Supposed to be fake |K. Bakugou x reader|

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<<non dire una parola>>
sentenziai entrando nell'auto del biondino che rise di gusto
<<non ti avevo mai visto con con vestito addosso, mi sento onorato>>
continuò a provocarmi
<<vogliamo parlare di te?? Porti una camicia, non ti ho mai visto indossarne una neanche alla cerimonia di diploma>>
ribattei. Lui fece una smorfia
<<sarà pieno di paparazzi intorno al ristorante sta sera, devo fare le cose per bene e come si deve per essere il migliore, e se vestirmi così e mettermi ghingheri farà sembrare ancora più reale questa situazione, allora meglio che io abbia messo questa camicia di merda.>>
mi rispose. io risi
<<sei sempre il solito Bakugou>>
scossi la testa divertita per poi guardare fuori dal finestrino.
<<quelle due sclerotiche delle nostre segretarie hanno prenotato ad un ristorante in centro città, la posizione per i paparazzi è perfetta, il problema è che mangiare in quei posti stellati di merda a me fa schifo quanto ne fa a te>>
continuò a parlare
<<è proprio vero porcatroia, paghi duecento dollari  (come sempre metterò il denaro in dollari perché non ho voglia di convertire il tutto in yen perdonatemi :) di cena per poi uscire ancora più affamato di prima dal ristorante perché portano delle porzioni che non sarebbero neanche in grado di sfamare dei topi>>
dissi indignata
<<o forse sei tu che mangi come una balena>>
disse prendendomi in giro. Mi girai sconcertata
<<stai per caso dicendo che mangio troppo o che sono grassa?! Sei un maledetto testa di cazzo, tu mangi come un bisonte!>>
dissi tirandogli due schiaffi e lui fece una mossa per pararsi dalle mie manate mentre cercava anche di guidare e guardare la strada. Ovviamente non ero affatto arrabbiata, sapevo che non si sarebbe mai permesso di fare una battuta del genere ad una persona qualsiasi e che fosse puramente ironico perché si trattava di me, infatti il mio tono indignato venne contraddetto dalle mie seguenti risate mentre tentavo di picchiarlo
<<piantala miccia o andremo a sbattere>>
disse ridendo a sua volta. Mi girai verso il finestrino fingendomi offesa, così dopo degli attimi di silenzio lui borbottò
<<non intendevo quello razza di deficiente, piantala di fare la bambina offesa. Sei bella e sai che lo penso>>
appena concluse quella frase rimasi interdetta. mi girai verso di lui che era intento a squadrarmi da capo a piedi anche se ero seduta e quando i nostri sguardi si incrociarono arrossii. Io e lui eravamo migliori amici da così tanto tempo eppure una cosa così spontanea e dolce come quella che mi aveva appena detto non gliel'avevo sentita mai dire, a parte in qualche rara occasione.
Provai una strana sensazione e probabilmente anche lui, poiché rimanemmo imbarazzati per qualche istante così mi decisi a parlare
<<beh non sei male neanche tu sta sera. Ma non abituarti ai miei complimenti dannata testa calda perchè non te ne farò altri. Il tuo ego basta di per se>>
risi
<<cosa vorresti dire scusa>>
chiese irritato
<<che sei un narcisista patologico perché sai di essere bel ragazzo>>
continuai a blaterare per infastidirlo. Nel frattempo il biondino parcheggiò l'auto facendomi notare di essere arrivati per poi rispondermi
<<quindi pensi che io sia un bel ragazzo?>>
mi guardò con un ghigno appartenente alla sua solita espressione provocatoria definibile anche come faccia da schiaffi che aveva ogni volta che capiva di poterla avere vinta su qualcosa nei miei confronti.
Spense l'auto continuando a fissarmi con aria vittoriosa, come se l'informazione che io gli avessi dato sull'essere un bel ragazzo avesse ingigantito nuovamente il suo maledetto e smisurato ego.
Arrossii nuovamente e senza guardarlo di nuovo aprii la portiera dell'auto per scendere evitando di rispondergli...sapeva benissimo che pensavo ciò che avevo appena detto, non glielo avrei confermato nuovamente
<<va al diavolo Bakugou>>
chiusi la portiera e mi avvicinai al ristorante sentendolo ridere da dentro l'auto...la sua risata mi fece sorridere ma continuai a camminare senza guardarmi indietro perché il mio orgoglio mi impediva di continuare a cedere alle sue provocazioni. Da quel momento capii che sarebbe stata una lunga serata.