Chapter five.

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Louis

Il self-service dell'albergo non era niente male. Se fossi stato minimamente interessato alla recensione in corso, di Liam (e tecnicamente anche mia) avrei preso degli appunti riguardo quell'enorme stanza piena di tavoli colmi di leccornie. Peccato però che non m'importasse più di tanto e che, senza dubbio, Liam aveva già provveduto a scrivere qualcosa circa la colazione a Boca Chica.

Camminai all'interno dell'enorme sala, quasi vuota essendo ancora troppo presto, seguito a ruota da Harry che, perfettamente sveglio - a differenza mia - mi aveva svegliato in modo del tutto pimpante ed euforico alle 6.30 del mattino.

L'appuntamento sarebbe dovuto essere alle 8.00 al chiosco ma "La colazione al chiosco non è poi così emozionante, meglio andare al self service!" mi aveva avvertito Harry.

E alle mie domande riguardo l'orario aveva ribattuto "Finiranno per mangiarsi tutto se non ci diamo una mossa!"

Così avevamo barattato la tranquilla colazione al chiosco, muniti di bevande fresche e qualche dolcetto, con la colazione al chiuso.

Ma quando avevo osato avvicinarmi alle pietanze "Vai a sederti, ci penso io" aveva replicato Harry, stretto nei suoi pantaloncini grigi.

E, oh, davvero gentile il ragazzo, ma non mi ero permesso di ringraziarlo, non doveva pensare di averla vinta con me così facilmente.

Presi posto su un tavolo al centro della sala e durante l'attesa non smisi di osservare le spalle di un Harry che, munito di piatti, si aggirava per i tavoli insieme a qualche turista tedesco.

Tornò qualche minuto dopo, con i piatti colmi di prelibatezze del luogo.

"Buona colazione" dichiarò e salutai la morte che si era materializzata davanti a me.

Harry, infatti, giusto per accrescere la mia erezione mattutina, aveva avuto la splendida idea di mangiare uscendo prima la lingua e solo poi infilando il cibo in bocca.

Fantastico.

"Perché mi guardi così?" mi chiese poi spaesato e, oh, da quanto tempo lo stavo fissando?

"Scusami, è solo che non riesco a resistere quando c'è qualcosa di così buono davanti a me"

"Ti riferisci alla colazione?" mi chiese, consapevole di starmi prendendo per il culo.

Ma io "Guardavo per caso il cibo, Harry?" domandai, stroncando quell'accenno di provocazione nel suo tono.

Lui rise brevemente e continuò a mangiare come nulla fosse e per l'ennesima volta pensai che non potevo letteralmente far morire la conversazione in quel modo, dovevo continuare a ribattere, fargli capire a che gioco stessimo giocando. Al mio gioco.

"Non sembri riluttante nel parlare con me"

Quasi si strozzò con la spremuta d'arancia che stava bevendo e "In che senso?" mi chiese allontanando il bicchiere dalla sua bocca.

"Nel senso che non sembri titubante all'idea che io ci stia chiaramente provando con te"

Lui, semplicemente, mi rivolse un sorriso dolce e "Lo stai facendo?" mi chiese, con l'espressione più genuina che io avessi mai visto sul volto di qualcuno.

"Mh, analizziamo la situazione" cominciai io, e lo vidi sorridere pienamente.

"Per caso hai notato che ti guardo spesso?"

"Direi di sì"

"Okay e, uhm, hai notato anche che ho massaggiato con te quasi fino a mezzanotte?"

Tropical Kiss.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora