Gelsomino

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CAPITOLO 3

Devi tre volte il cerchio segnare, perché i maligni tu possa cacciare.

DYLAN'S POV

Dopo il Salem witch cocktail abbiamo continuato a bere le birre che ho in frigo. A un'ora e mezza dal nostro brindisi lei è già alquanto alticcia, tanto da cominciare ad alzare il volume della voce; quindi, mi trovo pure costretto a esortarla a parlare con toni più bassi per non svegliare Carrie. «Ssssh... parla più piano!»
«È per Carrie?»
«Se si sveglia...»
«Non preoccuparti non si sveglierà... è stesa... finita... caput mortuum... ne avrà fino a domani!»
«E tu che ne sai?»
«Le hai dato o no l'infuso di bacche che ti ha dato zia Sophia?»
«Sì, gliel'ho dato.»
«Allora non si sveglierà.»
«Come fai a esserne così sicura?»
«Perché per stendere qualcuno la zia usa la mandragora.»
«Sarebbe?»
«Non penso che vorresti sapere.»
«E invece lo voglio sapere!»

E aveva ragione! Avrei preferito non sapere. Il fatto che sia un po' brilla, ha fatto cantare lei come un usignolo, e fatto sprofondare me nello sbigottimento più totale.
«Come sarebbe?»
«Non preoccuparti zia Sophia sa come dosare il tutto!»
«Dici di non preoccuparmi? Sta avvelenando Carrie, e dici di non preoccuparmi?»
«Non la sta avvelenando... certo, la pianta, la radice e le bacche sono un tantino tossiche, ma se non si eccede nell'uso, a piccolissime dosi non fa danni... e cosa più importante mia zia sa il fatto suo, non farebbe niente di letale. Tranquillo.»
«Tranquillo? Come faccio a stare tranquillo? Dovrebbero vietare l'uso di certe piante!»
«E infatti lo sono!»
«Quindi se lo sono... PERCHÉ CAZZO LE USA?»
«Ssssh! Non alzare la voce... potrebbe svegliarsi!»
«Ma se è narcotizzata come un degente sotto i ferri!»
«Ha vomito e diarrea?»
«No.»
«Tachicardia e convulsioni?»
«No.»
«Amnesia, allucinazioni uditive o visive?»
«No.»
«Allora è tutto ok!»
«Non è ok... è ... è ... è ...»
«Problemi di balbuzie? C'è un rimedio pure per quello!»

Mi giro di scatto con gli occhi sbarrati dallo stupore. Non capisco se è più matta la zia o lei che l'asseconda, e per mascherare la mia passiva rassegnazione, mi accascio completamente sullo schienale del divano passando le mani aperte sul viso... e che cazzo! Fino a oggi ho idealizzato la signora Gilmore come una dolce cinquantenne che preparava i suoi tè stile inglese serviti in preziose porcellane cinesi, quando invece è una moderna Giulia Tofana, assassina seriale italiana, cortigiana e fattucchiera che inventò il potente veleno da cui deriva il nome: l'acqua tofana.

E mentre sto cercando di riprendermi dallo shock, Trixie mi scuote pure per un braccio infierendo ancora sulla questione.
«Mi sembri un po' agitato. Vuoi che ti prepari una camomilla per rilassarti?»
«E oltre la camomilla ci metterai dentro qualche altro veleno?»
«Quanto la stai facendo tragica! È ancora viva e in salute... e questa sarà l'ultima sera. Non sarai più costretto a farla dormire, penserò io a lei quando si sveglierà.»
«E come? La stendi completamente con una botta in testa?»
«Lo vuoi o no il mio aiuto?»
«Penso di non avertelo neanche chiesto!»
«Ma voglio dartelo ugualmente... sei troppo buono e si vede che ne hai bisogno.»

Si avvicina prendendo le mie mani, me le fa protendere in avanti con i palmi rivolti in alto, e lei fa la stessa cosa ponendo le sue sotto il dorso delle mie. Il solo contatto con le sue mani così delicate provoca una sensazione a me sconosciuta. Generalmente se arrivano le scosse, quelle partono e arrivano spedite all'organo più fidato, ma stranamente niente alzabandiera; le scosse le sento altrove, le sento alle braccia, brividi caldi che si irradiano nelle vene con dolci formicolii che arrivano in petto e abbracciano il cuore in una piumata carezza.
«Io ho la soluzione! Lascia fare a me.»

Le nuove streghe di Salem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora