22. Together

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Capitolo 22: "Together"

*Chloe's Pov*

Vi è mai capitato di aspettare un evento o una giornata per così tanto tempo, che quando poi arriva non riuscite a crederci?
Uno di quei momenti che desiderate così tanto da sognarlo di notte? Che vi fa svegliare di soprassalto e vi rattrista perché purtroppo non è ancora successo?
Era esattamente ciò che mi successe, aspettai quel momento per ben 9 giorni ed era finalmente arrivato.
Era il 21 novembre e Federico da lì a poco sarebbe arrivato in stazione.

Il giorno precedente si era disputata la seconda amichevole, quella contro l'Austria, ma purtroppo
non andrò bene come invece avemmo sperato. Perdemmo 2-0 e malgrado lo sconforto mi buttò terribilmente giù, non riuscii ad essere triste quel giorno.

Il solo pensiero di rivederlo mi fece svegliare euforica, non che avessi dormito molto quella notte. Mi svegliai presto e mi preparai in un attimo, scelsi con cura il mio outfit, un jeans strappato alle ginocchia e una felpa blu con delle strisce bianche sulle braccia.

Uscii dalla mia camera e in preda all'agitazione cercai le chiavi dell'auto. Possibile che quando si è di fretta si vadano a nascondere nei posti più strani?

Quando le trovai, corsi alla porta e mi precipitai in strada.

Quella giornata era destinata ad essere all'insegna dell'euforia, qualsiasi cosa facessi mi mandava in ansia.

Non potevo ancora crederci che finalmente l'avrei rivisto.
Guidai tranquilla verso la stazione, il traffico scorreva abbastanza velocemente e i nuvoloni grigi mi stavano letteralmente guidando nella direzione che stavo percorrendo.

Arrivata in stazione, mi avviai sul binario, dove scorsi Thessa, già lì che aspettava Manuel.

Mi avvicinai con passo spedito e quando la raggiunsi le poggiai una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.

«Chloe» disse appena mi vide, il sorriso che si fece largo sul suo viso era radioso, capace di illumare anche quella giornata nuovosa.
«Ciao Thessa» l'abbracciai fortissimo e le chiesi come stesse.
Parlare con lei mi alleviò l'ansia e la preoccupazione che trovai quel giorno.
Perché mi ero finalmente convinta, volevo dirgli tutto quello che provavo, come mi sentivo quando ero con lui. Presi quella decisione quando tornai a casa dall'ospedale, il modo in cui si era preoccupato per me, come fosse geloso di Nico, malgrado sapesse benissimo che avesse già una famiglia, per me quelli erano tutti segnali che anche lui provava lo stesso per me.

«Stavo pensando, non è che ti andrebbe di uscire una di queste sere? Con Manuel e Federico? Le mie giornate stanno diventando troppo sedentarie e ho paura di diventare tutt'uno col divano» disse ridacchiando.
«Certo mi farebbe molto piacere» dissi mentre annuivo.

Probabilmente potevo risultare ripetitiva, ma Thessa era davvero una ragazza speciale.

Restammo a parlare finché non venne annunciato l'arrivo del treno.

Finalmente l'attesa era finita.
Lo vidi arrivare in lontananza, iniziò man mano a perdere velocità, fino a fermarsi.
Per un attimo non accadde nulla, poi le porte si aprirono e i ragazzi iniziarono a scendere.
Tra i primi ci fu Manuel che corse ad abbracciare Thessa, mentre io restai a guardarli ammirata. Erano davvero una bellissima coppia.
«Ciao Chloe» mi salutò Manuel con un sorriso.
«Ciao Manu» ricambiai il saluto, stringendomi poi nelle mie spalle. Dalla fretta dimenticai di prendere il giacchetto e ne pagai le conseguenze.
Il freddo fu capace di entrarmi nelle ossa, insediatosi in esse rendendole estremamente rigide.

L'intervista || Federico Chiesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora