Papà Alaric

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Non so se te ne sei mai accorto, ti osservavo spesso da lontano, in ogni tuo particolare, nei tuoi piccoli gesti, nei tuoi piccoli tic.
Ti osservo da dietro, da quando sono piccola, in silenzio, per non dare fastidio, stupidamente cercavo di imitarti è più ti guardavo, più mi rendevo conto che di simile non avevamo niente.
Però ti ammiravo e amavo ogni volta che con pazienza mi spiegavi qualcosa, un pezzo di storia, un incantesimo da non replicare, un allenamento da imparare il karma da mantenere.
Ma gli anni passavano e io sentivo che più crescevo, più ti allontanavi da me, tra mille impegni, lezioni a scuola, scartoffie in ufficio, caccia ai mostri e poi...poi è arrivata lei.
Per anni le ho dato la colpa, l'ho odiata, detestata quasi, nella mia testa più le dedicavi tempo e la trattavi come una figlia, più lei ti portava via da noi, da me.
Sono arrivata al punto di desiderare che non fosse mai esistita nelle nostre vite, per poi scoprire che in qualsiasi maledetta versione, tu avevi bisogno di lei. Comunque cambiassi le nostre vite, tu riuscivi sempre a trovarla, eri felice, avevi uno scopo, solo con lei. Sono arrivata al punto da desiderare di non essere mai esistita io, perché alla fine lei era la figlia perfetta, quella che ti rendeva orgoglioso dei tuoi insegnamenti.

E si papà, continuo ancora oggi a osservarti, mentre sei di schiena, faccia alla lavagna a spiegare una delle tue lezioni di storia magica. Ti guardo mentre sorseggi un bicchiere di rum invecchiato, seduto alla tua scrivania tra una scartoffia e un altra. Ti ammiro mentre frettolosamente riempi la tua tracolla di pelle marrone di libri vecchi e logorati e pronto impugni la balestra per andare a caccia.
Non lo so papà se te ne sei mai accorto, di quanto tu realmente mi manchi, hai smesso troppo presto di prendermi per mano...

-Elizabeth🥀

Elizabeth "Lizzie" Saltzman // Legacies Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora