Capitolo 5 - Sorpresa

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La porta dello studio era in legno massello con rifiniture in ferro battuto come tutte le altre del piano superiore della villa. I corridoi lunghi e luminosi per via delle finestre che a quanto pare si affacciavano su un piccolo cortile interno le avevano dato la sensazione di trovarsi in una bella villa urbana, decisamente meno rustica, di quelle che si trovano dentro le mura delle grandi città con mobili raffinati, suppellettili dall'aspetto esotico, tappeti e arazzi costosi. Attese qualche minuto in silenzio con le mani che si rigiravano una dentro l'altra e con lo stomaco chiuso mentre cercava il coraggio di bussare. Poi la voce del padrone risuonò ovattata da dentro la stanza "Avanti!"

Il fatto di non aver bussato la fece sentire osservata come se il padrone avesse avuto i suoi occhi posati su di lei per tutto il tempo che era stata lì in piedi come una stupida. Un'ultima sistemata al vestito, un bel respiro e finalmente spalancò la porta.

La stanza era grande e squadrata, ben illuminata da una grande vetrata che occupava la parete che si trovò di fronte, con due grossi drappi rossi a chiuderla parzialmente. Le due pareti ai lati erano occupate da due grosse librerie, spesse e pesanti, nelle quali trovavano rifugio migliaia di libri. L'ampia scrivania del padrone era posta al centro, leggermente spostata verso il fondo, su cui erano appoggiati libri, fogli, pergamene, cristalli, calamai con penne e un sigillo con una candela spenta, il tutto sistemato con estrema cura e precisione tanto da farle pensare che ognuno di quegli oggetti fosse posto lì per restarci e non per essere usato.

Mephidross sedeva su una grossa sedia in legno e pelle imbottita dall'aspetto comodo con l'attenzione rivolta al grosso libro che portava sempre con sé e che ora giaceva aperto davanti a lui.

"Un libro capace di generare agonia e meraviglie alla stessa maniera..." pensò spaventata e incuriosita in egual misura.

"Eccomi padrone, mi avete fatta chiamare?" disse sorridendo ma con voce tremante mentre alzando leggermente la gonna ai lati e flettendo le gambe eseguiva un inchino in segno di rispetto. Lui finalmente la degnò di attenzione mentre alzava lo sguardo dal libro portandolo al viso di Mirrodin.

"Siediti pure."

Lei ringraziò e prese posto in una delle due sedie in legno poste dal suo lato della scrivania.

"Come stai?" disse con tono fermo ma gentile e lo sguardo freddo mentre teneva le mani unite davanti a se con i gomiti che poggiavano sui poggiabraccia della sedia.

Mirrodin non voleva lamentarsi della sua condizione o arrecargli disturbo quindi decise di sminuire il suo dolore e mostrarsi forte, nonostante l'ansia le stesse divorando i polmoni.

"Mi fa piacere che tu stia meglio. Volevo solo farti una domanda, dopodiché potrai tornare alle tue mansioni."

Mirrodin strinse le mani all'altezza dello stomaco mentre la tensione la dilaniava. Il padrone non sembrava una cattiva persona e anche Arialin la pensava così però quella scena continuava a tornarle in mente mettendo in forte dubbio la sua tranquillità.

"Sono a vostra disposizione mio signore, spero di essere all'altezza delle vostre aspettative." disse portando gli occhi alle sue gambe che si stringevano nervosamente. Cercava già di immaginare quale sarebbe stata la miglior risposta da dare perché certamente la domanda avrebbe riguardato le sue compagne e gli eventi dei giorni precedenti.

"Ho notato che ti è piaciuta la lezione sulla costellazione del Grande Destriero. Mi sbaglio?"

La domanda stordì Mirrodin con la stessa intensità del pugno di Mary.

"Io... si certamente padrone. È stata una lezione magnifica." cercò di mantenere un tono contenuto benché stesse parlando di uno dei suoi momenti più felici da quando era giunta alla villa.
"Ti interessano le stelle? O la tua è una curiosità generica?"
"Credo di provare curiosità verso qualsiasi cosa anche se le stelle mi affascinano molto, signore."
"Sai leggere?" chiese più come domanda retorica della quale dava scontata la risposta.
"Veramente si padrone."
Il sopracciglio di Mephidross si alzò in segno di stupore su quel suo viso curato da trentenne quasi sempre imperturbabile.

MirrodinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora