Cap 4

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il mese fila veloce, tra lavoro, amici e il quartiere si fa il 18 ottobre.

mi sto preparando, metto i pantaloni della tuta nike di mio fratello che mi vanno leggermente larghi e si fermano sui miei fianchi facendo vedere l'elastico delle mie mutande di Victoria Secret's.
sopra metto una magia bianca aderente leggermente trasparente che fa intravedere il reggiseno nero ed infine aggiungo sopra la mia amatissima giacca Trapstar nera.
ai piedi rigorosamente le Tn bianche e una sacooche con all'interno un opinel 9, tra maglia e pantaloni metto sempre la glock che nascondo chiudendo il giubbotto.
scendo le scale e scendo in quartiere per andare verso la macchina.
mi avvicino ad amine e gli lascio un bacio sulle labbra, mentre a tutti gli altri uno sulla testa.
" bèbè fai attenzione"
mi dice Sami.
mi fa ricordare di Zaccaria.
"Sacchetto puoi trovare un altro soprannome, questo non mi fa impazzire" sorrido falsamente e gli altri si mettono a ridere.
saluto tutti quelli di via Zamagna che mi passano di fianco e scompiglio i capelli dei bimbi che mi salutavano fin quando arrivo alla mia mercedes benz.
entro e parto.
durante il viaggio parte una canzone:
Bitch Affianco.
ma non ostante tutto
non è cambiato un
cazzo, voglio te
soltanto, te e il
mio canto, sono
solo un bravo
ragazzo cresciuto
nel bando
...

la ascolto tutta, a chi sarà dedicata?
bho vabbè, sono comunque parole bellissime, trano che uno come lui abbia scritto una cosa del genere.
sorrido pensando a ciò.
parcheggio la macchina sotto il palazzo ed entro.
"armi da dichiarare?"
stavolta mi faccio avanti e gli porgo la glock.
il bodyguard apre la porta ed io entro nella stanza in cui c'è zaccaria e sento la porta dietro di noi chiudersi.
"hai consegnato tutte le armi?"
mi chiede
"si" dico mentendo
"allora spogliati e fammi vedere"
"scordatelo, non mi spoglierò mai davanti a te"
dico ridendo senza umorismo.
lui rotea gli occhi.
"i soldi?" mi chiede
ed io apro la borsa estraendo una mazzetta composta da più banconote false valore di 50€.
lui inizia a contarli.
"ti conviene non ingannarmi o giuro su Allah che ti prendo e ti sbatto su questo tavolo"
dice e sento le farfalle nello stomaco...
ok nonono Yasmine ripigliati.
"sbrigati che devo andare a lavoro"
dico muovendo la gamba su e giù per la fretta.
"che lavoro?" mi chiede continuando a contare i soldi.
ok.. panico,
non posso dirgli che faccio la escort sennò poi le voci girano e la mia dignità online va a puttane.
"non sono cazzi tuoi"
rispondo secca.
lui mi lancia un occhiata e ride.
"simpatica oggi eh.. vabbè ti lascio andare, ci vediamo il mese prossimo alla stessa ora"
"okay"
esco riprendendo la glock e mi reco in macchina dove mi cambio mettendo un vestitino molto scollato e vado al locale dove lavoro.

per tutto il viaggio ho la sensazione di essere seguita.. vabbè saranno le solite pare.

entro nel locale e mi siedo sul palco insieme alle mie colleghe.

odio questo lavoro,
in pratica tu ti siedi e uno a caso sceglie quella che gle lo fa drizzare di più e se la porta a letto.
se non fosse per i soldi non sarei qui,
il fatto che paghino 1000€ a notte mi fa comodissimo.
vedo la gente che entra.
Allah dimmi che è uno scherzo... non può essere lui.

𝐌𝐚 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐞// baby gang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora