Non sei Trixie

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CAPITOLO 8

Widdershins invece su Luna calante, canta una Runa malaugurante.

DYLAN'S POV

Da quando non sentivo questa pace? Questo silenzio che mi accarezza le orecchie? Questa solitudine che mi fa apprezzare il piacere di avere una casa senza rompipalle intorno? La risposta è una sola! 334 giorni! Li ho contati uno per uno!
Questo è il tempo intercorso da quando Carrie ha messo piede nel mio appartamento, fino alla sua uscita. 334 giorni che andavano sempre più peggiorando fino a sfociare nell'inferno... O forse no? Ma sì, dai! Facciamo 320. Le prime due settimane, quando ancora Carrie doveva ambientarsi e carburare, non sono state così male.
Ma poi la giovane e timida ragazza ha deciso di mostrare il suo vero volto e al suo posto è comparsa Crudelia De Mon! Fortunatamente però, ora non c'è più! Ho finito di contare i giorni, ho finito di mettere i tappi per le orecchie, ho finito di giustificarmi per qualsiasi cosa, anche la più insignificante. Ho finito! E devo tutto a Trixie.

Non so come abbia fatto e cosa abbia fatto, ma di una cosa sono certo. È l'artefice della mia liberazione. Dovrò ringraziarla per questo e... sono stato un coglione!
Dovevo insistere per fare colazione insieme in un qualsiasi bar di Boston, dovevo fermarla mentre saliva le scale, dovevo fare una qualsiasi cosa, tranne che lasciarla andare. Che poi... quanto sono ancora più coglione? Ho appena riacquistato la libertà tanto agognata, e invece di godermela festeggiando con una birra insieme agli amici, evitando le donne fino al prossimo decennio, penso a correre dietro un'altra gonnella, che per quanto mi riguarda potrebbe essere pazza tanto quanto Carrie; già il fatto che sia complice della zia, avvelenatrice di persone, è una garanzia!

Quindi adesso sono a un bivio. Sono stato bene con Trixie, ma se dietro la sua dolcezza si nascondesse un'altra schizzata? Cosa devo fare? Cercarla e cercare di conoscerla, o evitarla e godermi un po' di vita da single?
Cazzo! Devo essere pazzo per salire le scale due a due e bussare alla porta di Giulia Tofana per chiedere della nipote. Alla fine, ho smesso di ragionare. Fanculo gli amici e i festeggiamenti con loro per una nuova vita da single, sono più interessato a festeggiare l'avvenimento con lei. Aspetto al massimo un minuto dietro la porta, dopodiché questa si apre facendo apparire tra la fessura non del tutto aperta la figura della cara signora Gilmore.
«Salve signora Gilmore... c'è Trixie?»
«Sta dormendo... è tornata molto stanca e non è riuscita a rimanere sveglia. È crollata circa dieci minuti fa.»
«Oh, ok... senta... può riferirle che l'ho cercata?»
«Lo farò.»
«E può riferirle che passerò nel pomeriggio?»
«Farò anche quello.»
«La ringrazio tanto.»
«Figurati... non c'è bisogno di ringraziare.»

Un buco nell'acqua! Avrei voluto anche insistere, ma in pratica, con tutta fretta, la Signora Gilmore mi ha congedato chiudendomi la porta in faccia. Strano comportamento visto che di solito la apre e mi lascia entrare con un sorriso.
Ritorno al mio appartamento. Per la mia gioia è sempre tutto silenzioso, e guardandomi intorno si accende in me l'intento di farlo perdurare, quindi, niente TV o stereo accesi; approfitterò dell'assenza di rumori per buttarmi sul PC e continuare il lavoro cominciato la sera precedente.
Non mi accorgo neanche del tempo che passa, scorre così velocemente che quando guardo l'orologio è già ora di pranzo. Lascio momentaneamente il PC e mi alzo per andare in cucina a prepararmi un panino al volo. Ecco un'altra cosa che non facevo da ben 334 giorni: gustarmi sul divano un panino in santa pace senza preoccuparmi delle briciole, accompagnato da una birra che rimarrà sempre a portata di mano appoggiata sul pavimento
.
Il pomeriggio scorre veloce tanto quanto la mattina. Lavorando al PC a elaborare i primi capitoli di un libro ancora tutto da scrivere, il tempo è volato. Chiudo il portatile accorgendomi che sono già le diciassette e sarebbe pure ora di vedere se Trixie è disponibile per un incontro a due. Mi avvio verso il bagno; sarà che è ora, ma devo rendermi almeno presentabile.
Un'ora più tardi sono di nuovo dietro la porta della signora Gilmore. Passano pochi istanti, la porta si apre e sorrido all'idea di rivederla; più difficile invece è mascherare la faccia da idiota che assumo non appena mi dice che non ci sarà nessun incontro.
«Buona sera signora Gilmore... Trixie?»
«Non c'è! È andata via.»
«Come sarebbe andata via?»
«Sarebbe che è andata via! È tornata a casa sua. È una cosa difficile da capire?»
«Io... pensavo rimanesse un altro po'.» «Ci sono stati degli imprevisti.»
«Capisco... e non ha lasciato detto niente? Un messaggio per me?»
«Sì, ha lasciato detto qualcosa per te.»

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