Louis
Harry era appena entrato nella palestra dell'albergo, ed io non riuscivo a smettere di togliere gli occhi di dosso dal cavallo che gli stava appiccicato dal suo ingresso.
"Cavallo" fu il nomignolo che mi piacque assegnare ad un deficiente con la cresta, alto, magro e con delle gengive parecchio sporgenti.
L'oggetto dei miei desideri - stretto in dei fantastici shorts bianchi -, infatti, era stato letteralmente assalito da quel giovane che, imperterrito, continuava a bombardarlo di domande.
Io, da parte mia, me ne stavo a gambe incrociate sul materassino, cercando di trattenere il mio istinto omicida. Non mi ero nemmeno preso la briga di osservare il sedere di Harry per non distogliere lo sguardo da quell'avvoltoio di prima categoria che, con il suo fare da amicone, aveva battuto le mani in modo euforico quando "Possiamo cominciare" aveva detto il mio riccio. Okay, forse l'avevo osservato un pochino il sedere di Harry, tuttavia non ero assolutamente tranquillo.
A quell'affermazione, il puledro acchiappò il suo materassino, posizionato in fondo alla sala, e lo trascinò dritto dritto davanti a Harry.
Si comincia bene.
"Io sono Harry, alcuni di voi mi conoscono già" cominciò il bagnino, ed il mio sguardo si fissò completamente sulla sua figura atletica. "Ad ogni modo, sono felice di vedervi qui. Prima di iniziare devo sapere i vostri nomi"
"Il mio lo sai già" intervenne il cavallo dalla prima fila, ed io mi imposi di starmene fermo sul mio materassino e non andare a spaccargli il muso. Poi si liberò in una risatina degna del più prestigioso dei pigiami party tra dodicenni.
Harry, sempre gentile, gli rivolse un sorriso prima di "Ora chiamerò una serie di nomi, e voi mi direte a chi appartengono. Okay?" chiedere.
Le poche persone presenti si liberarono in un "Sì" generale e poi Harry iniziò.
"Allora, mh, Niall?"
"Sono qui!" rispose il cameriere dall'ultima fila. Fino ad allora non l'avevo nemmeno notato.
"Stan?"
Un ragazzo accanto a me alzò la mano, ed io non potei fare a meno di osservarlo per un po', sembrava tipicamente inglese.
"Nick?"
Il cavallo si dilettò in un salto eccitato prima di "Proprio davanti a te, maestro!" esclamare.
Quindi, il nome dell'equino era Nick.
"Louis?" mi chiamò dopo, ed io non potei non immaginarmi quelle bellissime labbra strette attorno alla-
"Sono qui" risposi, prima che la mia mente potesse librarsi in altri pensieri sconci su quanto la figura di Harry potesse essere graziosa stretta tra le mie lenzuola.
Il riccio mi sorrise e, oh, il mio stomaco si attorcigliò parecchio dopo quel gesto. Ricambiai e Nick parve notarlo, infatti i sei secondi successivi li passò a squadrarmi da capo a piedi.
Harry nominò altre due persone: "Oli" e "Jeff", e i due ragazzi in penultima fila alzarono la mano.
Ringraziai mentalmente ogni singola ragazza che alloggiasse a Casa Coco, per non essersi iscritta al corso di Yoga. Bastava il cavallo a portarmi problemi.
"Okay ragazzi, vi ringrazio tutti per essere qui"
"Noi ringraziamo te, Harry!" intervenne Nick e mi uscii un sonoro "Dovrai rispondere ad ogni singola cosa che dice?"
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Tropical Kiss.
FanfictionPrendete una coppa di vetro e aggiungete un viaggio di lavoro, poi versate una lattina di brezza marina, un pizzico di curiosità, un cucchiaino di gelosia, tre spruzzate di diffidenza, ed amalgamate con amore. Shakerate per bene ed offrite il drink...