UNO

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Era riuscito a convincere Reik – non John – e, alla fine, si trovava seduto sul sedile del passeggero in compagnia dei due ex poliziotti.

Quando John aveva deciso di mollare la polizia per evitare di essere tacciato come traditore dall'Associazione, Abel aveva davvero temuto di perderlo, di vederlo fuggire via il più lontano possibile da Idstein, nonostante sapesse che aveva, anni prima, abbandonato la sua intera esistenza – lavoro, famiglia, amici – in Canada solo per seguire la ex moglie in Germania, e poter stare il più vicino possibile ai propri figli. Sarebbe stato difficile per lui, tuttavia, continuare a fare il padre da morto, quindi Abel aveva davvero temuto di vederlo scappare via, ma John era un combattente – esattamente come Reik.

Reik stesso aveva lasciato la polizia prima che l'A.S.S.S. ottenesse conferma della sua natura di lupo mannaro. Ma anche lui, proprio come Baker, era rimasto.

Alla fine, erano riusciti ad ottenere i permessi per poter avviare la loro agenzia di investigazioni private, nonostante tutto, e si erano guadagnati pure la stima di Müller – che era stata assolutamente decisiva al fine della realizzazione del loro progetto.

Sbuffò e rivolse l'attenzione fuori dal finestrino dell'auto.

-Sei indispettito da qualcosa?- chiese Reik.

-Dovrei essere io indispettito, qua dentro, dato che abbiamo un clandestino a bordo- ribatté Baker.

Abel si limitò a sollevare il dito medio della mano sinistra nella sua direzione, continuando a inseguire con lo sguardo le case che scorrevano veloci, i marciapiedi inghiottiti dall'asfalto, le persone che parevano sparire ad ogni battito di ciglia.

Era vero che, per riflesso, Abel si fidava di Vera, ma era quasi certo che il riflesso si sarebbe potuto incrinare ancora, esattamente come lo era stato nel loro recente passato, e sarebbe bastata la nuova apparizione di una persona specifica. Ma sperava con tutto se stesso di non dover mai più avere a che fare con Magda.

Lo infastidiva e non poco il fatto che la sua vita, gli intrecci con le persone a lui vicino, avessero causato tanti guai persino ad altri, coinvolgendo e stravolgendo le vite di troppe persone innocenti. -È colpa tua- borbottò.

-Ah! Io che nemmeno ti ci volevo...-

-Avresti fatto meglio a continuare a comportarti da stronzo con me, invece di diventare mio amico- lo interruppe.

John gli rivolse un brevissimo sguardo attraverso lo specchietto retrovisore. Recuperò tabacco e cartine e prese a farsi una sigaretta con gesti lenti, misurati, mentre un sorriso incurvava le sue labbra. -Forse è proprio una delle poche cose di cui non mi pento-

-Ti saresti risparmiato tante rogne. Magari saresti ancora un poliziotto-

John scosse la testa, leccò la cartina nella parte orizzontale e chiuse la sigaretta. -Rimango sempre il padre di uno stregone. Non sei il male della mia vita, Abel. Sono stato un poliziotto, ora sono un investigatore privato. E sono entrato nel tessuto politico del Paese. Sono bravo a farmi nemici. Tu non sei tra questi- e si accese la sigaretta.

-Vedo con piacere che affumica anche te- borbottò Abel, rivolgendosi a Reik.

Il suo compagno rise, senza distogliere l'attenzione dalla strada. -Adesso sai che, sicuro, non ho un amante-

Trasalì, sentendosi colpito in pieno. Era quasi certo che Reik non lo aveva voluto accusare di nulla di particolare, che stesse solo scherzando con lui, ma la sua battuta lo infastidì lo stesso. Abel aveva un amante, Reik lo sapeva. Vero era che da quando vivevano in albergo, aveva fatto di tutto per evitare incontri con Mark, tentando di concentrarsi – tra le altre cose – nel riportare un certo equilibrio nella sua primaria relazione sentimentale.

ARABESQUE ~ Epilogo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora