sei giovane e bellissimo. Stai studiando, hai un lavoro e sei pieno di prospettive. Potresti costruirti un futuro con un partito migliore. Un bravo ragazzo piuttosto che con un ex criminale più grande di te e il viso sfregiato.»

Harry aveva sbattuto le palpebre.
«Anch'io sono un ex criminale.»

«Ma non devi stare con me solo perché siamo scappati assieme.»

«Cioè... non mi stai scaricando? Mi vuoi ancora?» La bocca danneggiata si era contorta in una smorfia e sul suo viso era comparsa un'espressione oltraggiata.

«Ho mandato a fanculo i Gladiator per te. Certo che ti voglio. Ti vorró per sempre.»

E lì aveva capito. Harry non aveva ucciso per lui, non aveva rischiato la vita, non aveva stravolto la propria esistenza per salvarlo, come invece aveva fatto Louis. Poco contava che sarebbe stato pronto a fare tutto ciò senza un attimo di esitazione, perché Louis quello non lo sapeva.

Gli era saltato addosso con le mani ancora umide, mentre il piatto si infrangeva sul pavimento. Lo aveva baciato a fondo, soffocando la sua sorpresa, per poi premersi contro di lui e stringerlo con tutte le sue forze, ancora incredulo che Louis potesse dubitare che lo volesse, quando era il suo mondo.

«Ti voglio. Non mi frega nulla degli altri. Io guardo solo te. Voglio solo te.»

Aveva poi provveduto a mostrargli quanto lo desiderasse, stuzzicandolo fino a quando non era stato lui a prendere il controllo e a scoparlo sul tavolo della cucina, prima di marchiargli il collo con un morso.

Da quel momento, Louis aveva smesso di fare proposte cretine e aveva cominciato invece a mostrarsi più possessivo, soprattutto quando andava a trovarlo al lavoro o qualcuno cercava di attaccare bottone. A Harry non dispiaceva affatto.
Era la prova di essere voluto. Proprio lui, che non aveva mai creduto di poter avere nulla.

Alla fine non aveva trovato nulla sotto le proprie cicatrici. Nulla di valore o di cui andasse fiero. Ma non aveva importanza. Quello che aveva trovato, fuori da se stesso, era molto più prezioso.

Era Louis, e Louis lo voleva.

A sei mesi dalla sua nuova vita, accoglieva ancora con meraviglia quella splendida consapevolezza.
Una volta che si staccò dal bacio per riprendere fiato, inarcò un sopracciglio. «Se proprio vuoi festeggiarmi, penso di potertelo concedere.»



***
Festeggiarono in un ristorante italiano, con tanto di dolce al mascarpone e al caffè di cui Harry non sarebbe mai stato in grado di ricordare il nome. E, una volta a casa, i festeggiamenti proseguirono in camera da letto.

Louis era una fonte inesauribile di eccitazione.

A volte lo desiderava forte, quando tutto ciò che il suo corpo bramava era una stretta inesorabile a polsi e capelli, braccia forti che lo intrappolavano e un sesso rude che gli bruciava i nervi e gli regalava un piacere violento capace di strappargli il respiro; altre ancora lo accarezzava e lo faceva suo con dolcezza, lasciandogli un nodo alla gola e gli occhi umidi.

Quella era la prima volta che Louis gli permetteva di stare sopra. Glielo aveva proposto lui, in realtà, senza il bisogno di parlare, quando lo aveva attirato a sé e messo a cavalcioni sulle proprie gambe, e Harry lo aveva assecondato.

Era una posizione così intima da dargli i brividi. Vennero guardandosi negli occhi, mentre condividevano lo stesso respiro.
Harry non si era mai sentito così nudo davanti a un'altra persona e così felice di esserlo. Mentre riprendevano fiato, con Louis ancora dentro di lui e le sue braccia a circondargli la schiena, gli accarezzò la cicatrice.

«Ti amo.»

Non glielo aveva mai detto. In realtà non lo aveva mai detto a nessuno e, nel momento in cui concretizzò di averglielo detto, si ritrovò con il viso che gli andava a fuoco. Louis scoppiò a ridere, stritolandogli il cuore in una morsa che non era solo dolore.

«Non credevo che un piccolo insolente come te potesse arrossire.» Gli baciò le dita, poi gli prese il viso tra le mani, accarezzandolo come se fosse la più preziosa delle opere d'arte. «Ti amo anch'io. Da morire.»

«No. Non da morire. Basta morte. Da vivere, mi piace di più.»

«Allora, ti amo da vivere.»

«Anch'io, Lou. Non te lo immagini quanto.»
E all'improvviso il calore al viso passò in secondo piano, perché quelle parole lo marchiarono lì dove nessuno sarebbe mai riuscito a vedere, in quello che sarebbe stato il suo segreto più prezioso.

Stordito dalla felicità che si era diramata fino a trafiggergli il cuore, Harry accettò il suo bacio con un sorriso.





Spazio autrice.

*proprio io che mi asciugo una lacrimuccia*

Stento a crederci ma siamo proprio arrivati alla fine, e questi stronzetti mi mancheranno per sempre.
È stata una storia un po' fuori dalla mia comfort zone ma vi ringrazio per ogni parola, vi leggo tutti e vi voglio un gran bene. Senza di voi tutto questo non sarebbe possibile. Spero la storia vi sia piaciuta e ne portiate con voi sempre una piccola parte.

Alla prossima.

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