I Ghiri dovrebbero dormire, non aggirarsi negli uffici altrui

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Era iniziato tutto come uno scherzo.

Una sfida innocente, qualcosa con cui fare cameratismo con le altre reclute.

Una prova di coraggio, dove dare sfoggio della propria audacia davanti a tutti.

Una stupida bravata.


E la giovane recluta, conosciuta con l'odioso e insopportabile nomignolo "Ghiro", moriva dalla voglia di riscattarsi davanti ai suoi compagni di squadra.

Qualsiasi cosa pur di lavare via l'onta di essersi addormentata durante un'assemblea, russando rumorosamente e a quanto dicevano le malelingue, sbavando anche un po'.

Senza contare che il tutto le era costato una settimana di pulizie dei bagni, oltre alla sua dignità.

Quando era entrata nel programma, la povera Ghiro aveva immaginato per sé un'immagine ben diversa rispetto a quella di un pigro e sonnolento criceto dalla coda lunga.

Più qualcosa come "Viper", "Mantis", "Tiger" insomma animali forti, letali e spaventosi.

Invece no, la soldatessa si era ritrovata quello stupido soprannome, che i suoi nuovi compagni non si trattenevano dal ricordarle ogni singolo giorno. Praticamente non aveva più un nome o un cognome, era soltanto Ghiro. Lei sapeva di essere brava, forse non la più brava, ma sapeva di possedere una tenacia e una resistenza superiore alla norma. Forse proprio grazie ad anni passati ad essere ridicolizzata dalle proprie compagne di scuola.

In un ambiente come quello militare l'apparenza spesso era fondamentale per sopravvivere, bisognava essere tosti, duri e diciamoci la verità, se eri una donna dovevi esserlo almeno il doppio, se non il triplo. Farsi un nome era una necessità, cancellare l'onta una crociata personale.

Ecco perché quando Sam Turner, una delle reclute che le aveva affibbiato il nomignolo, aveva lanciato la sfida al gruppo di ragazzi, Ghiro aveva deciso di cogliere la palla al balzo.

-Lo faccio io.-

Si erano tutti voltati verso di lei, nessuno aveva badato al suo ingresso nella stanza comune. Sam l'aveva guardata con aria di sfida, divertito, forse perché già pregustava il suo fallimento o forse perché non la credeva realmente capace di quella missione. Perché sì, agli occhi di Ghiro, quella ora era una vera e propria missione.

La sfida era semplice: entrare nell'ufficio di uno degli ufficiali, quando questo era assente e prendere qualcosa come memento. Non era tanto la difficoltà a spaventare le giovani reclute, entrare in uno di quegli uffici non era poi così complicato, era la posta in gioco che era altissima. Se la recluta fosse stata abbastanza sfortunata da essere beccata con le mani nel sacco, non avrebbe rischiato solo un richiamo disciplinare.

Ma Ghiro non era una sciocca, né una sprovveduta, aveva valutato molto bene i rischi. Era minuta, più dei suoi commilitoni e aveva un "talento" per passare inosservata, abilità che forse ai tempi del liceo l'aveva fatta sentire uno schifo, ma ora finalmente portava i suoi frutti.

-Come no Ghiro, non è una gara a chi russa di più-

Ghiro digrignò i denti alla risposta di Sam, che la guardava esattamente come fece Melissa Connor in terza liceo, quando le aveva chiesto di potersi unire a lei e alle sue amiche all'ora di pranzo. Ghiro avrebbe voluto tirare un cazzotto su quel sorrisetto arrogante, ma si trattenne.

-Sono seria, vado io.-


Come ho già detto, Ghiro aveva valutato molto bene i rischi e anche le varie possibilità, se doveva scegliere l'ufficio di qualcuno, allora sapeva perfettamente dove andare. C'era il tenente Marrow, un uomo stranamente comprensivo quando si trattava di scherzi o sfide, a quanto si diceva per la base, lui stesso in gioventù aveva terrorizzato i propri superiori con le sue bravate. Anche se fosse stata beccata era certa che la punizione non sarebbe stata poi così tremenda.

Sweet Tooth (Simon Ghost Riley x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora