Sedici giorni

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CAPITOLO 39

Con degli sciocchi il tuo tempo è sprecato, e come loro sarai giudicato.


TRIXIE'S POV

È da quando siamo tornati dal parco che resto sempre sul vago.
Le sue domande incessanti non mi danno respiro e soprattutto non mi danno la possibilità di elaborare delle risposte che vadano bene per lui, perché dire troppo sarebbe inammissibile, e almeno per il momento devo ancora tacere; almeno fino alla notte di Halloween o Samhain come lo chiamiamo noi streghe.
Quel giorno forse troveremo le risposte, ma fino ad allora devo solo resistere, sopportare la stanchezza che non mi dà pace e deviare i discorsi ad altri argomenti.
«Ne hai ancora per molto? Perché non ho nessuna intenzione di passare la serata a parlarti di un libro che non serve a un bel niente.» Gli dico.
«Possibile che non ci sia niente? Neanche il più piccolo indizio?» Mi chiede Dylan.
«Niente di niente! E ora chiuditi!»
«Non chiudo un bel niente! E poi perché non posso vederlo?»
«Perché ci sono formule e ricette di veleni molto potenti che possono portare alla morte senza lasciare traccia. Se arrivassero nelle mani sbagliate sarebbe un disastro.»
«Quindi per te sarei la mano sbagliata! Perfetto! Hai detto tutto!»
«Non ho... ma perché devi sempre rivoltare la frittata?»
«Non è rivoltare la frittata. Non ti fidi di me, questa è la verità! Ma cosa pensi che potrei mai fare?»
«Arriviamo a un compromesso.»
«Sentiamo.»
«Sedici giorni.»
«Sedici giorni per cosa?»
«Ti chiedo sedici giorni di silenzio e poi... saprai tutto nei minimi particolari.»
«Questo significa che mi state tenendo ancora all'oscuro di molte cose, non è così?»
«Sedici giorni a partire da ora.»
«Sedici giorni. E poi non ti libererai di me tanto facilmente.»
«Bene! Ora possiamo parlare d'altro?»
«Certo! Parliamo pure del tuo compleanno. Cosa ti piacerebbe fare?»
«Stare con te... non chiedo altro.»
«Questo è sottinteso.»

A interrompere la nostra discussione è il suono del campanello; il suo doppio dling equivale a dire che zia Sophia dal piano di sopra, sapendo che sono qui, fa la sua solita capatina per vedere come sto.
Giusto il tempo di assicurarsi e poi va via raccomandandosi con Dylan di avvertirla per qualsiasi cosa. Ma oggi non serve! Mi sento bene, mi sento in forma, mi sento allegra, mi sento ottimista e... in culo alla maledizione, mi sento viva.
Per cui, senza starci a pensare troppo, non appena la porta si chiude, avanzo con una proposta che fa illuminare il viso di Dylan; anche i suoi occhi hanno la stessa luce: è una scintilla di pura gioia accompagnata da un sorriso che mi scioglie il cuore.
«Stasera pizza e cinema?» Gli chiedo.
«Non sei stanca? Giramenti di testa, nausee? Stai... stai bene?»
«Oggi sì! Mi sento in forma e voglio approfittarne.»
«Mi rendi un uomo felice oggi.»
«Ti rendo felice solo oggi?»
«Hai ragione! Tutti i giorni, ma oggi di più.»
«Così va meglio. Vado a prepararmi.»
«Vai pure. Nel frattempo, faccio una telefonata.»
«A chi telefoni?»
«È un segreto.»
«Hai i segreti adesso?»
«Come tu hai i tuoi, io ho i miei. Non puoi rimproverarmi di niente.»
«Sedici giorni e io i segreti non li avrò più.»
«Sedici giorni e parlerò anch'io.»
Vado in bagno lasciando scorrere l'acqua nella vasca. Non ho voglia di fare una doccia, ma sono più propensa a immergermi fino al collo in una nuvola di schiuma... e magari aspettare che Dylan finisca la sua telefonata per approfittare insieme di questo angolo di relax.
Controllo che l'acqua abbia la giusta temperatura; quando la raggiunge metto anche il tappo e il bagnoschiuma, e ora la cascata che defluisce e batte sul fondo comincia a produrre le nuvole bianche in cui mi sarei immersa.
Mi alzo dal bordo su cui sono seduta, sfilo i leggings e poi, in un unico gesto, sfilo anche la sottile maglietta che indosso gettandola poi più in là, verso il cesto della biancheria sporca; sto anche per sbottonare il reggiseno quando voltandomi mi trovo faccia a faccia con me stessa, riflessa in uno specchio che mi rappresenta.
Ancora con le mani dietro la schiena a cercare il gancetto, mi blocco all'istante perché quello che vedo non mi piace... e se lo vede Dylan non piacerà neanche a lui.
Con tre passi lunghi e veloci sono già alla porta per chiuderla con uno scatto e un giro di chiave. Respiro affannata mentre le mie mani, una appoggiata sul pannello di legno e l'altra sulla maniglia, controllano la chiusura, poi voltandomi rimango appoggiata spalle a essa, chinandomi per controllare meglio, sperando però, che quello che avevo visto nel riflesso dello specchio, sia solo il frutto di un'allucinazione... ma non lo è! Quello che ho visto c'è, ed è ben visibile.
Ho il cuore che comincia a pompare a mille, a tratti sembra pure voglia uscire fuori dal petto da un momento all'altro, e in preda all'agitazione, allungo le mani verso il mio ventre con gli occhi fissi sull'ecchimosi viola che va da parte a parte su tutto il mio addome.
Con le mani che tremano, neanche avessi il morbo di Parkinson, tasto sopra e tutto intorno per controllare se ci siano anche gonfiori o dolori... e per la prima volta, da quando è iniziata tutta questa storia, ho davvero paura.
Quello che c'è scritto sul libro è una grossa stronzata, non ci sono gioie, non ci sono fiori, non c'è nessuna vita breve ma intensa... c'è la paura! Ma di quella nessuno ne ha parlato, quindi ci sono due strade: o sono strana io, oppure le streghe che hanno scritto la loro testimonianza, nel momento in cui lo facevano erano sotto effetto di qualche sostanza stupefacente... magari qualche droga che le facevano vedere unicorni in ogni dove.
Ma io non prendo droghe... non prendo allucinogeni... e gli unicorni non riesco a vederli. Quello che vedo, è solo un enorme macchia che mi ricorda quanto la mia vita si stia avvicinando passo dopo passo verso il baratro.
Quello che vedo, sono io che non riesco più a gioire di un amore destinato a spegnersi perché questo amore vorrei viverlo per sempre.
Non mi pento di averlo amato. Questo mai! È la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita, ma è proprio questo a farmi male. Mi fa male il pensiero di lasciarlo, di privarmi di lui, di non poter viverlo appieno e di non poter costruire un futuro e... ora come ora, è lui, e solo lui, la mia unica ragione di vita.

Le nuove streghe di Salem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora