Mi manchi

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CAPITOLO 38

Quando un vero bisogno tu avrai, l'avidità altrui ignorerai.

DYLAN'S POV

Il primo supermercato disponibile è a una quindicina di minuti tra andata e ritorno; quindi, andiamo a piedi e Sandy non perde occasione per puntualizzare il suo disappunto.
«Potevano trovare pure una scusa migliore.»
«Quale scusa?»
«Ma daiii! Il gelato? A fine settembre? Non è che fa tanto caldo da avere l'urgenza di un gelato... e ovvio che volevano liberarsi di me.»
«Dici?»
«Sì, è così! E non sono la sola... se non ti fossi offerto volontario ti avrebbero spedito loro ad accompagnarmi, perché è pure di te che volevano liberarsi.»
«Sei sveglia ragazzina.»
«A me non sfugge mai niente.»
«Quindi sai cosa stanno architettando?»
«Qualche rito stregonesco. È sicuro!»
«Fanno riti?»
«Prometti che non dirai niente? È un segreto.»
«Sarò muto come un pesce.»
Bisbiglia piano per non farsi sentire, e mi tira pure per un braccio costringendomi ad abbassarmi mentre porta una mano a coppa vicino l'orecchio su cui sussurra.
«Io credo che siano streghe vere.»
«Credi o ne hai la certezza.»
«Sto indagando. E tu mi stai simpatico, ecco perché voglio metterti in guardia.»
«In guardia da cosa?»
«Dagli incantesimi. Mi dispiacerebbe se si servissero di te per qualche oscura magia.»
«Hai una bella fantasia.»
«Qualcosa bolle in pentola... poi si è aggiunta pure quest'altra strega. È la prima volta che la vedo.»
«L'altra strega è mia madre.»
«Davvero? Scusa non lo sapevo. Quindi pure tu sei uno stregone?»
«Questa è bella! Ma come ti vengono certe assurdità?»
Comprato il gelato la via del ritorno è sempre sullo stesso argomento, per quanto alcune cose sono di una fantasia assurda, altre cose invece sono molto interessanti, e io cerco pure di apprendere tutto il possibile dal suo sapere... qualcosa di utile uscirà fuori.
«Le hai mai viste fare incantesimi vari?» Le chiedo.
«Mai! Mica sono così tonte da farli davanti a me. Si nascondono, come nascondono i libri. Quelli di magia veri intendo.»
«Hanno libri di magia?»
«Ogni strega ne ha uno. Perché loro non dovrebbero averlo? La settimana scorsa ho visto un libro strano che stavano leggendo, ma come ho chiesto di vederlo l'hanno fatto sparire dicendo che non era un libro che potevo leggere.»
Che coincidenza! Una cosa simile è capitata anche a me, ma non posso di certo dirglielo, e tra l'altro chiudo pure il discorso, giacché siamo arrivati, ma prima di andare di sopra mi tira per la camicia bloccando il mio avanzare; le chiedo quindi cosa vuole e molto candidamente risponde.
«Non dirai niente, vero?»
«Sarebbe un problema se venissero a sapere che sai che sono streghe?»
«Perché? Tu sai qualcosa? Lo sono sul serio?»
«No, non sono streghe. Togliti questo pensiero dalla testa. E poi pure se lo fossero perché non vuoi che loro sappiano?»
«Perché poi mi farebbero perdere la memoria con qualche pozione magica.»
Mi è difficile non scoppiare a riderle in faccia. La ragazzina, per quanto sia molto vicina alla verità, mi strappa una fragorosa risata per come le veda così come sono rappresentate nell'immaginario collettivo... delle megere dedite alle arti oscure e alla magia nera.
«Non c'è niente da ridere.»
«Andiamo ragazzina, che oggi stai dando i numeri.»

Entriamo nella sala, e tanto torto Sandy non ha; il gelato era solo una scusa, visto che, una volta posto nel freezer, da lì non è più uscito. Oltretutto ho avuto anche l'impressione che abbiano cambiato argomento quando ci hanno visti entrare, ma questa non è una novità; la vera novità è mia madre. Se è vera la mia impressione cosa ha a che fare con loro?
Nel frattempo, si parla un po' del più e del meno, e alla fine mia madre si alza per congedarsi e tornare a casa.
«Sarà meglio che vada. Trixie, spero di rivederti presto. Ragazze, Sophia... è stato un piacere avervi conosciute.»
La signora Gilmore risponde al saluto.
«Il piacere è stato tutto nostro.»

La giornata continua tranquillamente senza colpi di scena. Trixie sembra aver ripreso le forze, ma era solo un'illusione, poiché il giorno dopo si alza col solito capogiro a darle il buongiorno.
Ho sperato con tutto il cuore, e ho pure pregato, che fosse solo un altro caso isolato, ma le mie preghiere valgono a ben poco se non sono ascoltate. Così non è stato! Né per un solo giorno e neanche per due; i giorni si sono susseguiti uno dietro l'altro e dopo venti la situazione non è cambiata.
Vertigini, svenimenti e vomito sono diventati una costante delle sue giornate, e a distanza di tre settimane ha perso tanto di quel peso da riuscire a sentire le ossa quando la stringo per abbracciarla... è talmente magra che ho paura pure di spezzarla se ci metto troppa enfasi.
Intanto per questa sua condizione non mi do pace, e quando arrivano i risultati genetici non so neanche se esserne sollevato; la verità è che: è tutto perfetto, non un risultato fuori posto, ma avrei preferito uscisse una qualsiasi stronzata. In quel caso avrei potuto dare la colpa dei suoi malesseri a una qualsiasi malattia genetica che poi avremmo potuto curare, ma non è così... e io non so dove sbattere la testa, perché se non riesce un ospedale tra i migliori degli USA a trovare il problema e la soluzione, figurati se posso farlo io.
Siamo già a ottobre, fra una settimana è il suo compleanno e io ho una strana sensazione; come se quel giorno dovesse ben delineare il confine tra la vita e la morte... o forse semplicemente mi sto facendo influenzare da avvenimenti passati pensando a sua madre che è morta nello stesso giorno.
Nonostante tutto però, Trixie ha un atteggiamento ottimista come se questa cosa non le importasse o fosse solo un brutto sogno da cui, prima o poi, si sarebbe svegliata.
E magari fosse un sogno da cui potersi svegliare. La realtà è che non è un sogno. È un incubo! E le mie giornate le passo costantemente col pensiero a lei quando sono a lavoro, dedicandomi completamente a lei durante tutte le mie ore libere, vegliando sul suo sonno quando si abbandona tra le braccia di Morfeo.

Le nuove streghe di Salem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora