5. IL SEGRETO DELL'ANIMA

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Y/N's pov:

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Y/N's pov:

Sveglia. Ho aperto gli occhi e ho visto...un fiume di sangue che scorreva lungo le mie braccia, con la stessa intenzione della pioggia sui vetri. Ci fu un altro colpo...un altro, un altro ancora; le mie urla in agonia squarciavano l'atmosfera spettrale che presentava quel macabro posto.
Lui era lì: sembrava godere del mio dolore, ogni volta che qualcosa nei suoi piani non andava come previsto,
Scendeva nel seminterrato dove mi teneva rinchiusa e sfogava la sua rabbia sul mio corpo privo di ogni forza. Più i giorni passavano e più sentivo l'oscurità avvolgere la mia anima. Nel corso di ogni minuto passato nel buio sentivo che pian piano stavo perdendo la testa.
Non riuscivo a dimostrarmi forte:
Il mio cuore batteva in un modo incontrollabile; non sarei riuscita a riprendere il controllo del mio cuore nemmeno se lo avessi tenuto legato stretto a delle redini.
Il mio respiro si fece sempre più pesante e debole, fino a spezzarsi completamente in gola all'ennesimo colpo di frusta, che schioccò duramente sulla mia schiena ormai distrutta. Il mio improvviso silenzio fece scatenare la sua ira infuocata, portandolo a colpirmi ancora più forte.

LEVI:  «Chi ti ha detto di smettere di contare? Stupida mocciosa, ora per colpa tua ho perso la concentrazione e devo ricominciare.»

Sbottò all'improvviso con tono freddo e impassibile, lanciandomi uno sguardo talmente acido e pieno di odio che mi penetrò come un proiettile nel cuore.
Le mie lacrime non smettevano di scendere dal mio viso sofferente, più il dolore era forte e più mi sentivo morire. Non posso cambiare il mio destino nemmeno se fosse scritto a matita. Non esistono cure specifiche o un nastro adesivo abbastanza resistente da tenere legati insieme i mille pezzi del mio cuore rotto. Anche se la verità fa male, non bisogna mascherare i sentimenti, è molto doloroso ma è così: il cuore te lo spezzano solo una volta...tutto il resto sono solo graffi.

LEVI: «Coraggio mocciosa, voglio sentire le tue urla. Sono certo che non ti dispiacerà affatto se versi ancora un pò di sangue. »

IO: «T-ti prego...basta...non disobbedirò più...per favore...»

LEVI: «Per favore cosa?»

Restai in silenzio. Con il suo sguardo sembrava leggermi l'anima.
Abbassai la testa con gli occhi chiusi,
I suoi occhi blu acciaio rispecchiano solo minaccia e freddezza.
Lui mi guardava in modo annoiato, ammirando lo spettacolo del terrore nei miei occhi.

LEVI: «Allora? Se stai cercando solo di farmi perdere tempo, sappilo che il dolore che ti procurerò sarà ancora più accecante. Ti conviene parlare se non vuoi fare una brutta fine. »

Sentivo il terrore scorrere attraverso i vasi sanguigni; ma dovevo farlo. Era stanca di restare in silenzio. Preferivo morire piuttosto che subire altro dolore atroce. Preferisco far spegnere la mia vita in modo rapido e indolore, la morte sarebbe diventata la soluzione migliore.

Y/N: «I-io v-voglio mo...morire. ti prego Levi uccidimi.»

Mi rivolse uno sguardo confuso. Non si sarebbe mai aspettato che avrei offerto la mia vita su un piatto d'argento.

LEVI: «Tsk...sei davvero ridicola. Pensi davvero che mostrando i tuoi pensieri suicida avrei provato pietà e ti avrei lasciata andare?TU. sei di mia proprietà. Ogni centimetro del tuo corpo mi appartiene. Per questo motivo io non ti ammazzerò, non subito per ora.»

Sotto i miei piedi si era formato un lao rosso cremisi. Un lago talmente scuro nel quale non era neanche possibile riflettere la propria immagine. Potrei anche sembrare una ragazza difficile perchè odio stare al centro dell'attenzione, ho paura di parlare liberamente di me perché mi spaventano le critiche.
Potrei avere persino un forte sentimento di sensibilità, ma sono pur sempre un essere umano.
E credo che arrivare al punto di desiderare la morte sia un altro tipo di livello. I miei occhi si inumidirono al solo pensiero di essere torturata l'ennesima volta.
Iniziai a tremare di paura, ma a lui non fece né caldo né freddo;
Cominciò a raggirarmi con passo lento proprio come fa un avvoltoio con la sua preda.
Un sorriso psicopatico si formò sul suo volto non appena attorcigliò una ciocca dei miei capelli tra le sue dita.
Lui provava piacere nel vedermi così terrorizzata; appena si portò le iocche all'altezza del suo viso sussultai di paura, lasciando scappare le lacrime che mi sono tenuta dentro per troppo tempo.

LEVI: «Shh...tranquilla mocciosa...questo è solo il tuo primo giorno. Siamo solo all'inizio...per ora abbiamo finito, ma ti aspetta ben altro...inoltre, devo ammettere che hai un ottimo profumo, piccola...
Sei così carina che mi fai venire voglia di prosciugarti completamentedal tuo sangue. Ma sai...poi dove sarebbe il divertimento se ti uccidessi in questo istante? Invece potrei morderti adesso solo per assaporare la tua dolcezza, e potrei aspettare prima di farti a pezzi. Mi vanno bene entrambe le opzioni...»

Ci fù qualche minuto di silenzio. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
Lui mi tolse lentamente le catene che erano legate ai miei polsi e attorno al mio collo.
Notai solo allora che indossavo un collare simile a quello per tenere a bada le bestie. Ma il dettaglio che possedeva quel collare in cuoio mi fece roteare gli occhi in modo infastidito; sulla targhetta d'argento era impressa una scritta "PROPRIETÀ DI LEVI ACKERMAN".
Sbarrai gli occhi incredula.
Non riuscivo a crederci che si divertiva ad umiliarmi in quel modo.
Lui, notando il mio fastidio scoppiò a ridere divertito.

LEVI: «Vedo che hai apprezzato la sorpresa che ti ho fatto.
Complimenti mocciosa, ti sta davvero bene.»

Io ricambiai lo sguardo con uno altrettanto acido.

Y/N: «Non sono il tuo fottuto animale domestico Levi, ficcatelo in testa. Prima o poi qualcuno si accorgerà della mia assenza. »

La sua espressione diventò cupa è indecifrabile, ma il suo sorriso amaro e sadico mi fece rabbrividire.

LEVI: «Se verrà qualcuno a salvarti...per te sarà già troppo tardi...arrenditi a me Y/N. Se combatti contro di me a testa alta, cercando di dimostrarti forte e senza paura, sappilo che sei pessima a recitare.
Si vede a lontani chilometri che stai trmando come una foglia. Mi sorprende davvero il tuo coraggio, mocciosa.»

In un attimo me lo ritrovai alle spalle, con le braccia cinghiate attorno alla mia vita e il mento poggiato tra la spalla e il collo. Non ebbi neanche il tempo per spostarmi dalla sua presa ferrea che in un nano secondo mi affondò i canini nella clavicola, facendomi gemere per il dolore improvviso.
Rimasi senza fiato: il dolore che provai si espanse rapidamente dalla spalla in tutto il corpo, quell'espansione di dolore fù estenuante; era come un fuoco gelido, ma era quasi insignificante rispetto a prima, come una piccola onda dopo uno tsunami.
Appena si staccò dal mio collo, quasi caddi all'indietro per la troppa debolezza; ero rimasta stordita, ma per fortuna rimasi ancora cosciente.
Mi portai una mano sulla ferita con fare esasperante. Lo guardai storto, mentre tenevo salda la presa.

Y/N:« S-sei...sei crudele...»

Il suo sguardo si fece subito serio.
In momento vidi l'inferno accendersi nei suoi occhi. Per un attimo il mio cuore perse un battito.
Ho giocato con il fuoco finendo incenerita tra le fiamme dell'inferno.

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