Capitolo 12

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«E ora le ultime notizie: un ragazzo, circa sui diciott'anni è stato ritrovato nel bosco al limitare della città. Era ormai privo di vita e si ipotizza un aggredimento da una creatura notturna poiché sul corpo del giovane sono state ritrovate molte ferite e anche alcuni peli che sembrerebbero essere di lupo. Gli agenti stanno continuando a lavorare sul caso e ci terranno informati. Per ora è tutto»
Keira spense il televisore. La reporter aveva parlato chiaro, nel bosco c'era stata un aggressione. Quando l'immagine del diciottenne era comparsa sullo schermo lei aveva temuto il peggio, credeva che fosse un suo amico, invece non era nessuno di familiare. A ripensare all'immagine del ragazzo provò disgusto: non dovrebbero far vedere queste immagini in televisione. I tagli sul corpo del ragazzo erano quasi innaturali, la carne sfregiata.
Keira si chiese cosa poteva essere stato a fare questo. Un lupo?
Non ci poteva credere, i lupi le erano sempre piaciuti.

Erano le 7:40 del mattino e a quel punto suonò il campanello. Lei si alzò dalla poltrona del salotto e andò verso la porta: sapeva già chi era così raccolse lo zaino da terra e se lo mise in spalla. Decise di scacciare il pensiero di poco prima e quando si sentì pronta, abbassò la maniglia.
Quando aprì vide subito la figura di Samantha che come ogni mattina passava da casa sua per fare il tragitto fino a scuola insieme.
Keira salutò l'amica con un abbraccio ma a quel puntò sentì rombare un motore in strada dietro di loro e si accorse che una macchina nera sportiva era in sosta nel vialetto. Nella decappottabile Keira riconobbe subito Audley e Pete.
«E quella da dove arriva?» chiese lei indicando il costoso gioiellino che aveva davanti.
«Direttamente dalla concessionaria for you baby» disse Pete ridendo, la chioma bionda che si alzava e si abbassava a ogni movimento. Lui era al posto del guidatore, le mani sul volante.
«Siamo venuti con Sam a prenderti quindi forza, saltate sù» aggiunse Audley.
«Ma voi non andate più a scuola, non ha senso» rispose Keira ridendo.
«Ammettilo Pete che volevi far fare un giretto a questa nuova macchinina» disse Sam aprendo la portiera dei posti dietro. L'amica stava per seguirla ma poi Audley le disse: «Aspetta, ti va se io vengo dietro e tu vieni nel posto davanti?»
«Va bene, nessun problema»
Quindi si sedette al posto del passeggero e dopodiché i quattro amici partirono sgommando.
Mentre Keira aveva cominciato a parlare con Pete si accorse che Samantha e Audley si erano presi per mano e ridevano scherzosamente per qualcosa che si erano detti. In quel momento Keira si rese conto di stare assistendo all'inizio di qualcosa, anche se non sapeva bene cosa. Prima di fermarsi a scuola fecero due giri dell'isolato a tutta velocità, poiché all'inizio erano arrivati in anticipo.
Quando alla fine parcheggiarono a scuola gli amici si salutarono e Audley e Pete dissero che sarebbero andati a fare un giro da queste parti a comprare qualcosa da mangiare.
Sam e Keira erano sulle scale principali quando sentirono la campanella suonare così entrarono.
A quel punto le due ragazze si diressero verso la loro aula ma quando entrarono era deserta. Si guardarono e poi Samantha scoppiò a ridere: «Quanto siamo stupide? Abbiamo chimica oggi!» A quel punto Keira capì e rise anche lei poi insieme corsero verso il laboratorio.
Qundo entrarono i posti liberi rimasti erano solo quello vicino a Garrett, l'intellettuale della classe che stava appunto consultando un enciclopedia e, quello vicino a Josh.
Keira non fece neanche in tempo a fare un passo che l'amica si stava già sedendo nel posto vicino a Garrett.
Lei, rimasta in piedi, guardò l'unico posto vuoto, poi lanciò un occhiata a Sam che le rivolse un sorriso innocente. A quel punto il professore di chimica la congedò al suo posto, cioè quello vicino a Josh.
La lezione incominciò e i compagni cominciarono i loro esperimenti guardando nei microscopi e trascrivendo osservazioni.
«Non dovevi starmi lontano?» le chiese Josh dopo un tempo che pareva un'eternità. Anche loro avevano incominciato a lavorare ma facevano ognuno per conto proprio.
Il bancone era stretto e lo spazio tra di loro era terribilmente poco.
«Insomma non che io non ti voglia vicino, ma è quello che hai detto tu» la stuzzicò lui. Keira sentiva il suo respiro sul collo mentre lui parlava e dei brividi la percorsero per tutta la schiena.
«Beh evidentemente nessuno si vuole sedere vicino a te se l'unico posto vuoto in tutta la classe era questo» rispose lei «e ti prego, non starmi così vicino» aggiunse con sguardo supplice.
Lui si mise a ridere e, avvicinandosi ancora più di prima disse: «Cos'è non riesci a concentrarti abbastanza?» poi rise di nuovo.
Keira a quel punto decise di ignorarlo. Si mise ad osservare dentro al microscopio con lui che osservava lei.
«Guarda tu»
Josh si mise ad osservare anche lui attraverso la lente.
«È la seconda opzione.» disse lui smettendo di osservare e indicando il foglio con il test di chimica.
«Si, lo sapevo già»
«Secchiona»
«Impiccione»
A quel punto Keira si mise a ridere e diede una pacca sulla spalla a Josh che però fece una smorfia di dolore.
«Cos'hai?» gli chiese lei che senza accorgersene si era già preoccupata.
«Niente» disse lui divenuto cupo.
Lei allungò la mano e sfiorò piano la spalla di Josh che questa volta non disse nulla.
Keira avvertì qualcosa toccando la sua spalla attraverso la maglietta. Forse sotto aveva una botta.
«Cosa ti sei fatto?» insistè lei dolcemente.
«Niente» ripeté lui.
A quel punto il professore venne verso di loro.
«Signori, se volete chiacchierare potete tranquillamente farlo fuori lasciando l'aula oppure evitate di disturbare la lezione. Grazie» la voce del professor Lamperby era tutt'altro che gentile.
«Stavamo parlando dell'esperimento prof!» disse Josh con una vocina innocente e Keira scoppiò quasi a ridere.
Dopo poco tempo la lezione finì e i due consegnarono il test.
Le altre quattro ore della mattinata scolastica furono monotone e noiose ma poi finalmente l'ultima campanella suonò.
Per fortuna la prof la settimana scorsa aveva cambiato i posti di banco e così Keira non era più vicino a Josh, in classe, ma lei pensò che oggi le sarebbe tornato utile perché avrebbe potuto indagare sulla spalla dell'amico.
All'uscita, Keira si precipitò fuori dall'aula senza aspettare Samantha perché era decisa ad inseguire Josh che se ne era già andato.
«Fermati!» gli urlò quando lo vide camminare nel cortile. Molti studenti si voltarono verso di lei.
Lui si fermò e si voltò sospirando.
«Mi segui, adesso?» disse lui quando lei gli si avvicinò.
«Voglio sapere cosa hai sulla spalla»
«Non hai mai visto qualcuno che si è fatto male?»
«È diverso» ribatté lei.
Josh sospirò di nuovo e poi le disse:
« Vieni»
Lui le prese il braccio e la trascinò via dalla folla di ragazzi che si erano riuniti a chiacchierare nel cortile.
Camminarono un po' in silenzio, attraversarono un prato e poi finalmente lui si fermò vicino ad un grosso salice che Keira non aveva mai visto.
«Come hai trovato questo posto?» chiese lei guardandosi intorno affascinata.
«Ci vengo spesso quando devo pensare»
Josh la prese per mano e la trascinò sotto il salice poi si sedettero.
Il panorama era magnifico.
Attraverso le lunghe e cadenti foglie del salice si estendeva il cielo azzurro e sotto un incantevole prato pieno di mille specie di fiori diversi, dalle margherite alle violette ai papaveri.
Rimasero assorti nei loro pensieri per un paio di minuti, seduti contro la corteccia dell'albero spalla contro spalla, poi Keira si voltò verso Josh e i loro sguardi si incontrarono.
«Ehm, devi farmi vedere la spalla» disse lei rompendo il silenzio, ma c'era poca sicurezza nella sua voce.
«Se proprio insiste signorina infermiera» rispose lui allontanandosi appena dal albero e afferrando i lembi della maglietta.
«Insisto, insisto» rise Keira.
E fu a quel punto che Josh si levò la maglia.
Il suo torace era ben scolpito dai muscoli che però non erano eccessivi.
Era...perfetto.
Ma lei si risvegliò dai suoi pensieri ben presto poiché qualcos'altro aveva attirato la sua attenzione.
«O mio dio» esclamò lei portandosi una mano alla bocca.
Un profondo taglio attraversava tutto il fianco del ragazzo che però si stava richiudendo formando una cicatrice. Una grossa cicatrice.
Poi Josh si voltò e Keira finalmente vide la spalla. Anche essa era attraversata da un profondo taglio che assomigliava molto a quello precedente ma forse era anche più profondo.
«O mio dio» ripeté lei. Sembrava che in quel momento non riuscisse a dire nient'altro.
«Visto? Bel disastro» si limitò ad esclamare lui.
A quel punto Keira si alzò in piedi e lui un attimo dopo fece altrettanto.
Lei indietreggiò e fu allora che ricordò.
«Io ho già visto quei tagli» sussurrò lei guardando a terra.
Poi alzò lo sguardo verso Josh che aveva l'aria preoccupata.
Dopo averlo guardato negli occhi lei iniziò ad allontanarsi per andarsene, ma lui la seguì.
Lui la chiamò ma dovette richiamarla una seconda volta prima che lei si voltasse.
«Cosa sei?» gli chiese lei piano, voltandosi.
Forse non aveva nemmeno intenzione di dirlo a voce alta, forse era solo un insistente pensiero.

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