1

215 12 3
                                    

Layla si alzò dal letto liberando un verso di fastidio. Steven -quando erano andati a letto era stato lui a darle la buona notte e dall'accento britannico pensò che ci fosse lui sdraiato accanto a lei- mormorò delle lamentele e si girò dall'altro lato.

Layla lo osservò sorridendo. Fin dalla prima volta in cui aveva dormito con lui, le era sembrato carino il modo in cui Steven si chiudeva a riccio, portandosi le gambe al petto. Le ricordava un bambino fragile e ciò le faceva pensare che Marc Spector si sentisse abbastanza a suo agio con lei da mostrarle quella parte di sé.

Con uno sbadiglio, si costrinse a spostare lo sguardo in avanti. Fissò i suoi piedi nudi, che non avevano ancora toccato il pavimento, dondolare sul bordo del letto.

C'era completo silenzio nell'appartamento di Steven.

Dopo tutto quello che era successo in Egitto, quei mesi di pace le erano sembrati necessari. Layla desiderò con tutta se stessa che la loro vita potesse restare pacifica come quella mattina estiva.

Sospirando, si mise in piedi. Prima di andare in cucina, lanciò un ultimo sguardo a Steven, che stava ancora dormendo. Essendo una domenica, non doveva svegliarlo e si accontentò di lasciargli un bacio sulla fronte.

Le piaceva la tranquillità che erano riusciti a creare. Steven e Marc si davano il cambio al nuovo lavoro che avevano trovato come guide turistiche in uno dei musei londinesi. Steven aveva fatto promettere a Marc di impegnarsi e Marc aveva giurato che avrebbe fatto di tutto per non fargli perdere il lavoro.

Avendo scelto di stare con loro, Layla stava pensando di tornare all'università per completare gli esami che le mancavano per diventare professoressa universitaria. Riusciva già a immaginarsi in quel ruolo.

Sorridendo, raggiunse la cucina. Ormai conosceva l'appartamento a memoria e, anche se non poteva definirlo ancora la sua casa, si sentiva a suo agio dentro quelle mura. Probabilmente si sarebbe sentita a suo agio ovunque finché accanto a sé avesse avuto Marc in qualunque sua forma.

Uno sbadiglio la fermò per qualche secondo, impedendole di vedere il ripiano che aveva aperto davanti a sé. Con il sonno ancora attaccato ai suoi occhi, iniziò a prepararsi qualcosa da mangiare.

Si girò per posare un piatto sul tavolo e per poco non si mise a gridare.

«Cazzo, tesoro, non ti ho sentito arrivare» disse, guardando distrattamente Marc. Si era seduto a capotavola e la stava fissando intensamente. «Come hai dormito?»

Mentre si avvicinava al tavolo, cercò di scacciare il sonno e di concentrarsi su suo marito. Il suo corpo era troppo rigido per essere Steven e di solito lui le dava sempre un bacio sulla guancia quando si svegliava. Ma allo stesso tempo non fu certa che si trattasse di Marc.

Posò il piatto sul tavolo, chiedendosi con preoccupazione perché Marc fosse tanto freddo nei suoi confronti. Forse era successo qualcosa che lei non sapeva ancora.

«Tutto bene, baby?» chiese, preferendo un approccio diretto. Non avrebbero risolto niente se avessero continuato a non parlarsi e a non essere onesti l'uno con l'altro.

Marc piegò la testa in avanti, continuando a fissarla in silenzio. Le sue mani erano unite sulla superficie del tavolo.

Layla iniziò ad agitarsi e Marc sembrò notarlo.

No, non era Marc la persona con cui stava parlando. Marc non aveva mai sorriso in quel modo, compiacendosi che la stesse mettendo a disagio.

«Jake» mormorò.

Non lo vedeva da settimane. La prima volta che aveva parlato con lui, che Marc le aveva confessato che aveva un altro alter, le era quasi venuto un attacco di panico. Perché Steven era carino, gentile e facile da amare. Ma Jake era una creatura strana.

The Goddess of Love - a Moonknight short story | 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora