Capitolo XIII - Europa

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"Per comprendere quel che sta succedendo così tanto se non troppo repentinamente in questi convulsi anni, è necessario rituffarsi nel pieno degli appena trascorsi anni '80. 

Agli albori degli anni '80 infatti l'Italia, a dispetto di quanto si suole disquisire in merito, occupava stabilmente un posto rilevante tra le prime 5 potenze industrializzate del pianeta. La tanto vituperata cosiddetta "liretta" negli anni sessanta, aveva vinto l'oscar come la migliore valuta europea e l'italiano era il cittadino europeo che riusciva a risparmiare di più , mediamente intorno al 25% del proprio guadagno. 

Tutto questo era frutto di un binomio vincente dovuto al fatto che il paese era sì indebitato, ma meno di quanto non fosse il proprio prodotto interno lordo e che questo debito pubblico era detenuto in maggioranza dagli stessi italiani tramite il loro risparmio, cosa che generava un surplus di guadagni e di conseguente benessere. Il secondo aspetto non meno rilevante era che l'Italia poteva decidere autonomamente di stampare moneta, plasmare l'inflazione e svalutare autonomamente lo stesso valore monetario qualora fosse necessario supportare la propria bilancia dei pagamenti rendendo più agevoli le esportazioni. 

Insomma, questo permetteva all'Italia di sedersi stabilmente tra le grandi potenze industriali mondiali e questo grazie a una classe politica dirigente decisamente lungimirante e preparata...

E allora cosa porterà in pochi decenni al  declino repentino e catastrofico della nostra economia ?  Per capirlo occorre ritornare a una decina di anni fa , al 1981, a quando, senza nemmeno un passaggio parlamentare, l'allora Ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta decise il divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d'Italia. E cosa voleva dire questo ? non certo che ci sarebbe stato un passaggio da un giudice per una sentenza divorzile, ovviamente, bensì ne consegui che  la banca d'Italia non ricoprì più il ruolo di compratore di ultima istanza dei titoli di debito emessi dal Tesoro, ma gli stessi sarebbero emessi sul mercato finanziario, libero e speculativo, tramite il meccanismo perverso delle aste marginali sull'interesse del titolo stesso.  

Perché perverso? In sostanza i titoli venivano piazzati sul mercato Finanziario, ma, essendo impossibile per ogni emissione che ne venisse acquisito il 100% già in prima battuta d'asta,  i titoli  residui venivano collocati a interessi sempre crescenti, fino all'esaurimento dell'emissione. La perversione stava nel fatto che tutta l'intera emissione dei titoli di debito assumeva l'interesse dell'ultimo titolo piazzato, causando un danno allo stato che doveva pagare interessi folli sui propri titoli emessi. Una follia o un suicidio annunciato, come se qualcuno avesse deciso di inceppare un meccanismo virtuoso che aveva portato l'Italia ad essere una potenza a livello mondiale, ruolo che era destinata inevitabilmente a perdere, diventando di fatto prigioniera del proprio debito pubblico. Inoltre sempre questo meccanismo ha impedito ai piccoli risparmiatori privati, se non in piccola parte e comunque ad interessi ridicoli, di continuare ad investire nel debito pubblico dello stato.

Un gigantesco regalo alle banche private, ma questo disastro sarebbe stato solo all'inizio...   

La Giovane Europa di mazziniana memoria infatti, presto lascia spazio ad un bieco accordo franco-tedesco che ha 2 punti saldi essenziali: 

il primo che la Germania rinunci alla propria potentissima moneta nazionale ossia il Marco a favore dell'Euro, e come seconda condizione che all'Italia, che nel frattempo ha superato come potenza economica l'Inghiterra e la Francia, e si sta  pericolosamente avvicinando alla stessa Germania, venga imposto un pesante piano di de-industrializzazione che verrà perpetrato principalmente nei prossimi anni, tramite privatizzazioni e svendite a prezzo di stock delle principali aziende a partecipazione statale italiane dei settori petrolchimico, trasporti, telefonia, elettronica.... 

Condendo il tutto con il pareggio di bilancio, che verrà introdotta nella costituzione dei paesi europei negli anni a venire e l'obbligo di mantenere l'inflazione al di sotto del 2% per allineare i tassi di interesse sul debito a quello dei mitici Bund tedeschi, il piatto di un disastro economico annunciato è decisamente servito. 

Questii sono i principi fondanti del trattato di Maastricht appena firmato che negli anni pagheremo, soprattutto noi Italiani, a carissimo prezzo!


Rimasi sconvolto dalla lucida analisi fatta da XXXXX.

Soprattutto mi colpi la sua capacità di vedere il presente alla luce dei fatti del passato e di interpolarli per vedere e prevedere il futuro.

Gli lasciai un post-it sul fascicolo con una domanda... <<Quindi dove finirà l'Italia? >> Sapendo che non si sarebbe alterato per il fatto che mi ero impossessato del suo scritto perché avevo capito che ormai mi aveva davvero preso sotto la sua ala protettrice . Il perché però ancora mi restava cosa oscura.

Nei giorni successivi uscì nelle pagine interne della nostra testata un trafiletto di poche righe firmato da uno pseudonimo riportante qualche minimo cenno di quanto da lui scritto ...

Curiosamente il trafiletto si intitolava proprio: "Quindi dove finirà l'Italia?"

E ciò non potè che farmi un piacere infinito ... come il trovare un suo post-it di risposta sulla scrivania con su scritta la frase : << Grazie toso, dove non so ma de seguro non ben...>>

Mi annotai così di approfondire il citato divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca D'Italia del 1981 e di leggermi i dettagli di questo ormai famigerato accordo di Maastricht per meglio capire come il Maestro fosse stato così certo sin da subito del suo fallimento e delle nefaste conseguenze sulla nostra povera Patria. 

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