Una giovane ed esotica bellezza quella della schiava numero 34. Eppure il cartello appeso alla sua gabbia riportava un prezzo davvero molto basso, appena 100 monete d'oro. Mirrodin era una bellissima ragazza umana dai tratti esotici: pelle mulatta e liscia su cui comparivano di tanto in tanto delle cicatrici, fisico asciutto e longilineo e un viso dolce e delicato impreziosito da due occhi grandi e dorati. Persino i capelli, una chioma bianca brillante legata in una lunga treccia, nonostante siano sporchi e crespi risultano appariscenti. Anche la sua espressione vacua e sottomessa era perfetta per una schiava, eppure il suo prezzo era basso e nonostante ciò nessuno la comprava.
La giornata era iniziata già da un po' e lei sedeva immobile da molte ore sotto il sole cocente. La sua attenzione passava da un cliente ad un altro pensando a chi mai di loro potrebbe decidere di comprarla. *L'uomo con la bambina forse in cerca di compagnia per la figlia o la donna aristocratica probabilmente in cerca di una damigella oppure ancora ... l'uomo ubriaco che fissa con sguardo lascivo ogni donna chiusa in gabbia?* Mirrodin rabbrividì all'idea.
Poi però si accorse di un altro cliente. Un cliente che in qualche modo sembrava risultare diverso dagli altri. Era un uomo alto e asciutto, dai capelli rossi ben pettinati e gli occhi smeraldo. Indossava un abito strano che lei non aveva mai visto prima: una sorta di frac dalla fattura pregiata stranamente ornato con finiture argentate e un lungo mantello nero che gli cadeva dalle spalle. Ancor più particolare il grosso libro appeso al suo fianco sinistro che risultava essere un accessorio fin troppo strano ed eccentrico. L'uomo iniziò a camminare silenziosamente osservando con attenzione le persone dentro le gabbie mentre Gerrad, il capo del mercato degli schiavi, lo seguiva come un cagnolino. *Forse è una persona famosa o particolarmente facoltosa...* pensò Mirrodin incuriosita dalla situazione. Infine arrivò davanti alla sua gabbia. Il suo sguardo era freddo e severo mentre scrutava la schiava da cima a fondo.
"Alzati in piedi quando un cliente ti guarda!" tuonò Gerrad.
Mirrodin scattò in piedi rimproverandosi di non averci pensato da sola, così poco abituata a ricevere le attenzioni della clientela. Tenne lo sguardo basso in segno di sottomissione e pentimento.
"100 monete d'oro... come mai un prezzo tanto basso?" chiese l'uomo dopo aver notato che il prezzo minore visto fino a quel momento aveva almeno uno zero in più.
Gerrad si grattò la testa pelata mentre cercava di formulare al meglio la sua risposta. "Sarò sincero con voi mio signore, questa schiava è una buona a nulla, un vero spreco di spazio. In tre anni me l'hanno riportata indietro già due volte."
Mirrodin si sentiva profondamente umiliata da quella impietosa descrizione mentre continuava a fissare il pavimento con occhi vacui e un falso sorriso di circostanza.
"Se non la vendo entro la fine della stagione la regalerò a qualche miniera o a qualche taverna come prostituta... anche se credo non sia buona per nessuna delle due cose!" rise sguaiatamente.
"La compro." disse l'uomo con tono fermo estraendo un sacchetto contenente le 100 monete.
Gerrad era incredulo di aver concluso l'affare: "Però mio signore non riportatela indietro quando vi renderete conto che ho ragione! Piuttosto datela in pasto al vostro cane o qualsiasi altra cosa vi venga in mente!" rise ancora finché l'uomo non lo fulminò con uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo.
Il cuore di Mirrodin batteva come non mai in un misto di paura e incertezza. Era finalmente stata comprata, ma da chi? L'uomo sembra terribilmente severo e austero: l'avrebbe picchiata? Avrebbe abusato di lei? I tremendi ricordi dei precedenti padroni riaffiorano facendole chiudere lo stomaco in un nodo di ansia e nausea.
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Mirrodin
FantasyUn nuovo padrone e una nuova casa in cui dover servire e subire violenze. Mirrodin era una schiava abituata ed arresa a quell'esistenza misera ma le stelle, a volte, possono risultare generose anche verso chi ha sempre vissuto nella miseria...