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"Nisi qui ipse amavit, aegre amantis ingenium inspicit."

-Tito Maccio Plauto

Quei giorni per i quattro ragazzi erano diventati sempre più impegnativi, avevano sfornato un paio di canzoni per il loro live, e nonostante solo Shoto sapesse che i due compagni aspettavano un pargoletto, a Kirishima non passò inosservato il comportamento di Bakugo sempre più protettivo e decise di parlare dopo l'ultima ammonizione del biondo contro il verdino «Mi spiegate perché tutta questa preoccupazione?» si rivolse ai due che lo guardavano con occhi sgranati, non pensavano di essere stati così sgamabili, e la mano di Bakugo posizionata vicino il fianco di Izuku, per la decima volta, era abbastanza strana visto che i due cercavano di essere il meno affettuosi in pubblico, troppo timidi anche solo per un bacio «Allora? Vorrei una risposta» si sedette su un divanetto di pelle, mentre si massaggiava il collo dolorante a causa della fascia colorata della sua chitarra, che poggiò al lato del divano, guardando intensamente i due. 

A Kirishima era sembrato strano il comportamento dei due perché Bakugo aveva imposto ad Izuku di mettersi seduto sulla sedia e suonare il basso, cosa che il verdino odiava, ma la era strano che non aveva imposto resistenza, anzi gli aveva dato un bacio sulla guancia e lo aveva ringraziato, per non parlare degli sguardi amorevoli che Shoto riversava a Izuku e il chitarrista si sentiva escluso «Non volevamo dirti questa cosa in questo modo, è abbastanza importante per noi, ma forse questo luogo è il più adatto» disse Izuku alzandosi dalla sua nuova postazione, mettendosi davanti a Kirishima e prendendogli la mano dolcemente facendola scorrere lungo la sua pancia, e ciò fece rabbrividire di colpo il rosso, che aveva compreso la situazione «Non lo abbiamo detto a nessuno fino alla settimana scorsa, volevamo aspettare di arrivare al terzo mese e non darvi false speranze - si stupì quando vide la mano di Eijiro tremare ma la strinse con la sua - spero non ti sia sentito escluso, il piccolino non vede l'ora di conoscere i suoi zii» dopo queste parole Kirishima scoppiò in lacrime di gioia, e prese Izuku per i fianchi e lo strinse dolcemente «Sono così contento» Shoto e Kastuki ridacchiarono a quella scena e si strinsero anche loro nell'abbraccio, mentre Izuku puliva e lacrime dal volto di Kirishima «Dai adesso riprendiamo» aveva detto i biondo mentre gli altri si staccavano ridacchiando, prendendo gli strumenti e il microfono in mano continuando a suonare. 

***

Quella sera c'era più gente del previsto al bar, e la band aveva ansia per la loro prima canzone, quello era un inedito, che avevano scelto di cantare quel giorno perché era la serata dedicata all'amore, e non perché si trovassero vicini a San Valentino, anzi mancavano mesi e mesi per quella festa, ma semplicemente per ricordare che si deve sempre amare, e ricordare alla persona amata che lei è speciale. Trovandosi ad ottobre inoltrato, faceva fresco, e per questo il bar era costantemente gremito di gente, pronta ad aspettare la voce melodiosa di Todoroki che cantava solo per una persona. Quella canzone aveva bisogno solo di un suono di un pianoforte, così si ritrovarono il bicolore e il rosso in quel grande spazio tutto per loro, mentre gli altri erano seduti a guardarli, incuriositi dalla canzone 

«Tre passi e dentro la finestra
Il cielo si fa muto
Resto lì a guardare
Io so cantare, so suonare, so reagire ad un addio
Ma stasera non mi riesce niente
Stasera se volesse Dio
Faccio pace coi tuoi occhi
Finalmente»

Prese a cantare mentre aveva gli occhi fissi verso l'uomo della sua vita, che come il più piccolo lo guardava innamorato

«Con te ho riscritto l'alfabeto
Di ogni parola stanca il significato
Perfettamente inutile cercare di fermare l'onda che
Ci annega e ci lascia senza fiato
Ed è una musica che va
In un istante è primavera
Che ritorna»

Anche se non lo diceva spesso, per il moro, la voce melodiosa di Shoto mutava in qualcosa di eccitante, ma ai limiti dell'erotico, era più un amore estremamente forte e duraturo, che veniva ricucito dall'emozioni del più piccolo, che bastavano per due 

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