Capitolo 6

15 3 0
                                    

JUNGKOOK
Chiudo il quaderno di scienze. 
Questo era l'ultimo compito.

Io e Jimin abbiamo fatto matematica, inglese e un po' di coreano, poi siamo andati al bar del college, sì c'è anche quello, e abbiamo mangiato un po' di pizza.
Poi abbiamo parlato ancora e posso affermare di conoscerlo. 

Jimin è un ragazzo socievole e premuroso dai capelli biondo ossigenato e gli occhi scuri. Ride tantissimo, cade per terra quando lo fa e la sua risata è contagiosa. Come può non stare simpatico alle persone? 
I suoi soprannomi sono Park, Jimini e Mochi, ma lui mi ha praticamente supplicato di chiamarlo con il suo nome o "J".

Dopo la conversazione ci siamo scambiati i numeri e lui mi ha dato anche quello di Yoongi, salvato "hyung" e quello di Hoseok.

Infine abbiamo svolto qualche esercizio di scienze tra una risata e l'altra.

Jimin dice un sacco di sciocchezze, nessuno lo prenderebbe per un tipo serio, ma è adorabile.
Un amico perfetto. Come lo hyung e come sicuramente lo è Hoseok.

Ho scoperto di essere il più piccolo perchè quest'ultimo ha 23 anni e il mio coinquilino 22. Ma Yoongi ha vinto questo soprannome (hyung) prima di tutti.

JK: Emm, Jimin, vado un attimo in bagno.

JM: Ok, sono le 7:15 quindi fai presto perchè dobbiamo cenare. 

Esco dalla camera e mi dirigo verso il bagno. Entro, ma ad un certo punto sento una voce provenire da una delle cabine chiuse.

E poi odo un grido roco e un altro e un altro ancora. 
Poi degli ansimi.

Inizio a spaventarmi, ad agitarmi sul posto come se fossi colpevole di qualcosa.
Mi sto vergognando per niente perchè non ho fatto nulla. O forse perchè so a chi appartiene questa voce...


TAEHYUNG
Alla fine mi sono ridotto all'ultimo minuto per andare in bagno perchè Jin mi ha costretto ha giocare con lui a Super Mario sulla Nintendo. Ovviamente ho sempre perso e lui non ci pensava nemmeno a fermarsi: vinceva e lo voleva ancora.

Così ho dovuto stare seduto sul suo divano con un'erezione prominente tra le gambe.

Giuro che se fossi stato da solo non avrei esitato a strusciarmi sul tessuto, ma non potevo.

Con la scusa della cena, riesco ad alzarmi e a raggiungere la porta.

JN: Quarto piano.

Ha capito perfettamente: ho un problema tra le gambe e mi dice di andare al bagno del piano dei più piccoli. Jungkook.

Si, sarebbe bello prenderlo e...ma, non ancora. E' troppo presto per lui.

Di corsa vado in bagno. Mi chiudo in una cabina sbattendo violentemente la porta per chiuderla. Mi sfilo la cintura, abbasso la cerniera dei jeans e li calo lungo le gambe, fino alle caviglie.

Mi tolgo anche i boxer e mi siedo sul water. Poi porto le mani in basso, lo stringo con le dita e inizio a muovere i polsi in alto e in basso.

Gli occhi e la mente mi si annebbiano e la figura di Jungkook che me lo fissa mi fa gridare come un selvaggio.

Butto la testa in dietro e lascio che il piacere creato da questi piccoli gesti sui miei genitali prenda il sopravvento.

Vorrei pronunciare il suo nome, ma faccio troppo fatica  a causa della troppa foga.

Continuo così per qualche istante, poi il rumore dell'acqua del rubinetto mi fa tornare con i piedi per terra.
C'è qualcuno. E chiunque sia potrebbe avermi sentito.

BOY'S ACADEMYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora