Capitolo 4

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Stesa sul letto ascoltavo il suono della televisione che proveniva dal soggiorno e il dolce odore dell'incenso mi avvolgeva cullandomi , quando tutta quell quiete fu interrotta dalla vibrazione del telefono
"Ho voglia di vederti"
Sorridendo senti il cuore arrossire
"Allora ci vediamo al parco tra mezz'ora?"
Buttando il telefono sul letto e cominciando a prepararmi,
mi sembrava troppo bello per essere vero.
I miei capelli come al solito erano ribelli prima di un appuntamento,
come quando i gatti si nascondo perché hanno percepito che il loro padrone gli avrebbe potarti a breve dal veterinario.
Misi un cappellino è scesi di fretta le scale.
Salita sul bus non smisi di pensare ai suoi grandi occhi.
Rimasi ad aspettarla per ore, seduta in quel piccolo parco seduta su un altalena, mi dondolavo lentamente come a ritmo di un macabro ballo.
Fissavo quel cancello mentre sentivo il mio corpo logorarsi, mi sentivo come una ragazza stesa nel suo bagno con le lacrime agli occhi che aspettava che le migliaia di medicine nel suo piccolo stomaco facessero effetto facendole vedere quella piccola luce di qui parlavano tutti. Quel momento non arrivò mai,
l'unica persona che apri quel cancello fui io quando tornai a casa con il cuore in pezzi, arrivata a casa mi accasciai nel letto guardando quello stupidissimo "online",
mi immaginai lei che scriveva alle sue amiche di quanto fosse esilarante immaginarsi quante ore sarei rimasta in quel parco ad aspettare,
aspettare il nulla. Mi ripetevo di quanto fossi stupida, stupida a farmi illudere da una bambina e anche se lei non poteva sapere la sofferenza che provavo ma era come se mentre ero lì a contorcermi  dal dolore lei fossi lì a guardarmi sorridendo soddisfatta.
( Perché lo ha fatto ?)

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