CAPITOLO 46

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La mattina seguente mi alzai più tardi del solito. Il sole che entrava dalla finestra e il cinguettio degli uccelli mi fece capire che sarebbe stata una giornata calda e sicuramente troppo soleggiata.

Afferrai il telefono dal comodino e notai diversi messaggi. Sia Kora sia Caleb mi avvisavano che i Greens e i Blacks avevano trovato un accordo e che si sarebbero incontrati quella sera stessa.

Fui felice di quei messaggi: finalmente la pace tanto voluta da Charlene stava iniziando a costruire le sue prime basi, forse ci sarebbe voluto del tempo, ma ero fiduciosa che tutto sarebbe andato per il meglio.

Scesi dal letto e i miei piedi nudi entrarono subito in contatto con la moquette soffice e calda. Mi stiracchiai e un gemito abbandonò le mie labbra. Riaprii gli occhi e mi soffermi un attimo a osservare meglio la mia stanza. L'hotel Bloody Mary non era uno dei più conosciuti a Bluebay, ma era piccolo, accogliente e soprattutto pulito. Non potevo permettermi una suite, ma quella camera con un letto matrimoniale, un tavolo tondo come quello per le sedute spiritiche, un bagno con una bella doccia e un divanetto in pelle nera era tutto quello di cui avevo bisogno.

Quando i miei occhi caddero su quel divanetto vicino alla porta d'entrata, notai anche la borsa di tela datami da Beth e di cui mi ero completamente dimenticata. Mi avvicinai lentamente, non sapendo cosa aspettarmi, l'afferrai e l'aprii. All'interno c'era solo un oggetto accompagnato da un biglietto.

Poggiai le mani sulla copertina ancora ghiacciata del libro di incantesimi e lo tirai fuori. Il biglietto scritto da Beth era rimasto attaccato sopra il ghiaccio che ricopriva il volume. Lo staccai e lo lessi:

<Sono sicura che questo libro possa essere più utile nelle tue mani, nelle mani del suo legittimo proprietario... il tuo segreto è al sicuro con me.

P.S. Grazie per averci salvato tutti. La Biblioteca Regia ha un debito nei tuoi confronti. Non ce ne dimenticheremo.>

Avevo commesso una leggerezza con quell'incantesimo a protezione del libro. Se l'avesse trovato qualcun altro, il mio segreto sarebbe venuto fuori e sarebbe stato un vero disastro. Nello stesso tempo fui felice di leggere quelle parole, Beth sarebbe potuta essere una valida alleata per il futuro.

Ritirai la magia di protezione e aprii il libro. Ritornai sulla pagina che mi aveva colpito ieri e finalmente tutti i pezzi del puzzle tornarono al loro posto.

*

Erano le 21 ed erano diversi minuti che io, Kora, Oliver e Blake eravamo in macchina diretti verso il luogo dell'appuntamento con i Blacks.

Quella mattina dopo un'abbondante colazione ero andata a lavoro, avevo fatto il mio turno di mattina, chiusa nel mio ufficio mettendo a posto i conti del The Hell.

Verso la tarda mattinata Garreth aveva bussato alla mia porta per salutarmi: "Ti vedo radiosa oggi, Riley... era da diverso tempo che non ti vedevo così."

A quanto pare il non dover raccontare più troppe bugie e l'imminente incontro tra i due branchi non solo mi faceva sentire più leggera, ma mi faceva apparire anche più rilassata.

"Si sono risolti diversi problemi e mi sento più... più serena." Sorrisi.

"Ne sono contento. Mi auguro che questa felicità non duri poco... ciao Riley." Le sue parole mi provocarono un brivido lungo la schiena.

Garreth era sempre stato un po' misterioso: all'inizio era stato gentile e disponibile, ma con il tempo era come se la sua aurea dorata fosse attraversata da sprazzi di tenebre. Capitava in certi momenti che mi facesse paura, come se ci fosse altro dietro la facciata del carismatico titolare di un pub.

Siamo ACQUA e FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora