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Il giorno dopo, il ragazzo era andato a lavoro senza aver dormito nemmeno un ora, infatti aveva rischiato di svenire ben due volte, e tornato a casa, non riusciva a mangiare, perciò decise di riposarsi almeno un paio di ore, ma si sentì solamente peggio di prima.
Finite anche le ore di lavoro pomeridiano, si sentiva un completo sputo.
Si costrinse a mangiare almeno per cena, cibo in scatola perché non aveva per niente le forze di cucinare – neanche voglia in realtà – e poi si diresse a quel dannatissimo motel, come ogni sera.
Entrò in camera e vedere un ragazzo sul letto che non era Minho gli fece storcere il naso, sapeva che sarebbe finita male ma decise comunque di dargli un opportunità.
Il ragazzo prese subito il controllo, mettendosi sopra di lui, e ad Han la cosa piacque, ma poi lo baciò, e Jisung dovette spingerlo via.
«Niente baci
E magari fosse stato così semplice non pensare a lui, ma qualsiasi cosa in quel ragazzo glielo ricordava, perché era l'esatto opposto.
Il modo in cui lo teneva per i fianchi non era abbastanza forte come la presa di Minho, il modo in cui lo guardava con superiorità mentre lo toccava non aveva niente che a fare con lo sguardo dolce di Minho, il modo in cui era troppo frenetico tutto quello che stava succedendo non era paragonabile alla tranquillità della sera prima, e Jisung si sentì mancare l'aria.
Improvvisamente, gli sembrava tutto così sbagliato.
Gli faceva schifo, perché quel ragazzo che gli stava mettendo le mani addosso non era Minho.
Si dovette alzare, con uno “scusa”, e correre in bagno, solo per vomitare nel water.
La testa gli girava, e non aveva senso.
Non capiva, perché gli sembrasse così ripugnante una cosa che faceva letteralmente ogni sera, sempre con ragazzi diversi.
Era solamente il suo modo di liberarsi dello stress, meglio di farsi del male, pensava. Ma lo era?
Ora ne stava dubitando.
Perché da quando era stato con Minho si sentiva una persona diversa.
Non poteva fare finta di nulla.
Tirò la corda e cercò di alzarsi, ma ricadde subito in ginocchio.
Il suo intero corpo iniziò a tremare, e sentì le sue guance bagnarsi.
Era così ridicolo, rannicchiato nel bagno di un motel a piangere.
Era letteralmente scosso dai singhiozzi, gli faceva male la pancia, aveva le mani nei capelli, e non capiva perché stesse così.
Non aveva senso.
Minho. Minho, dove sei?’
Queste parole gli risuonarono in testa, rimbalzando nel suo cervello diverse volte.
Dovresti essere qua.’
Si rialzò e decise di andare a sdraiarsi sul letto, asciugandosi le lacrime.
Poi prese il telefono e istintivamente chiamò il ragazzo.
«Ma che cazzo sto facendo?» mise giù e lanciò il telefono dall'altra parte del letto «Jisung, non essere ridicolo! Non potresti mai stare in una relazione!» si schiaffeggiò da solo e poi rise «faccio veramente pena
Decise di rimanere lì a dormire per quella notte, tanto il letto era pulito, non c'era bisogno di tornare a casa.

𝐘𝐨𝐮 𝐂𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐲 || MɪɴSᴜɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora