11.

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KELLY.

Non potrò mai divertirmi
la domenica perché sarò sempre in ansia
per il lunedì e i giorni a venire.

Imbranata che non ero altro.
Mi ricordai il giorno dopo di non aver richiamato Doddy.
Stavo per avere una crisi di nervi, non so con chi, non so con cosa ma so per cosa.
Per il motivo che ho detto prima.
A Los Angeles stavo impazzendo, ancora speravo che ritornassimo in Florida. Il mio problema non erano più gli amici o il posto perché ormai mi stavo adeguando, il mio problema era che da quando ero lì non facevo altro che dimenticare tutto, essere stressata, confusa,
Quella prima settimana passata in quel posto non sapevo come definirla, era stata un misto di nuove emozioni e nuove rotture di scatole.

Richiamai Doddy, ero ancora in tempo per farmi perdonare.
Dopo uno squillo rispose.

«Doddy! oddio» brontolai gironzolando per la mia camera «scusa se non ti ho più richiamata ma ho» mi avvicinai alla mia scrivania e guardai il quaderno di matematica aperto su una pagina in cui c'erano disegnati alcuni triangoli. «Ho studiato molto in questi giorni»

«Si può sapere che succede? Perché studi a Los Angeles?"

Come avrei dovuto rispondere a quella domanda? Mi feci prendere così tanto dal panico che decisi di dire la verità è e togliermi quel peso che mi oppressava giorno e notte.

«A-ascolta Doddy, io non so come dirvelo ma...»

«Ti sei trasferita?»
Mi anticipò.

«Si...»
Risposi con un filo di voce ma capì subito che avesse sentito perché cominciò ad urlare come una tromba.

«No no no no! Kelly! Che cazzo stai dicendo?!»

«Avrei voluto salutarvi ma mia madre mi ha svegliata durante la notte per andarcene e me l'ha detto quando eravamo già in viaggio.»
Piagnucolai afferrando il libro di latino dallo scaffale alla mia destra.

«Non ci posso credere...»

«Mi mancate da morire.»
Ammisi.

«Tu. Non sai quanto...»

«Faremo in modo di vederci okay? Possiamo anche parlare al telefono qualche sera. Tutti insieme...»

«Mi invii la posizione? Maaaagari... un giorno... passiamo a trovarti senza che tu lo sappia»

Spostai il cellulare dall'orecchio e digitai alcune cose sullo schermo. Quando fui certa che la posizione si fosse inviata, rimisi il cellulare all'orecchio e riprendemmo a parlare.

«Fatto.»

«Mamma arrivo!»
Sbuffò.
«Mi spiace Kelly ma devo salutarti c'è mia madre che mi chiama. Ultimamente mi chiede una mano in casa»
Brontolò.

«Vai, tranquilla.»
Baciai lo schermo e lei ridacchiò

«Ciao ciao lyly.»

Non appena staccammo la chiamata poggiai il libro e il cellulare sulla scrivania.

L'ha presa meglio di quanto mi aspettassi.

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