Una volta un Ghiro ha vinto un Oscar come miglior animale protagonista

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TW: Insulti e omofobia, ma qui noi gli omofobi li pestiamo.



Quattro macchie scure.

C'erano quattro macchie di origine sconosciuta sul soffitto della camerata, che impregnavano i pannelli, Ghiro lo aveva scoperto durante il tempo in cui era rimasta a fissare il vuoto, distesa sulla sua branda.

Non ci aveva mai fatto caso prima, troppo occupata a fantasticare sulle labbra screpolate del tenente, sulle sue mani ruvide e forti, su quella schiena ampia e incredibilmente calda, ma ora che non poteva far altro che aspettare e, troppo agitata per perdersi in fantasie romantiche ad occhi aperti, aveva iniziato a studiare con attenzione il soffitto.

Che si era scoperto disgustosamente sporco e probabilmente con infiltrazioni di muffa, un toccasana per la salute dei soldati.

Forse, si disse Ghiro cercando di trovare sempre il lato positivo delle cose, se davvero l'avessero buttata fuori dal programma di addestramento,  avrebbe potuto lavorare come donna delle pulizie della base, specializzata in soffitti e tenebrosi tenenti.

, si disse Ghiro cercando di farsi forza, avrebbe pulito lei quelle macchie misteriose, un piccolo sacrificio pur di poter visitare indisturbata l'ufficio del tenente. A quel punto non sarebbero più neanche stati superiore e subordinato e la ragazza avrebbe potuto flirtare senza freni, sfoggiare tutto il suo charme o, più realisticamente, supplicare l'uomo in ginocchio di darle una chance.

Era certa che Turner avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per rovinarla, non l'avrebbe mai passata liscia dopo aver colpito così a fondo l'ego di quel ragazzo. Poteva già sentirlo lagnarsi con i superiori di lei, accusandola di essere rissosa e violenta,  forse avrebbe persino aggiunto, sotto forma di maligna osservazione, che Ghiro quel giorno era isterica, forse perché in quel periodo del mese. Non sarebbe stata la prima volta sentirsi addurre al proprio carattere impulsivo una correlazione con il proprio ciclo mestruale.

Ghiro sospirò piano, tornando a fissare la quarta macchia scura, poco distante dalla sua branda, quando la porta della camerata si aprì, ma lei non ci badò molto, pensando si trattasse di una delle sue compagne di camerata.

-Ehi, Ghiro, vieni con me-

La voce maschile la fece balzare immediatamente in piedi ed un incredibilmente serio John MacTavish l'attendeva sulla soglia della porta, Ghiro lo osservò sorpresa e innervosita, così tanto che non reagì neanche all'odiato nomignolo.

Di già?

La recluta annuì all'uomo e si mise subito dietro di lui, mentre a veloci falcate attraversavano la base fino ad arrivare all'ala medica. MacTavish fu insolitamente silenzioso per tutto il percorso. Ghiro non riusciva a decifrare il comportamento del sergente, così lontano dalla sua aria allegra e scanzonata. Non sapeva se addurre il silenzio alla professionalità, che sul campo non gli mancava, oppure alla tensione di essere ambasciatore di cattive notizie, cosa che non fece altro che aumentare l'ansia che ristagnava nello stomaco della giovane.


Davanti ad una porta bianca c'era il tenente, in tutta la sua magnifica stazza. Braccia conserte e schiena ingobbita dal peso dei suoi stessi pensieri, mentre gli occhi, a malapena visibili sotto al balaklava, erano puntati sul pavimento, piegati in un'espressione concentrata e afflitta, che durò poco, perché non appena registrò l'arrivo di Ghiro e MacTavish, si raddrizzò immediatamente, indossando una maschera di neutralità.

-Dobbiamo parlare soldato-

Ghiro deglutì più rumorosamente del dovuto, mentre MacTavish, silenzioso come un fantasma, fece solo un cenno al proprio superiore prima di dileguarsi.

Sweet Tooth (Simon Ghost Riley x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora