Hauke ricambiò il suo sorriso, Abel deglutì a vuoto tentando di sciogliere il nodo che gli serrava la gola, ma ottenne scarsissimi risultati. -Dove siamo?-
-Nella mia nuova casa-
Non aveva senso, ma non aveva neppure granché importanza. Ovunque fossero nel mondo, non aveva importanza. Dentro o fuori dal mondo, in un altro mondo, non aveva importanza.
Hauke era lì, era caldo, solido, vivo. E gli stava sorridendo.
L'espressione del suo viso era rilassata, continuava a stare chino su di lui, ad accarezzargli una guancia. Scese con un pollice verso il basso, sulle sue labbra, e Abel ansimò, mentre un respiro gli si spezzava in gola. Senza fiato, senza pensieri. Gli sembrava incredibile, assurdo, anche se aveva saputo che Hauke non era davvero morto, ma diventato qualcosa d'altro. Qualcosa di terribile – e anche quello, era avvenuto per colpa sua.
-Mi dispiace- sussurrò.Hauke premette il pollice sul suo labbro inferiore, spinse piano di lato, scoprendogli appena i denti. La pelle bruciava al suo tocco, satura di passione e paura. -Lo rifarei anche adesso, altre cento volte, se fosse necessario-
-Non sarebbe dovuto essere necessario-
L'uomo sorrise e azzerò titubante la distanza tra di loro, a pochi millimetri di distanza tentennò, si fermò. Abel lo percepì sorridere e, infine, lo baciò. Riprese a respirare dentro la sua bocca, il sangue si accese, la fiamma al centro del suo petto riprese vita, irradiando il proprio calore in tutto il corpo. Il bacio si fece più profondo, e Abel si aggrappò alle sue spalle, toccandolo – non limitandosi a delle carezze – ancora incredulo, ancora intento a sincerarsi che fosse davvero lui.
Hauke lo afferrò in vita, sollevandolo dalla poltrona, e Abel finì seduto sullo schienale, circondò i suoi fianchi con le gambe, aggrappandosi il più possibile a lui, quasi volesse assorbirlo in sé, per non perderlo di nuovo. Il primo amore da ragazzino, il suo grande amore da adulto. Il suo tormento più grande.
-Ti amo- disse Hauke e lo invitò a tornare con i piedi per terra, senza mai lasciare andare le sue mani.
Abel riprese a fissarlo dal basso, poi poggiò la fronte sul suo petto e lo abbracciò stretto, strettissimo.
Hauke ricambiò il suo abbraccio e prese a cullarlo dolcemente, baciandogli i capelli. -Ti sei fatto più uomo- disse.
Abel aggrottò la fronte e ricambiò il suo sguardo. -Sto invecchiando- borbottò incerto, non capendo a che cosa volesse alludere con le sue parole.
-No, direi che ti sei fatto molto più affascinante-
Era pure vero che Hauke aveva avuto una relazione con Geert, e Geert, nonostante i lunghi capelli biondi, di sicuro non lo si poteva scambiare per una donna. Abel era certo di essere tanto insicuro riguardo le sue ultime parole perché sapeva di essere stato fin troppo uomo, per troppo tempo, per Hauke – Hauke che aveva fatto fin troppa fatica per accertarsi, mandando a puttane i propri sentimenti, tormentando quelli di Abel per troppi anni. -Sul serio?-
Lo baciò di nuovo. -Ti amo-
-Non me l'hai mai detto con tanta facilità, con tanta frequenza, senza aggiungere nessun "ma"-
-Hai ragione, ma...- e sorrise e il cuore di Abel fece una piccola capriola di gioia. -Ma qui ho avuto tutto il tempo per pentirmene di non averlo fatto-
La commozione lo sopraffece ancora e le labbra tremarono quando tentò di ricambiare il suo sorriso. -Ti amo anch'io-
Hauke annuì brevemente e riprese a cullarlo tra le proprie braccia, e iniziò anche a muoversi piano per la stanza, come se stesse ballando un lento con lui, un ballo senza musica, senza tempo da tenere in considerazione. -Adesso hai Geert-
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ARABESQUE ~ Epilogo
HorrorÈ stato preso per il culo dalla famiglia, l'amore l'ha tradito e ha scoperto di portarsi dentro, suo malgrado, lo stesso "veleno" di suo padre. Ma Abel non è tipo da farsi abbattere: ha deciso di imparare a sparare ed è pronto a far fuori chiunque...