Il sole non era ancora sorto eppure Mirrodin era già sveglia da un bel po', tra le mani il pacco che il padrone le aveva fatto recapitare la sera prima. Non aveva dormito molto per via dell'agitazione per la giornata che stava per cominciare: avrebbe finalmente lasciato la villa per visitare Crossfield, avrebbe viaggiato con Seth e lo avrebbe assistito nei suoi doveri ma soprattutto avrebbe rivisto Arialin, tutti pensieri che la fecero stare lì, stesa sul letto per ore, rigirandosi e fantasticando.
Indossò il vestito contenuto nel pacco e con emozione si guardò a lungo allo specchio: un abito smanicato leggero color verde acqua, a collo alto e dalla gonna drappeggiata sopra il ginocchio. Sulle braccia guanti lunghi di pelle color testa di moro e senza mani, con incisioni argentate all'altezza del polso e dell'avambraccio. Sull'addome un corsetto stringivita dello stesso materiale e dagli identici intarsi e sulle gambe stivali della medesima fattura, lunghi fino al ginocchio e con tacco squadrato non molto alto. In testa un fermacapelli d'argento e smeraldi che formavano l'effige di una foglia di alloro e a completare il tutto alcuni bracciali e un anello, anch'essi fatti di puro argento.
Si emozionò perché come aveva potuto apprendere quell'abito ricordava in maniera molto fedele la divisa estiva delle studentesse dell'Accademia Aurea, un privilegio che neanche nei suoi sogni aveva mai osato sperare di avere. Finì con cura il trucco di occhi e labbra, mise lo smalto sulle unghie di mani e piedi della stessa tonalità di verde del vestito e si fissò, accarezzando lo specchio incredula.
"Chi sei tu? Non posso essere io questa..."
Il padrone la stava aspettando davanti all'elegante carrozza parcheggiata davanti all'ingresso, la medesima che l'aveva portata lì il primo giorno e condotta dal fedele Robert Mornington.
I suoi occhi verdi si spalancarono e un accenno di rossore gli apparve sul pallido viso "Buongiorno Mirrodin, sono contento che l'abito ti calzi così bene, ti dona molto..."
L'imbarazzo di entrambi era palpabile e la serva non poté che tenere lo sguardo basso e ringraziare, ricambiando il complimento.
Anche Mephidross era vestito in maniera impeccabile, con un leggero tocco eccentrico che lo contraddistingueva sempre come quel giorno al mercato o gli abiti con cui si era presentato all'amico Caius.
Con un gesto elegante lui la invitò a salire, porgendole la mano in segno di aiuto ed una volta accomodati sui morbidi sedili imbottiti poterono sentire Robert seduto all'esterno gridare un secco "Ah!" che fece partire il cavallo.
Il moto sussultorio della carrozza sulla strada sterrata di campagna faceva sobbalzare lo scenario che Mirrodin osservava da fuori il finestrino, una splendida pianura verdeggiante con numerosi olmi e sporadici salici divisi tra loro da vasti campi di polmonaria che intervallavano il verde con chiazze cerulee e magenta.
Sapeva che al padrone non piaceva particolarmente parlare durante gli spostamenti, o almeno così aveva intuito durante il loro primo viaggio, così si portò dietro Lo Scudo, il quarto volume dedicato alle costellazioni che in quei giorni non aveva potuto leggere per via della mole di materiale da studiare. Ma non appena iniziò a sfogliarlo Seth prese a parlarle, intavolando discorsi non prettamente utili e per il solo piacere di fare conversazione.
Parlarono delle zone circostanti alla villa e della città di Crossfield, di quello che offriva e di cosa avrebbero fatto lì ma dopo un paio di ore di cammino verso nord-ovest il padrone fece fermare la carrozza alla vista di un assembramento di persone dall'aspetto preoccupato. Un gruppo di contadini stava ai bordi di un campo di granturco seminato da poco e che già stava seccando per via della totale assenza di precipitazioni che di solito erano abbondanti in quel periodo e persino il fiume risultava piuttosto in secca rispetto al solito.
STAI LEGGENDO
Mirrodin
FantasyUn nuovo padrone e una nuova casa in cui dover servire e subire violenze. Mirrodin era una schiava abituata ed arresa a quell'esistenza misera ma le stelle, a volte, possono risultare generose anche verso chi ha sempre vissuto nella miseria...