6 - Real Men Wear Chanel

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Era il giorno numero tre della mia incredibile, quasi surreale negoziazione con l'uomo spregevole, con quelle maledette treccine e un sogghigno permanente. Dopo il mio errore di ignorare la sua telefonata al supermercato, mi aveva punito quando ero tornata con i suoi sacchetti della spesa chiedendomi di finire le mie faccende in bagno.

"Il bagno?" avevo fatto eco, lanciando un'occhiata sospettosa alla porta. "Cosa c'è nel bagno?"

Sorrise, inclinando leggermente la testa. "Il bagno."

Ero inciampata all'indietro, con gli occhi spalancati per l'orrore, scuotendo freneticamente la testa. "No.
No, no, no. Non pulirò il tuo bagno, Tom".

"Beh," sbottò, continuando a sorridermi. Tirò fuori una lunga spazzola bianca, una spazzola per wc e praticamente me la mise in mano. "Non hai scelta."

Poi per i successivi cinque minuti circa bisticciammo, io gli dicevo che l'unico motivo per cui avevo ignorato la sua preziosa telefonata era perché avevo le mani occupate con il suo cibo. Aveva reagito con una prontezza che aveva sorpreso persino me, dicendo che avrei dovuto posare tutto per rispondere al telefono o almeno richiamare.

Alla fine aveva vinto. Mi ero ritrovata a ribollire sulla liscia superficie di marmo del suo pavimento, i miei denti digrignavano per pura furia mentre passavo quella dannata spazzola attorno al bordo interno del wc, la schiuma saponosa emetteva un artificiale profumo di agrumi.

Le cose stavano diventando tese tra me e lui, me ne resi conto e non esitai a spingermi oltre quindi uscii di casa senza dire nulla.

Era un nuovo giorno e per questo ne ero grata. Mi svegliai, facendo respiri profondi e terapeutici, cercando di mantenermi calma e concentrata. Mi concessi un bagel alla cannella dal panificio dietro l'angolo e mi ero persino permessa di prendermi un frappè medio alla vaniglia
- Avevo bisogno di una carica di zucchero e caffeina per aiutare me stessa a sopportare la creatura satanica che risiedeva nella lussuosa camera d'hotel a pochi isolati di distanza.

Era demoniaco.

Arrivai in orario sorprendentemente, ma ciò che non mi sorprese fu il fatto che quando entrai nella sua stanza, lui non stava facendo assolutamente niente. Sospirai, alzando gli occhi al cielo e lasciando cadere con noncuranza la borsa piena di libri sul pavimento. Non avevo tempo per i suoi giochetti: avevo solo due ore e mezza prima della mia lezione di scienze ambientali e non potevo fare tardi.

"Tom?" gridai bruscamente, aspettando con impazienza che la sua risposta sarcastica riecheggiasse nella grande stanza. Ma ahimè, il silenzio continuò a risuonare nelle mie orecchie. Aggrottai leggermente la fronte. "Sono qui!"

Silenzio.

"Ma che cazzo?" sussurrai tra me e me, togliendomi le scarpe ed entrando nell'appartamento.
Tutto sembrava essere in ordine, per la maggior parte, a parte il solito leggero disordine sul bancone e sui tavoli.

Allungai la testa, guardando verso il bagno, aspettandomi di vedere la porta chiusa con la luce che usciva dalla fessura sottostante. Mi aspettavo di sentire il flusso costante dell'acqua della sua doccia o del rubinetto del lavandino, ma la porta era aperta e il bagno era buio.

Dove diavolo era?

Sobbalzai leggermente, sentendo un rumore strascicato provenire da dietro la porta della sua camera da letto. Girandomi leggermente, aspettai che apparisse da dietro la porta. Dopo qualche altro rumore strascicato, sentii il suono distinto di passi morbidi che si muovevano verso la mia direzione e il leggero ticchettio della maniglia della porta che si apriva. La porta si aprì dolcemente, i suoi cardini scricchiolarono al movimento, ed ero pronta a lanciare una battuta sarcastica e scattante al suo pigro culo.

25 Days With Mr. Arrogant - Tom Kaulitz (ITA) by RiverWildDove le storie prendono vita. Scoprilo ora