Adorava il modo in cui il sole sorgeva in quella parte della città. Scivolava piano sulle case, come una lama di luce, fatta di perfezione geometrica, muovendosi lentamente, facendo risplendere di vita i colori caldi delle tipiche decorazioni dei prospetti, arricchendo i riflessi di sfumature rosse, blu, frastagliandosi in miliardi di tonalità differenti, miscelandosi in un incantevole arcobaleno – un appuntamento fisso, una promessa mattutina.
Ed era bello svegliarsi presto sapendo di poter assistere a un tale spettacolo. Il sole giunse fino al centro della piazza, illuminando la statua di colore oro che sovrastava la fontana, e fu un'esplosione di luce. Abel batté le palpebre e sorrise.
-Comoda, la caffetteria-
Rivolse uno sguardo di sbieco in direzione della voce di uomo che aveva udito. Aveva infranto il suo momento di raccoglimento giornaliero. -Non ho dovuto portarmi dietro la schifosa macchina del caffè di Rudi-
-E tuo fratello l'ha abbandonata senza storie?-
John, l'uomo in questione, allungò un piede e finì per collidere con uno dei suoi.
Abel gli rivolse uno sguardo severo. -Rudi fa esattamente quello che dico io. E se io dico che la sua vecchia macchina del caffè faceva cagare, lui non obietta. E poi qui sono aperti all'alba- e indicò dietro di sé con un pollice.
-Vi siete sistemati bene- disse John e tornò a maneggiare tabacco e cartine, preparando un'altra sigaretta.
-Okay lo stress, va bene che hai deciso di iniziare a bruciarti i polmoni, hai più di quarant'anni... liberissimo di farlo- e puntò un dito contro di lui. -Ma devi affumicare anche me già all'alba?- John rise e le rughe sul suo volto si distesero, gli occhi scuri vibrarono di una luce calda, divertita, che non aveva proprio nulla da invidiare a quella del sole. Si accese la sigaretta e sbuffò un po' di fumo nella sua direzione. -Pensavo ti sbattessi Brigit- e sorrise malizioso.
L'amico tossicchiò un po' di fumo e lo mandò a farsi fottere, sollevando un dito medio nella sua direzione. -Potrei portarla da te, una delle prossime notti, magari la vicina la smette di origliare, e di guardarla come un alieno quando la mattina lascia casa per raggiungere il commissariato-
-A disposizione- disse Abel, allargando le mani sulla superficie del tavolino e rivolgendo lo sguardo in direzione dell'albergo che sorgeva proprio di fronte la caffetteria.
La sua nuova casa.
L'aveva vista di sfuggita qualche mese prima, mentre si trovava in auto con Roberto, e subito il suo sguardo era stato calamitato in quella direzione. Solo circa un mese dopo aveva scoperto che l'albergo era stato messo in vendita, ed era riuscito a convincere suo zio a sganciare abbastanza denaro per acquistarlo – dato che i suoi lavori precedenti non gli avrebbero permesso di coprire da solo l'intera spesa. Avevano abbandonato il covo di Saul e si erano trasferiti davvero in un hotel: non era il Four Seasons e probabilmente non sarebbe mai andato di moda come gli Hilton, ma era riuscito a dare un posto tranquillo, pulito, spazioso, sopra il livello del suolo, alla sua gente.Niente più muffa, niente più luce artificiale anche durante il giorno, ma aria pulita, veri pavimenti, pareti intonacate e finestre aperte sulla vita. L'albergo contava cinque piani ed era riuscito a dare la possibilità a ogni membro della sua nuova famiglia di avere spazio e privacy. Riuscire in quella missione apparentemente insignificante aveva aumentato la sua autostima, tanto da fargli credere di poter riuscire anche in cose molto più complesse – e ci stava già provando, anche se non aveva ancora ottenuto risultati altrettanto positivi.
Si era liberato della parte tossica della sua famiglia – Saul, suo padre.
Saul era tornato capoclan.
Vero era che Abel aveva tentato di bandirlo, un paio di mesi prima, ma il suo volere era esploso come una bolla di fumo, dato che certe decisioni, aveva scoperto, non era stato libero di prenderle neanche in veste di capoclan ufficiale – avrebbe avuto bisogno dell'appoggio del Branco, per bandire Saul, vista la posizione di suo padre all'interno del Clan stesso – e il Branco non gli aveva permesso di rendere ufficiale una tale cazzata.
STAI LEGGENDO
ARABESQUE ~ Epilogo
HorrorÈ stato preso per il culo dalla famiglia, l'amore l'ha tradito e ha scoperto di portarsi dentro, suo malgrado, lo stesso "veleno" di suo padre. Ma Abel non è tipo da farsi abbattere: ha deciso di imparare a sparare ed è pronto a far fuori chiunque...