𝒕𝒉𝒓𝒆𝒆

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Proprio così Jisung si era ritrovato il suo "peggior incubo" davanti.

Peggior incubo per la sua sfortuna in se, ma forse doveva riternersi fortunato per aver avuto una seconda occasione per poter vedere il viso del ragazzo che aveva fatto altro se non invadere i suoi pensieri.

Infatti il biondo riusciva a sentire una voce lontana nella sua testolina che lo implorava di fuggire da quel negozio e sotterrarsi vivo, ma non riusciva a darle ascolto poichè si era perso nuovamente nei lineamenti del corvino.

Pensava di aver analizzato le sue foto su instagram abbastanza da conoscere il suo viso a memoria, -la prima cosa che aveva fatto una volta recuperato il suo telefono vecchio dalla scrivania era stata  continuare quello che Li aveva interrotto- eppure ora che lo vedeva da vicino e che teneva gli occhi fissi su di lui, aveva notato altri particolari, che non facevano che affascinarlo ancora di più.

Il corvino, aveva dei bellissimi riflessi blu trai capelli: si era presentato per la prima volta al salone con una chioma blu accesa, adesso invece probabilmente aveva deciso di tornare moro, avendo però come risultato un blu scuro quasi nero che gli donava particolarmente.

Le sue orecchie presentavano parecchi buchi; Jisung riconobbe un helix su quello detro e un idustrial sul sinistro, e due buchi al lobo in entrabe le orecchie, anche se il moro non indossava nessun piercing al momento, forse per motivi lavorativi.

I suoi occhi sembravano stanchi: le palpebre che si tenevano aperte per miracolo, e le occhiaie pronunciate facevano intendere che si fosse fatto di chissà cosa qualche minuto prima o che non avesse chiuso occhio per giorni.

Jisung immaginò che quelle fossero le condizioni peggiori in cui il maggiore potesse stare; era così diverso da come si presentava su instagram, eppure risultava lo stesso così perfetto.

Il tocco di classe erano gli occhiali, poggiati dolcemente sul naso altrettanto
splendido.

Per un momento la mente di Jisung vagó tra le tante porcherie che aveva visto su siti poco promettenti: l'immagine di Lee Minho con gli occhiali appannati e le goti arrossate apparse nella sua testa.

Spalancò gli occhi, spaventato da suoi stessi pensieri.

Incrociò lo sguardo del moro, notando forse un pizzico di presa in giro in esso, anche data dal leggero ghigno sulle sue labbra.

Cazzo ha visto il suo profilo sul mio schermo.
Non c'è dubbio.

A dire il vero il sorriso sembrava piuttosto amichevole e cordiale, il biondo si autoconvinse di aver visto male e di starsi facendo troppi film.

Il maggiore aveva in mano il suo cellulare, glielo stava porgendo aspettando che lo prendesse, ma Jisung non se ne era manco accorto, da quando Mr. Fascino gli si era parato davanti si era dimenticato perfino perchè fosse entrato in quel negozio.

Jisung si chiese come fosse possibile che così tante vene e muscoli potessero mostrarsi da una semplice azione come porgere il telefono a qualcuno.

Se le sua braccia erano così atletiche facendo il minimo sforzo, come sarebbero state in palestra sollevando pesi? Come sarebbe state sorreggendo il peso del moro sopra di lui-

Ops, di nuovo.

Per merito del suo cervello che continuava a fargli scherzi, il biondo riuscì finalmente a staccare lo sguardo dal corvino, maledicendosi per averlo fissato per così tanto tempo ancora una volta.

Non riuscì a dire nulla, prese il cellulare,  sfiorando le dita del più grande, e fece un leggero inchino, prima di girare i tacchi e uscire dal negozio.

Emise un lungo sospiro, il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata dall'imbrazzo.

Porca merda, sono stato troppo ovvio?

• • •

Durante il viaggio in autobus verso casa, Jisung non aveva neanche avuto il caraggio di accendere il telefono, anche perché dopo qualche minuto di calma la realizzazione lo aveva investito come un tram.

Era stata Li a portare il telefono nel negozio e a pagare in anticipio i danni, quindi solo lei sapeva se a occuparsi del suo cellulare fosse stato Lee Minho o qualche altro dipendente.

Perchè se fosse stato davvero lui, allora Jisung non voleva neanche saperlo, perchè una risposta positiva a quel dubbio sarebbe bastata a farlo chiudere in casa per il resto della sua vita pur di non incontrare mai più quel ragazzo.

《Cioè cazzo, immagina lavorare tranquillo e poi ti arriva un telefono di un completo sconosciuto con lo schermo bloccato sul tuo profilo instagram.》il biondo si coprì il viso con le mani, completamente disperato, mentre raccontava tutta la faccenda al coinquilino.
《Ti cagheresti in mano, no?》

Felix annuì con le lacrime agli occhi dalle risate, cercando di trattenersi dopo che il maggiore si era offeso più volte data la sua reazione.

《Ecco, mi avrà preso per uno stalker.》

《Beh, lo stavi stalkeran-》Felix fece per ribattere, venendo subito zittito dall'amico.
《Sh, ti prego. Voglio morire.》il biondo si buttó di schiena sul materasso, tenendo il cellulare poggiando al petto, cercando di farsi coraggio e aprirlo.

《Accendi il cellulare, che vuoi che sia successo, non pensi mica che ti abbia seguito su instagram?》Felix lo prese in giro: Jisung si stava facendo troppo problemi per nulla.

L'altro allora sospirò, dando finalmente retta all' autraliano, accendendo in cellulare.

Passò un minuto e il telefono era perfettamente funzionante di nuovo.

La mascella del più grande si spalancò quando vide la prima notifica sullo schermo:


ig: @linolino ha iniziato a seguirti!

Oh cazzo-

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ciao ami e ame doppio aggiornamento perchè avete commentato tanto e quindi vi amo🥹

-pruu

~𝑯𝒂𝒏𝒅𝒔~ 𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora