Vieni e fammi smettere tu

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«Simò, accanna».

Manuel vede atterrare l'ennesima pallina di carta sulla scrivania davanti a sé. Sta cercando di memorizzare quella formula di fisica da circa dieci minuti, e ci riuscirebbe anche se Simone non avesse deciso di dargli fastidio usandolo come bersaglio.

Certo, perché il perfettone non ha mica bisogno di ripassare fisica per l'interro–

Una pallina gli colpisce un orecchio.

«Ao!».

Manuel si volta sulla sedia quel tanto che basta per vedere l'amico sul proprio letto, in uno dei rari pomeriggi in cui hanno deciso di fermarsi lì e non in villa: Simone se ne sta sdraiato a pancia in su con la testa dalla parte opposta al cuscino, un post-it spezzettato in grembo e tra le dita un'altra pallina in fase di creazione.

«Hai finito? Starei provando a studia'» gli dice assottigliando gli occhi.

«Continua pure, tranquillo» risponde serafico Simone continuando ad appallottolare il post-it.

«Seh, tranquillo è morto inculato» borbotta l'altro rigirandosi verso la scrivania.

Passano tre minuti – Manuel li ha contati, alla faccia dello studio – e una pallina sbatte contro il muro davanti a lui e gli rimbalza sotto al naso.

«Simò» sibila allungando un po' l'ultima lettera, con un tono che dovrebbe essere minaccioso ma che evidentemente a Simone non fa paura per niente, visto che ridacchia piano.

Manuel si volta di nuovo e «'A devi fini', m'hai rotto» pronuncia esasperato guardando dritto negli occhi l'amico, che ha un po' piegato la testa all'indietro per poterlo osservare, anche se gli appare sottosopra.

«Vieni e fammi smettere tu» lo sfida allora Simone, alzando leggermente le sopracciglia.

Manuel si muove come un fulmine: si alza definitivamente dalla sedia, si avvicina ai piedi del letto e afferra i polsi di Simone bloccandoli ai lati della sua testa, avvicinando i loro visi in un remake – poverissimo – del famoso bacio sotto la pioggia tra lo Spider-Man di Tobey Maguire e Mary Jane.

Simone rimane stupito da tale gesto tanto che rimane inerme, la sua visuale completamente occupata dal viso di Manuel incorniciato dai ricci scompigliati. È piuttosto sicuro di aver assunto un'espressione imbarazzante di adorazione, gemella di quella sul viso di Manuel che fa saettare lo sguardo su tutto ciò che di Simone riesce a raggiungere senza cambiare posizione, dai capelli un po' più lunghi adagiati sul suo letto – quante volte ha sognato quella stessa visione? – alle labbra appena socchiuse.

Sono quelle che, in definitiva, distraggono del tutto Manuel e lo attirano a loro, e lui non può fare altro che poggiarci sopra le proprie per un tempo indefinito.

«Mo te stai fermo?» sussurra Manuel quando si staccano ma senza allontanarsi poi troppo dalla sua bocca.

Gli libera soltanto le mani poggiando le proprie sul materasso, e Simone approfitta subito della ritrovata libertà per afferrargli la nuca e «Col cazzo che torni a studiare» asserire, prima di riprendere a baciarlo.

Gli libera soltanto le mani poggiando le proprie sul materasso, e Simone approfitta subito della ritrovata libertà per afferrargli la nuca e «Col cazzo che torni a studiare» asserire, prima di riprendere a baciarlo

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🛋:
Ringrazio la mia Elenina per il disegno meraviglioso e perché mi asseconda sempre pure se le rompo il ca 😭😭😭 ti amooooo 🤍🫂

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