13.

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YAN.

La sofferenza ti mangia come in un boccone, non puoi evitare di essere mangiato da questa ma puoi scottare per non essere mangiato.
-Price Cooper.

Il signor Cooper mi lasciò entrare in casa, non sapevo il perché ma fu Liam a chiamarmi.

«È in camera» Il signor Cooper mi sorrise e io annuì dirigendomi alle scale.
Mi diressi verso camera di Price e una volta arrivata prima di bussare sospirai.

«Non voglio vedere nessuno!» Ringhiò e io sussultai.
Aprì la porta con una foga pazzesca e mi diede una spallata che quasi mi spezzò le ossa. Scese al piano inferiore e il fatto che io fossi lì ne fece una tragedia.

«Peter! Quando io dico che non voglio vedere le fottute facce di nessuno dovete ascoltarmi!» Urlò fuori di se' facendomi sussultare.

Mi feci coraggio e scesi al piano di sotto mentre lui continuava ad urlare isterico.
«Calmati Price!» Urlò Liam. Bianca si alzò da divano e si nascose dietro il signor Peter, era spaventata ma chi non lo sarebbe stato.

«Calmarmi? Io non voglio vedere le facce di cazzo di nessuno! Avete capito?!» Gridò come un pazzo.

«L'ho chiamata io!» Urlò Liam contro di lui.
«Che cazzo mi interessa?» Sbuffò Price.

Liam mi aveva parlato di alcuni problemi di Price, diceva che spesso cambiava umore. Alcuni giorni non riusciva neanche ad alzarsi dal letto. A volte dormiva troppo altre volte troppo poco. A volte mangiava troppo e a volte non mangiava per nulla.
A volte aveva una voglia assurda di fare le cose ma era capace di cambiare idea un minuto dopo e non voler fare o vedere più nessuno.
Diceva che era colpa dei farmaci ma io mi chiedevo che farmaci prendesse se non andava da un cazzo di psicologo e non si faceva controllare.

«Scusate... io vado...» Dissi con la testa bassa.
«No, tu sali di sopra» Mi ordinò Price.
Eccolo che cambiava idea di nuovo.
Roteai gli occhi al soffitto e andai di nuovo in camera sua. Lo aspettai sedendomi sul letto.

Lo vidi arrivare in camera come una bestia, si chiuse la porta alle spalle e l'attimo dopo si sfilò la maglia lanciandola chissà dove. Mi saltò addosso obbligandomi a stendermi del tutto sul letto e ad aprire le gambe.
Il suo bacino spingeva contro il mio e mi scappò un gemito.

«Come va con William?»
Eccolo il solito stronzo, mi voleva prendere in giro o voleva ricordarmi di essere fidanzata?

«Non so, non ci parliamo da due giorni» Brontolai.
«Bella coppia» Ridacchiò e mi strappò via le mutande da sotto il vestitino.

«Muoviti» Ansimai. Non riuscivo ad aspettare con lui.

«Da quanto mi stai aspettando?» Mi penetrò con gli occhi freddi e vuoti che si ritrovava. Mentre ero distratta dal suo sguardo me lo infilò con noncuranza e io sussultai.

«Troppo» Ansimai fuori di me.
Cominciò a spingere, era fuori controllo. Non facevo altro che urlare e gemere.
«Price» Gemetti rumorosamente e lui mi afferrò i fianchi e mi spinse di più contro di lui.
Urlai quando sentì che fosse in una profondità disarmante.

«Lascialo, Yan» Lui non ansimava e sembrava non godere al contatto tra noi però perdeva il controllo scaricandomi come ogni volta. Portandomi al limite e oltre esso.

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