Il giorno dopo, io e Oliver ci svegliamo presto e ci prepariamo per la nostra nuova giornata. Vesto Oliver con cura e gli metto uno zainetto con dentro un cambio di vestiti e un gioco. Poi mi vesto anch'io con eleganza e mi metto una cartella con dentro i documenti necessari. Poi usciamo dall'appartamento e scendiamo le scale fino al pianterreno, dove c'è la mia auto. Saliamo in auto e partiamo verso il centro per l'impiego.
Arrivo al centro per l'impiego e parcheggio l'auto davanti all'ingresso. Scendo dall'auto e prendo Oliver in braccio. Entro nel centro e mi presento alla reception. Dico che ero il nuovo servizio sociale e che dovevo portare mio fratello alla scuola materna. La reception mi riconosce e mi saluta con gentilezza.
<<Buongiorno, signor Munks. Benvenuto al centro per l'impiego>>. Mi dice la reception.
<<Buongiorno>>.
<<Buongiorno, piccolo Oliver. Benvenuto alla scuola materna>>. Dice la reception a Oliver.
<<Buongiorno>>. Dice Oliver alla reception.
<<La scuola materna è qui vicino. Basta seguire le indicazioni>>. Mi dice la reception.
<<Grazie>>.
<<Prego>>. Mi dice la reception.
Seguo le indicazioni e arrivo alla porta della scuola materna. Busso alla porta e una voce mi dice di entrare. Apro la porta ed entro nella scuola materna.
Lì c'era una donna che stava accogliendo i bambini che arrivavano con i loro genitori. Era la maestra della scuola materna. Era una donna giovane, con i capelli biondi e gli occhi verdi. Indossava un abito a fiori e un grembiule bianco. Aveva un'aria dolce e simpatica.
<<Buongiorno. Lei è il signor Munks?>>. Mi chiede la donna.
<<Sì, sono io>>.
<<E questo chi è?>>. Chiede la donna indicando Oliver.
<<Questo è mio fratello, Oliver>>.
<<Suo fratello?>>. Ripete la donna sorpresa.
<<Sì, mio fratello>>.
<<E perché l'ha portato con sé?>>. Mi chiede la donna.
<<Perché devo scriverlo alla scuola materna>>.
<<Capisco. Si sieda, prego>>. Mi dice la donna.
Mi siedo su una sedia davanti alla scrivania della maestra e metto Oliver sulle mie gambe.
<<Lasci qui i suoi documenti, prego>>. Mi dice la donna indicando un angolo della scrivania.
Lascio i suoi documenti sull'angolo della scrivania e guardo la donna con attenzione.
La donna apre i documenti e inizia a leggere i dati di Oliver. Poi alza lo sguardo e lo fissa negli occhi.
<<Lei ha 3 anni, vero?>>. Chiede la donna a Oliver.
<<Sì>>. Dice Oliver.
<<E sai già fare tante cose, vero?>>. Chiede ancora la donna a Oliver.
<<Sì>>. Risponde Oliver.
<<Che cosa vuoi imparare?>>. Chiede la donna a Oliver.
<<Tante cose. Come leggere, scrivere, contare, disegnare, cantare...>>.
<<E anche giocare?>>. Chiede la donna a Oliver.
<<E anche giocare>>. Conferma Oliver.
<<E vuoi fare amicizia con gli altri bambini?>>. Chiede la donna a Oliver.
<<Sì, voglio fare amicizia con loro>>. Dice Oliver.
<<Bene!>>. Esclama la donna.
La donna chiude i documenti e si alza dalla scrivania. Si avvicina a Oliver e gli porse la mano.
<<Congratulazioni, piccolo Oliver. Sei iscritto alla scuola materna. Adesso io e tuo fratello ti portiamo nella stanza dei giochi, dove ci sono gli altri bambini>>. Dice la donna a Oliver.
Mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza insieme ad Oliver e alla signora. Percorriamo un lungo corridoio e arriviamo in una stanza piena di bambini e giocattoli.
Oliver corre verso di loro per giocare e io, salutandolo, vado a lavoro.
Oliver non riusciva a crederci. Era stato iscritto alla scuola materna e avrebbe potuto giocare e imparare con gli altri bambini.
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Un Fratello Come Padre
Historical FictionMonks ha 23 anni e si trova a dover fare da padre a suo fratello Oliver, di 3 anni, rimasto orfano dopo un tragico incidente stradale che ha ucciso i loro genitori. Monks era stato allontanato dalla famiglia perché il padre non lo riteneva capace di...