𝒆𝒊𝒈𝒉𝒕𝒆𝒆𝒏

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"Apri per me"

Jisung non sapeva se fosse stato per il fatto che era stato Minho a pronunciarle, o per la piacevole sensazione di sentirle sussurrate al suo orecchio, ma all'udire di quelle tre semplici parole, spalancó le sue gambe così velocemente da rischiare di rompersi le anche.

Quel gesto così immediato provocó una risatina al corvino, che gli accarezzó la coscia, prima di afferrarla e portare la gamba sulla sua spalla.

Nonostante Minho lo avesse distratto abbastanza con il suo fascino, per un momento Jisung tornò alla realtà: era vergine e aveva appena detto all'uomo che stava per scoparlo, che non lo era.

Il che significava che Minho poteva non aver alcun riguardo per lui: forse se gli avesse detto che era vergine sarebbe stato più delicato?
Anche se così fosse, Jisung non voleva che fosse delicato.

A dire il vero, per quanto si pentisse della sua decisione, la sua mente perversa conosceva Minho abbastanza da sapere che fosse così egocentrico, che era impossibile che non si eccitasse all'idea di farlo con vergine.

Era competitivo: essere il primo gli avrebbe sempre fatto piacere, sopratutto se si trattava di accaparrarsi la verginità di qualcuno.

Un po' tossico, ma anche Jisung aveva qualche kink discutibile, quindi poteva chiudere un occhio.

Forse troppo immerso nei suoi pensieri e preoccupazioni, il biondo non si accorse che il moro aveva portato sulle sue spalle entrambe le sue gambe  e che sopratutto la sua testa era pericolosamente in mezzo ad esse.

Non ebbe neanche il tempo si realizzarlo che sentì il fiato caldo del maggiore solleticare la sua entrata, spalancò gli occhi trattenendo il respiro dalla sorpresa, solo per poi chiuderli e lasciarsi andare in un lungo lamento trattenuto a stento quandò la lingua del più grande si poggió su di lui.

Non se lo aspettava, affatto. Tuttavia quella mattina, quando si stava preparando, una vocina nella sua testa gli aveva detto "Non si sa mai" e eventualmente aveva ceduto depilandosi, solo in caso.

Era sollevato che la sua sofferenza durante la ceretta non fosse stata vana, ma era comunque la prima volta che il suo sedere riceveva quel genere di attenzioni, era una sensazione cosí estranea e sovrastimolante che non riusciva a trattenere alcun gemito.

Come se non stesse già impazzendo, Minho di tanto in tanto lo palpava, lasciandogli scappare qualche urletto per lo stupore.

Due dita le moro si intrufolarono nella bocca già aperta del minore, e si poggiarono al centro della sua lingua, per un attimo fermò i suoi movimenti per dire un chiaro e fermo "succhia", prima di ficcare le due dita più in profondita costringendo il minore ad accoglierle nella sua bocca.

Jisung fece del suo meglio, ma succhiare due dita in gola, respirare col naso, e cercare di non strozzarsi mentre Minho esplorava in velocità le sue pareti con la lingua, senza venire sul posto, non era affatto semplice.

Con le lacrime agli occhi miste dallo sforzo e dal piacere, il biondo mugolò il nome del maggiore tra le sue dita, come per segnalargli di darsi una mossa.

Minho afferró il messaggió, e tolse le dita dalla sua bocca, gesto che venne accompagnato da uno schiocco di saliva osceno, seguito da un altro ancora peggio quando il suo indice si fece spazio tra le sue pareti.

Non sarebbe stato nulla di nuovo per Jisung, (insomma lo aveva fatto da solo qualche volta ed era piuttosto abituato alla sensazione) se solo la lingua del maggiore si fosse tolta di mezzo.

Minho aveva ben notato quanto il biondo apprezzasse il sesso orale, e non vedeva perchè smettere se ció significava non sentire più il suo nome spezzato da lementi e ansimi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 08, 2023 ⏰

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