4-Orfanotrofio

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Ehilà lettori,sono il vostro narratore.
Ora voi vi starete chiedendo dove Dazai avrà condotto il nostro amatissimo Chuuya.
Esatto.
Pure io me lo sto chiedendo.
Sto cercando il segno che ho tra le pagine di questa storia.
Oh!Eccolo!L'ho trovato!
Ora potrò continuarvela.
.***
Dopo qualche decina di minuti di
macchina Chuuya e Dazai arrivarono alla misteriosa destinazione.

Quello schifoso,bastardo infame,aaaarg lo schifo in persona insomma.

I ragazzi si trovarono davanti un'abitazione abbandonata,con le piante rampicanti che spuntavo dalle crepe della casa,i mattoni era ricoperti di segni dell'usura del tempo.
Nakahara non ci tenevo a farsi cadere un mattone in capo.

Riguardando bene la struttura vido che era un orfanotrofio,sulla targhetta c'era scritto 'La casa famiglia di Sofia!'e dopo che ci pensò per secondo si accorse che conosceva quel nome.
Anche se non si ricordava perché.

I suoi ricordi sono così confusi.

Maledizione!

Dazai lo guardò per qualche secondo,con i suoi occhi ambrati.
Al sole i suoi lineamenti sodi ed eleganti risplendevano.

Chuuya arrossì.

<Chibi, buonanotte.>

E dazai lo colpì con un pugnetto sulla tempia.
Chuuya cadde tra le sue braccia perdendo conoscenza.
Dazai non perse tempo a portarselo in grembo.

Buio.

Tra l'oscurità chuuya vide una lucciola che lo incitava a seguirlo,lui lo fece,man mano che la seguiva la piccola lucciola aumentava la velocità costringendolo a correre.

Poi la lucciola si fermò scomparendo.
Chuuya si trovò davanti un'immagine:vide un bambino con i capelli rossi in un contenitore di vetro rinforzato,di quelle che la persona dentro non può vedere ma quelle fuori sì,a grandezza umana,pieno d'acqua.

Sul suo corpino c'erano dei segni rossi,il bambino sembrava quasi posseduto da una forza superiore, davanti al contenitore c'era anche un bambino stavolta biondo che:piangeva, gridava e smaniava pregando di liberare il ragazzino nella teca,le sue mani erano piene di graffi e calli.

Rabbrividì.

Alcuni scienziati e medici trascinarono via di forza il ragazzino biondo che invano cercava di liberarsi.

Gli scienziati cercavano inutilmente di zittirlo urlandogli a gran voce di stare zitto,ma il ragazzino non si rassegnava e gridava più forte finché un medico non gli fece una puntura calmante a forza.

E il corpo esanime del ragazzino venne trascinato via con ancora le lacrime sui suoi occhietti.

Spostando l'attenzione verso il ragazzino vide che era incatenato al fondo di quella teca con quelle catene molto rinforzate.

<Fategli prendere una boccata d'aria,poi rimmergetelo per altri 20 minuti.>

Alcuni scienziati annuirono.

<Ah e nell'acqua mettete pure delle candeggina con della pietra vulcanica.>

I medici eseguirono gli ordini.

1,2,3.

E misero la testa sott'acqua del ragazzino.

Io suo corpo reagì dimenandosi,i suoi occhi diventarono rossi e i segni sul suo corpo passarono da un rosso smorto a un rosso scarlatto.

Però poi rompere la teca.

<Codice rosso,codice rosso,fare una puntura calmante alla cavia 0565, ripeto,fare una puntura calmante alla cavia 0565.>

Il ragazzino prese un pezzo di vetro di dimensioni gigante da quello che era il suo contenitore scagliandola contro i medici.

Ne prese 3 in pieno.
3 morirono.

Il ragazzino cacciò un urlo prima di incominciare a distruggere tutta la stanza.

<Arahabaki si è risvegliato!C'è l'abbiamo fatta.>Gridò lo scienziato che aveva iniziato l'esperimento,ormai era impazzito.

Il ragazzino sollevò un bisturi su un lettino al lato sud della stanza e glielo conficcò in gola.

Dalla sua gola sangue rosso come una fontana,prima che il suo corpo si accasciasse a terra.

<Chuuya!>Intervenne un ragazzino moro con un cerotto sulla guancia sinistra.

<Ehi!>Corse verso la direzione dove era.

Indossava una maglia bianca e dei pantaloni grigi,ai polsi portava delle bende, così come sull'occhio destro.

Nonostante il moro urlasse a dismisura il ragazzino rosso ormai non aveva più il controllo del suo corpo.

Piangeva lacrime di sangue dai suoi occhi che un tempo erano celesti e limpidi.

Chuuya?-Si chiese Nakahara,non stava capendo.

Il moro saltò sulle scheggie nell'aria graffiandosi le mani e piedi.

Per ultimo si buttò sul pezzo di vetro dov'era il ramato.

E lo strinse a sé,attivando la sua abilità.

Dopo qualche secondo i segni rossi sul suo corpo se ne andarono,le robe volanti caddero a terra, così come il vetro su cui erano i 2 ragazzi e gli occhi di Chuuya tornarono azzurri.

Chuuya perse i sensi.

Il ragazzo bendato prese tra le braccia l'altro e lo condusse fino alla sua stanza,dove se lo strinse in grembo per tutta la notte mettendosi la sua testa contro il suo petto e tenendola con una mano,controllando quando si sarebbe svegliato.

E tutto tornò buio.

Cos'era quello?Chuuya,moro,laboratorio, arahabaki.Cosa significava?

Chuuya non capiva.
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Dopo qualche ora si risvegliò in un appartamento con la carta da parati bianca con qualche tocco dorato sulla parete.

Si alzò di scatto e andò a esplorare la casa, volendo cercare Dazai per avere delle spiegazioni.

Lo trovò nel salotto.

Il suo salotto aveva una vetrina di legno di betulla,un divano nero abbastanza grande per dormirci in 2 e un tavolo con sopra delle rose appassite.

<Ehi tu!>Chuuya si avvicinò a lui visibilmente incazzato.

<Cosa significa ciò che visto?>

Dazai alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi con uno sguardo tagliente.

Come al solito chuuya si perse nei suoi occhi ambrati.

<Avrai le tue risposte,ma non ora,imparava a capire gli indizi,caro Chuuya.>Gli sorrise,le sue labbra erano rosee.

Chuuya serrò la mascella.

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