𝓓𝓪𝓿𝓲𝓭
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Caro David,
ti starai chiedendo chi sono ma questa domanda resterà senza risposta ma spero che nonostante ciò la tua curiosità si farà viva e proseguirai con la lettura di queste poche parole.
Vorrei fare qualche piccola premessa: non sono una stalker, non ci conosciamo o almeno non abbiamo nessun corso in comune e soprattutto non sono uno serial killer quindi metti giù il telefono e non chiamare la polizia! Ho sentito che sei molto paranoico, sai? le voci da corridoio. Nei corridoi della nostra scuola girano voci che attirano altre voci, non è incredibile? Per esempio hai sentito che Joe King si è fatto la ragazza più figa della scuola? Oppure hai sentito che Caleb Stonewall è stato espulso DI NUOVO? Girano altre voci che dicono che Caleb Stonewall sia uno senza tetto! Non so te ma io adoro le voci, farsi i cazzi degli altri senza doverci parlare direttamente! Pazzesco. Bando alle ciance, o ciancie o cancie... tu sai come si scrive? Ma soprattutto esiste come parola o è solo frutto della mia immaginazione? Scusami sono piuttosto emozionata! È da quando è iniziata la scuola che voglio scriverti ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Non voglio girarci troppo intorno: vuoi diventare il mio amico di penna? Consiste solo nel scriverci lettere, abbastanza facile, no? Io scrivo, tu rispondi, io rispondo alla tua risposta, tu rispondi alla mia risposta alla tua risposta, io rispondo alla tua risposta alla mia risposta alla tua risposta. Tutto qui. So che tu hai bisogno di qualcuno che ti ascolti e ti parli e io ho bisogno di qualcuno di cui potermi fidare tutto qui. Però per un po' vorrei rimanere anonima: sì, io saprò chi sei ma tu non saprai chi sono... sembra una richiesta folle ma dammi una possibilità per essere la tua amica di penna. Spero in una tua risposta.La tua aspirante amica di penna
PS: se deciderai di inviarmi una tua lettera spediscila all'indirizzo che ti ho scritto sul retro.
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I miei occhi sono ancorati alle parole che si susseguono nella lettera, l'ho letta ben tre volte ma neanche una volta sono riuscito a convincermi che fosse una richiesta seria o solo un pretesto per avere altri motivi per essere deriso a scuola. E se fosse artefice di qualche bullo che desidera una mia risposta per poi arrivare a deridermi davanti a tutti? Già mi immagino le voci da corridoio:"credeva seriamente che qualcuno volesse scriversi con lui?"
"pensava seriamente che qualcuno abbia voglia di avere delle conversazioni con una persona che ha un solo occhio?"
"guardate che faccia! sembra quasi che stia per scoppiare a piangere"
No, non posso correre questo rischio: non ne vale la pena. Cosa ci perdo? Un amico. Ma io sono arrivato al penultimo anno di superiori senza nemmeno un amico! Posso continuare ancora e ancora finché questo inferno non terminerà.
Prendo la lettera e la stropiccio in una palla e la lancio verso il cestino che vi cade dentro come una palla da basket nel canestro all'ultimo secondo della partita facendo alzare le urla dei tifosi, poi prendo una borsa a tracolla con all'interno un libro e mi dirigo verso l'uscita di casa mia. La mia meta è il parco, Il mio parco. Non ci va nessuno se non qualche bambino con la mamma quindi non rischio di incontrare miei coetanei: la mia più grande paura. Mi chiudo il cancello dietro di me e alzo il cappuccio della felpa per provare a non essere riconosciuto. Ormai la mia vita è dominata dall'ansia e dalla paura di incontrare miei coetanei fuori dalla scuola. Se dentro la scuola mi sento in una prigione fuori voglio almeno sentirmi libero, libero come la farfalla che mi sta volando accanto con le sue ali colorate e delicate.
Lungo il tragitto ho visto qualche gruppetto di ragazzi e io li ho evitati peggio della peste facendo un giro più lungo in cui ho visto due ragazze e indovinate? Ho evitato pure loro cercando di trovare un'altra via. Da casa mia al parco sono poco più di un quarto d'ora e sono già passati venticinque minuti quando supero il cancello del parco e mi dirigo a passo svelto verso la mia solita panchina all'ombra dello stesso albero e con alla sua destra lo stesso cestino con dentro le stesse cose: lattine di bibite gassose, bottiglie di succhi di frutta e altre cose che non penso vogliate sapere. Mi siedo sull'esterno sinistro della panchina per non trovarmi vicino al cestino e tiro fuori dalla mia borsa il mio libro. Leggere mi fa dimenticare di fare parte di un mondo diverso da quello del libro, leggere mi fa sentire parte di qualcosa, leggere mi fa bene, leggere guarisce le mie cicatrici e, soprattutto, leggere mi ricorda che anch'io posso vivere e che anche la mia vita, per quanto insulsa, può cambiare in modo positivo. Io sto aspettando quel momento: il momento in cui la mia vita cambierà in modo positivo. Sono sicuro che ciò avverrà quando terminerò le superiori perché fuori da esso potrò dare una svolta alla mia vita trasferendomi lontano da coloro che hanno reso la mia vita un inferno.
《Ciao, David Samford. Giusto?》
Le parole che leggo sembrano aver preso una voce propria e sembra che mi stiano parlando. Il capitolo si conclude in maniera tale da farmi voler continuare a restare incollato alle pagine del romanzo per ancora un altro capitolo.
《Mi senti? Ho per caso sbagliato nome?》
Solo ora mi accorgo che quelle parole non erano frutto del libro ma qualcuno si è seduto affianco a me. Il mio cuore inizia a tamburellare violentemente e sento il mio respiro farsi più affannoso: come se stessi correndo una maratona con in braccio un elefante africano. Mi obbligo ad alzare lo sguardo cercando di tremare il meno possibile.
《c-ciao》 dico guardando le mani del ragazzo davanti a me, almeno ho provato ma dalle mie labbra ne uscì un verso soffocato. Non sono abbastanza importante per guardare le persone in faccia. Non sono abbastanza forte per sostenere un contatto visivo. Non sono abbastanza forte per parlare con le persone.
《Ho sbagliato nome?》
Non rispondo. Silenzio. La mia mente mi obbliga al silenzio.
"Non sei abbastanza forte per parlare con le persone, ricordatelo David. Ricordatelo sempre. Non sei nessuno. Non meriti che le persone ti stiano affianco. Silenzio. Silenzio, David. Solo silenzio."
《Ti dispiace se resto qui affianco a te?》
Apro le labbra ma poi ricordo: silenzio. Scuoto la testa lentamente. "Per favore, continua a parlarmi. Ho bisogno di sentire di esistere. Parlami."
《Io sono Jude Sharp, non devi avere paura di me》Silenzio. Stai in silenzio David.
《Ho chiesto dei ragazzi a scuola di te, non ti hanno mai visto parlare mi hanno detto》 Silenzio.
《Vuoi che me ne vada?》Silenzio. "Non andartene per favore, sei il primo che cerca di parlarmi dopo tantissimo tempo" . Scuoto di nuovo la testa violentemente, in maniera disperata. "Non andartene, per favore"
《Ti dà fastidio se resto qui a parlarti?》scuoto di nuovo la testa e inizia a parlarmi di sè.
Dio quanto amo quando le persone mi parlano. In questo momento mi sento parte del mondo anche senza leggere. Forse non devo stare sempre in silenzio, forse merito anch'io di parlare, forse merito anch'io di esistere sempre, forse sono abbastanza forte per parlare. No, non lo sono.─── · 。゚☆: *.☽ .* :☆゚. ───
Questa doveva essere una one-shot però letteralmente quanto ho scritto ora non è neanche il 10% dell'idea che ho ideato quindi provo a concluderla in qualche altro paio di capitoli. Spero possa piacervi un bacione a tutti e auguri a me stessa.
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𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐜𝐞 - 𝐒𝐚𝐤𝐮𝐆𝐞𝐧𝐝𝐚
Fanfic⚠️WARNING⚠️ ● bullismo ● ansia sociale ● ansia/depressione ● linguaggio scurrile a volte 。+゚☆゚+。★。+゚☆゚+。★。+゚☆゚+。☆゚+。★。+゚☆゚+。 Silenzio. La mia mente continua a dirmi di stare in silenzio. Io non mi merito le attenzioni da parte delle persone. Io n...