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Il caos che esplose nello stanzino impedì a Layla di ragionare. Tutti si erano messi a gridare e Jake e Marc avevano iniziato a colpire la parete con disperazione. Steven stava sussurrando frasi che Layla non riuscì a capire.

In un disperato tentativo di uscire, i tre uomini continuarono ad agitarsi. Marc colpì il muro con tale forza che le sue nocche si dilaniarono, schizzando il suo sangue ovunque.

«State fermi!» gridò Layla.

Il panico stava divorando anche lei, ma non aveva alcuna intenzione di permettere a quei tre di distruggersi. Se avessero continuato a lasciarsi guidare dal terrore non sarebbero mai usciti da lì.

Assicurandosi di non incontrare lo sguardo di nessuno di loro, continuò: «Per favore, smettete di muovervi per un attimo e facciamo tutti un respiro profondo.»

I tre uomini si fermarono e la guardarono, attendendo che desse altri ordini. Layla aprì le palpebre e si costrinse a restare calma. «Se è una prova come dice Jake, deve esserci un modo per uscire da qui» spiegò, spostando lo sguardo dagli occhi di Steven a quelli di Marc. Jake cambiò posizione dietro di lei, premendo il suo petto contro la schiena di Layla. «E sono sicura che non basterà prendere a pugni la parete per andarcene.»

Marc si passò la mano squarciata sul volto. Lo stomaco di Layla si contrasse e lei sentì il bisogno di allungarsi verso di lui per guardare la sua ferita. Per farlo, dovette schiacciarsi contro il petto di Steven, che sorpreso alzò le mani e le posò sul seno di Layla.

A Layla sfuggì un verso sorpreso. Fissò con la bocca spalancata Steven, che lentamente si rese conto di dove avesse posato le mani. Il suo volto divenne rosso come un pomodoro. «Cazzo, scusa!»

Steven tentò di allontanare le mani dal seno di Layla, ma Jake lo fermò, stringendogli i polsi. Per farlo, bloccò Layla tra lui e Steven.

«Cosa stai facendo?» chiese Marc. Con espressione confusa e ancora incazzata, cercò di avvicinarsi a Jake e Layla, ma finì solo per spingere Steven a premere di più contro il petto della donna. Steven, facendosi prendere dal panico, strinse la presa sul seno di Layla che gemette.

Tutti e tre la fissarono paralizzati per un secondo.

Jake lasciò andare i polsi di Steven, che cercò di allontanarsi da Layla, il cui volto era diventato altrettanto rosso per la vergogna.

«La frase deve essere la chiave per uscire» spiegò Jake.

Essendo la differenza di altezza tra Layla e il suo uomo poca, la voce di Jake le accarezzò l'orecchio, facendola rabbrividire.

La situazione in cui si trovava avrebbe dovuto terrorizzarla (e in parte lo stava facendo), ma trovarsi circondata dai tre uomini che amava di più al mondo le stava mandando in pappa il cervello. Averli tutti e tre presenti nello stesso momento e così vicini a lei era una sensazione sovrastante.

Marc fissò l'incisione sul muro. «Cosa c'era scritto? Qualcosa sul cuore?»

Layla ripeté la frase, imponendosi di restare calma e concentrata. Quando alzò lo sguardo, incontrò sia quello di Steven che quello di Marc. «Che c'è?» chiese confusa.

I due uomini si scambiarono un'occhiata e poi fecero lo stesso con Jake, anche se Layla non riusciva a vederlo.

«Il cuore rappresenta l'amore, no?» disse Steven, facendo un mezzo passo verso di lei. «E tutti qui amiamo te, dunque tu sei il nostro cuore.»

Layla si nascose il volto tra le mani, trattenendo a fatica una risata di felicità. Come era possibile che Steven riuscisse a essere romantico anche in una situazione come quella?

The Goddess of Love - a Moonknight short story | 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora