Parte 8

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"Figlio di buona donna. Io lo faccio esplodere. Lasciarmi su questo terrazzo e sparire."

La voce nella sua mente continua a mugugnare parole senza emettere alcun suono.

Quando ha deciso di varcare quel portale non ha fatto i conti di come e cosa gli sarebbe capitato. 

Finiti su un terrazzo rantolando ed  in mezzo a vari tipi di piante ben trapiantate in quei vasi enormi  di terracotta che ostacolano i loro movimenti. Sono appena usciti da lì e Katsuki si è ritrovato in mezzo ad una foresta di piante abbastanza alte ed alcune gli sono finite in bocca, altre l'hanno colpito come fruste facendolo imprecare.

-Ma mer......

Una mano sulla bocca a tappargliela, mentre viene spinto verso il muro dietro di lui e due occhi rubino lo guardano intimandolo.

-Shhhhhh. Fa silenzio. Se ti sente non saprai mai nulla, né sono quasi certo.

-mhmhmhsbuff....

Gli occhi dell'eroe lo fissano con fare accondiscendente e lentamente la mano si ritrae lasciando libera la bocca.

-Ora resta qua e cerca di non fare danni. Io torno fra poco.

-Ma cosa diamine vuoi fare?

-Aiutarti a capire. Aspetta qua.

Di nuovo lo schiocco di dita, di nuovo quello squarcio ed il ragazzo che poco prima era con lui ne viene risucchiato per poi sparire con esso rimanendolo lì solo a cercare di capire dove diamine fosse finito.

Una voce.

-Ti prego non guardarmi così Kacchan.

Questa voce.
Ovattata.
La conosce benissimo.
Sa a chi appartiene.

Instintivamente il suo corpo si muove, stando attento a fare meno rumore possibile, cercando di sorpassare quelle sottospecie di piante che sembrano più liane talmente sono intrecciate fra loro.

Si appoggia con il ventre verso il muro lentamenete e dà una sbirciata dentro la portafinestra ma la visuale non è delle migliori, una tenda a strisce bianca e beige vi è posta d'avanti non facendogli vedere bene ciò che si trova dietro di essa.

- So che mi avresti rimproverato.

-Tsz. Non so di che parla ma per dirlo è così.

Nel silenzio più assoluto le sue labbra si muovono a smorfia ostentando un sorriso mentre i suoi pensieri parlano per lui.
Quella stramaledetta tenda non gli fa vedere nulla eccetto lievi ombre che trapelano da dietro le strisce bianche con una trama un po' più aperta da renderla un po' trasparente e questo fa sì che riesca a vedere oltre di essa in modo offuscato ma riesce comunque a distinguere dei colori, troppo coprente per i suoi gusti.

Tutto sembra quasi monocromatico tranne una grossa sagoma sul lato di una parete. Sembrerebbe ad occhio e croce un divano rosso. Il colore non si vede proprio bene ma di sicuro è di una tonalità di rosso. Di fianco a malapena riesce a distinguere un oggetto, troppo lontano per lui .

Dei passi, un rumore verso la sua direzione.

La sua testa si sposta velocemente di nuovo verso il muro e non ha più la possibilità di cercare di vedere e capire.

Sente i passi fermarsi a pochi metri da lui, non sà perché ma improvvisamente il suo cuore accelera, lo sente così chiaramente.

Tum tum. Tum tum.

I suoi battiti sembrano impazziti, ma cosa gli prende?

Una voce. La sua voce.

-Dai ti prego. Odio sapere che mi avresti rimproverato di sicuro, ma, Kacchan cerca di capirmi.
Sono anni che aspetto una cosa del genere, sono anni che io, che io.....

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