Capitolo 1

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Disclaimer!
In questo capitolo c'è lo spoiler dell'ultimo episodio della stagione !

Guardava la scena come uno spettatore, mentre mille pensieri si fecero spazio nella sua testa; così contrastanti, ma così giusti. Un arcangelo e un demone potevano stare insieme senza distruggere l'ordine del mondo. Quindi...anche lui avrebbe potuto fare lo stesso con Aziraphale; solo loro due, lontani. Niente inferno. Niente paradiso. Niente Armageddon o demoni che cercavano di farli fuori.
Non si dovevano preoccupare di nulla. Poi, gli vennero in mente le parole dette da Nina:"devi parlare con lui."
Crowley parlava tanto con Aziraphale, ma non gli aveva mai detto cosa effettivamente provasse nei suoi confronti. Lui che, fino a quel momento, aveva cercato in qualsiasi modo di reprimere le sue emozioni, pensando che i demoni non ne provassero.
Quella era più una questione di angeli.
Metatron fece il suo ingresso. Non lo riconobbe. Pensò che fosse solo un vecchio bacucco che avesse perso il senso dell'orientamento, ma poi si era rivelato. Aveva mandato tutti gli angeli in paradiso che avevano intenzione di cancellare Aziraphale, il suo angelo, dal libro della vita. In parte, lo ringraziò ma quando poi, dopo aver parlato con lui, Aziraphale gli aveva detto che avrebbe potuto prendere il posto del paradiso come candidato dell'esercito, insieme a lui, permettendogli di riacquisire il posto lì, in paradiso, Crowley non ci vide più.
Doveva dirgli tutto. E così fece.

"Noi siamo migliori di così. Tu sei migliore di così, Angelo."
Sbottò il rosso. Sentiva una rabbia pulsargli nelle vene e nel cervello, mentre faceva avanti e indietro per la stanza.
"L'inferno mi voleva e io con loro non ci torno e dovresti farlo anche tu."
Ringhiò, guardandolo dritto negli occhi. In quel momento in cui non aveva i suoi occhiali da sole a coprirlo poteva ben vedere la confusione negli occhi dell'altro.
L'altro inziò a balbettare cose sensa senso, tra bene e male, paradiso e inferno.
Che il paradiso gli avrebbe fatto bene, perché era luce. Ma erano solo stronzate.

"Dimmi che hai detto di no."
Sibilò, avvicinandosi a lui. La schiena ricurava in avanti e gli occhi incastrati nei suoi.
"Dimmi che hai detto di no."
Ripeté. Ma non ci fu nulla da fare, le sue speranze vennero spazzate via dalle parole dell'unica persona della quale si fidava.
"Visto che ci sarò io. Potrò fare la differenza."

"Buon Dio."
Sì allontanò, girando le spalle e ritornando poi a guardare l'altro.
"Bene. Ora parlo io."
Sospirò rumorosamente, abbassando il viso e rialzandolo.

"Ci conosciamo da tanto tempo, io e te. Ho sempre contato su di te.
E tu hai sempre contato su di me. Siamo una squadra. A due e abbiamo finito fin'ora che non sia così."
Cercò di frenare un leggero tremolio alla gola; non voleva piangere nonostante si sforzasse di guardare altrove mentre sentiva le lacrime risalire lungo gli occhi.
"Se Gabriele e Belzebù sono andati via insieme perché noi no ? Solo noi due." Sentiva la voce tremare. "Non ci serve il paradiso, neanche l'inferno. Possiamo essere solo tu e io. "
Ma l'angelo non aveva capito.
Si era avvicinato a lui, lo sguardo fisso nei suoi occhi.

"Crowley, vieni con me." Aveva sussurrato, con lo sguardo carico di speranza. "Io sarò il capo e tu il mio comandante in seconda."

"Non posso lasciare la libreria."

"Niente dura per sempre."

Ci fu silenzio.
Poi il rosso disse, mettendosi gli occhiali da sole e dirigendosi verso la porta:"no. Evidentemente. Buona fortuna."

"Crowley. Torna qui !"
Urlò l'angelo, mentre era intento a raggiungere la porta. Sì bloccò all'istante, lentamente si voltò verso di lui. Continuava a blaterare del paradiso e dell'essere insieme.
Non aveva capito proprio nulla, se non lo capiva a parole, allora avrebbe dovuto agire.
Nonostante sentisse il cuore in frantumi. Voleva solo andare via, ma l'altra parte di lui non voleva allontanarsi dall'angelo.
Voleva stare al fianco di Aziraphale, ma non in quel modo. Non voleva più sentir parlare di inferno o di paradiso. Era troppo vecchio per sentire queste cose.
Voleva solo godersi la vita insieme al suo angelo. Ma a quanto pareva, l'altro non aveva capito nulla.

"Idiota. Potevamo essere Noi."

Quindi, con un paio di veloci falcate, si avvicinò a lui e afferrò tra le mani la sua giacca, stampando le labbra su quelle dell'altro. Un bacio che fu abbastanza breve, ma che fece confondere il suo angelo ancora di più.
Quando, difatti, si tolse. I due si guardarono.

"Ti perdono."
Disse l'angelo, dopo un attimo di esitazione.
Non doveva essere perdonato.
Girò lo sguardo, dirigendosi verso la porta:"non scomodarti." Sussurrò, aprendola e andando via.

Il rosso raggiunse la sua auto, ma prima di entrare si accostò a essa; guardò in direzione della libreria dove solo, poco dopo, vide sbucare Metatron e Aziraphale con un sorriso stampato sulle labbra.
Era distrutto. Vedere che lui stesse così bene, mentre con l'altro si stava dirigendo verso l'ascensore del paradiso.
Quella loro amicizia, durata secoli, si era distrutta per una dannata promozione. Salì in auto e mise in moto. Non gli importava dove fosse andato, tanto ormai era da solo.

No love (AziraCrow)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora