Capitolo 18

599 40 0
                                    

La mattina dopo, Keira fu svegliata dalla tenue luce del sole che entrava dalla finestra. Si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi poi si allungò verso la sveglia sul suo comodino per vedere che ore erano: le sette e mezza del mattino. "Non è possibile che io abbia dormito una giornata intera! Mi sono addormentata ieri mattina e mi sono svegliata oggi? Per lo più senza mangiare nulla!" pensò la ragazza sorpresa. Eppure nemmeno dopo un intero giorno senza toccare cibo aveva fame, ma alla fine decise di alzarsi e andare in bagno a lavarsi la faccia, vestirsi, poi andare al piano di sotto a fare colazione. Mentre scendeva le scale, non poté fare a meno di pensare che Josh non fosse accanto a lei al suo risveglio. Le aveva fatto tante promesse ieri, "Non ti lascerò mai sola" "sarò sempre con te!" eppure stamattina non c'era. Forse si era stancato di vederla dormire e aveva deciso di tornare dal suo branco, oppure non voleva fa insospettire proprio loro e quindi era tornato là per la notte. Probabilmente si comportava da egoista, però Keira avrebbe voluto che Josh fosse comunque con lei in quel momento. Dopotutto era lei che era posseduta da uno strano spirito maligno, non lui. Poi lei era umana, e non sapeva nulla del mondo dei lupi mannari, e l'unico che poteva aiutarla era quel ragazzo. Un po' amareggiata si fece un panino alla marmellata e si sedette su una delle sedie della cucina, contemplando il muro.
«Keira, quella marmellata era per la crostata alle ciliegie...non dovevi mangiarla.» esclamò la nonna entrando nella stanza per poi prendere il vasetto e rimetterlo al suo posto.
«Scusa nonna non me lo ricordavo» rispose la ragazza non realmente dispiaciuta. La signora Clara ne aveva comunque anche troppi di vasetti di marmellata per fare le sue torte, uno di meno non avrebbe fatto la differenza.
«Comunque, tu non dovresti essere a scuola?» chiese la nonna.
«Oh, già, mi ero dimenticata di dirti che hanno chiuso almeno fino alle vacanze di natale. Ieri si sono rotti tutti i bagni e ci vorrà tanto per ripararli» mentì Keira. Dopotutto non era così male nell'inventarsi le bugie sul momento.
«Bene, bene. Allora io torno di sopra» disse la signora Clara con voce pacata.
Dopo averla scampata in quella discussione, la ragazza tornò nella sua stanza e si rimise sul letto. Quella mattina non si sentiva male né si sentiva strana, solo un po' stanca benché avesse dormito moltissimo. In quel momento le squillò il cellulare che aveva lasciato sulla scrivania: era Samantha naturalmente che l'aveva già chiamata altre dieci volte e le aveva lasciato ventidue sms.
«Ciao Sam, dimmi»disse Keira rispondendo alla telefonata.
«Hai risposto! Ma che fine avevi fatto? Mi hai fatta preoccupare tantissimo!» disse l'amica tutto d'un fiato.
«Scusa se non ho risposto ieri, ma sono malata quindi dormivo...»
«Cavolo cos'hai?» Di sottofondo si sentiva della musica quindi nemmeno Samantha era a scuola, ed evidentemente non aveva l'intenzione di andarci.
«Nulla di grave, un po' di febbre però non vado a scuola»
«Fai bene! Non ci vado nemmeno io!» disse l'amica ridendo con quel suo tono squillante. «Ti va se passo a trovarti?» chiese poi Sam dopo alcuni secondi di silenzio.
«Uhm, si certo mi farebbe piacere» rispose Keira. La verità era che lei non avrebbe mai rifiutato di vedere la sua migliore amica però quel giorno ne avrebbe fatto a meno, perché avrebbe dovuto dirle che non sarebbe più tornata a scuola senza poterle dare spiegazioni. Era terribilmente brutto dover mentire a tutti, anche le persone a cui voleva più bene, ma doveva farlo.
«Allora aspetta dieci minuti e sono lì» poi Sam riattaccò senza salutare, come faceva praticamente sempre.
Trenta minuti dopo, (e non dieci), le due amiche erano insieme sul letto di Keira.

«Non ci posso credere che fra poco sia già natale! Sembrava solo ieri che è iniziata la scuola, e invece!» esclamò Samantha con un gridolino. Lei amava le vacanze di Natale perché faceva sempre un sacco di cose: andava a parecchie feste e poi coi genitori andava persino a sciare a Idre Fjall, uno dei posti più famosi qui in Svezia e dove ci si fa un mucchio di amici. Una volta le aveva raccontato che aveva conosciuto un olandese che le faceva un regalo al giorno e tra i tanti regali c'era anche un peluches gigante ripieno di caramelle.
«Non vedo l'ora di essere sulle piste innevate...poi l'anno scorso avevo conosciuto un tedesco che era magnifico! Non capisco perché tu non venga mai a sciare con noi...» continuò Samantha con sguardo sognante.
«Sai che devo restare con la nonna...» ricordò dispiaciuta Keira all'amica. Anche se amava sciare, e soprattutto andare sullo snowboard, non poteva abbandonare qui sua nonna e andarsene una settimana dall'altra parte della Svezia a divertirsi. Se fosse successo qualcosa alla signora Clara non se lo sarebbe mai perdonato.
«Giusto» disse Sam comprensiva. «Comunque, come stai adesso?» chiese a Keira cambiando argomento.
«Abbastanza bene» rispose lei restando sul vago. Era il momento giusto. «Senti, io devo dirti una cosa importante. Non posso più continuare a venire a scuola. Non posso darti una spiegazione, perché mi è stato proibito di farlo, però e così: non verrò più. Mi dispiace Sam però ti prego non farmi domande, renderesti le cose ancora più difficili di quel che sono» concluse la ragazza con un sospiro.
L'amica subito non disse nulla. Una delle cose più difficili per Samantha era non poter sapere una cosa. Forse ci rimaneva più male per quello, che per il fatto che Keira non potesse più andarci con lei. Però alla fine disse:«Beh evidentemente è una di quelle cose vitali e io non posso fare nulla per farti cambiare idea quindi okay, sopravviverò»
«Grazie Sam sei la migliore» sussurrò Keira abbracciandola. L'amica aveva vinto sulla curiosità anche se dallo sguardo si notava che era dispiaciuta. Infatti c'era ancora un po' di tensione nell'aria così la ragazza si alzò dal letto e andò alla finestra. Guardando fuori vide che le case erano tutte addobbate con le luci di natale e che alcuni pini si illuminavano ad intermittenza. Inoltre il terreno era ricoperto da un lieve velo di neve che stava attaccando proprio ora: soffici fiocchi di neve scendevano lentamente  dal cielo.
«Nevica Sam!» esclamò lei all'amica indicando fuori.
«Oddio non è vero!» Samantha si precipitò alla finestra e quando guardò fuori lanciò un grido esultante alzando i pugni in aria. «Lo sai cosa vuol dire questo vero? Che oggi pomeriggio ci sarà già tantissima neve in giro! Potremo andare a fare a palle di neve con i nostri amici!»
Subito Keira pensò che non fosse una buona idea, dato che lei non era al massimo delle forze e sarebbe dovuta restare in casa, però poi pensò a Josh che non si era fatto vivo, e si disse che se lui dava così poca importanza alla sua situazione da non farsi vedere, allora poteva farlo anche lei, così rispose: «Non vedo l'ora!» e abbracciò nuovamente l'amica.

*****
«Ehi la faccia non vale! Quindi siamo ancora a pari punteggio!» gridò Sam dopo essersi beccata una palla di neve in pieno viso da parte di Audley. Alla fine dopo quella serata a casa dell'amica dove i due avevano annunciato di essersi messi insieme, ma dato che erano ubriachi non si sapeva se era vero, stavano insieme sul serio.
«Mel hai mandata tutta dentro la giacca, ora sto gelando!» continuò Sam cercando di pulirsi dalla neve.
«Scusa amore» sussurrò Audley avvicinandosi a lei per poi darle un dolce bacio a stampo. Keira distolse lo sguardo imbarazzata e tornò a concentrarsi su Pete, che la mancò per un pelo con un tiro.
«Adesso ti faccio vedere io!» urlò Keira all'amico correndo verso di lui e spiaccicandogli la neve nei capelli biondi che erano ormai tutti bagnati.
Era pomeriggio inoltrato e i quattro amici si erano ritrovati al limitare del bosco per giocare con la neve come previsto. All'inizio c'erano solo loro, poi si erano aggiunti altri ragazzi con le stesse intenzioni.
«Vuoi guerra?» disse Pete solenne chinandosi per raccogliere manciate di neve. Keira iniziò a scappare per evitare i lanci dell'amico ma lui iniziò a rincorrerla. Correvano ridendo in mezzo alle altre persone che quando non riuscivano a scostarsi cadevano a terra. Lei si sentiva incredibilmente bene, fino a quel momento l'anima dentro di lei non si era fatta sentire.
«Accidenti mi sono incastrata!» esclamò Keira cercando di tirare fuori la sua gamba da un enorme cumulo soffice.
«Presa!» disse Pete raggiungendola e cingendola in vita con le braccia muscolose.
«Così cadiamo attento!»disse la ragazza ridendo di gusto. Poi un altro ragazzo li urtò per sbaglio e finirono entrambi dentro al cumulo di neve dove Keira era rimasta bloccata. Pete era caduto disteso sopra di lei, che era distesa sotto. I loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro, i nasi si sfioravano. Lui era incredibilmente bello con i capelli arruffati e gli occhi grigi penetranti che la guardavano intensamente, le braccia lungo i suoi fianchi.
«Pete, un altro po' di tempo qui dentro e ci rimarrò bloccata per sempre» sussurrò lei al ragazzo che, dopo alcuni minuti, sembrò risvegliarsi dal mondo dei sogni.
«Giusto» rispose lui e si staccò da lei alzandosi in piedi, e aiutandola.
In quel momento Audley e Sam li raggiunsero e l'amica disse:«Ho vinto io naturalmente» e lui la guardò sorridendo. Era proprio innamorato, Samantha era stata fortunata ad aver trovato un ragazzo come lui. «Comunque che stavate facendo voi qui?» continuò lei sospettosa.
«Niente, siamo caduti ed eravamo rimasti incastrati mentre facevamo la battaglia» rispose Keira tranquilla.
«Beh ragazzi, che ne dite di un bel caffè di Starbucks per riscaldarci?» propose Audley interrompendole e tutti concordarono che era un idea fantastica, così si diressero tutti insieme verso il centro della città.

WOLF Il segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora